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- L'energia eolica ha coperto il 20% del fabbisogno elettrico europeo nel 2024, rispetto al 19% del 2023.
- L'installazione di nuovi impianti è calata a 15,3 gigawatt nel 2024, rispetto ai 17 gigawatt del 2023.
- La Germania ha approvato oltre 15 gigawatt di nuove installazioni onshore entro il 2024.
Nel corso del 2024, la proporzione dell’energia eolica sul fabbisogno elettrico europeo ha toccato un valore pari al 20%, segnando così un lieve aumento se confrontato con il risultato dell’anno precedente che era stato attestato sul 19%. Tale incremento esiguo può essere spiegato dalla modesta espansione osservata nel comparto energetico; l’installazione dei nuovi impianti ha raggiunto i soli 15,3 gigawatt, contrapposti ai precedenti 17 gigawatt realizzati nel 2023. Malgrado le difficoltà imposte dalle restrizioni relative alle materie prime e i tassi d’interesse elevati risultano ostativi alla crescita economica degli investimenti in questo settore; tuttavia, questi ultimi non hanno subito arresti significativi. Nonostante ciò, l’ambiziosa meta climatica stabilita dalla Commissione Europea richiede uno slancio accelerativo: ci si propone infatti di conseguire una quota pari al 34% dell’energia da fonti eoliche entro il 2030.
Ostacoli e opportunità per l’energia eolica
Secondo un’indagine condotta da WindEurope, sono state individuate tre barriere principali che ostacolano la proliferazione dell’energia eolica sul continente europeo: l’inefficace attuazione delle direttive europee riguardanti le autorizzazioni, le lunghe attese per le nuove interconnessioni alla rete elettrica, nonché un avanzamento troppo graduale nel processo di elettrificazione. Tali problematiche compromettono l’agilità con cui l’Europa può realizzare nuovi impianti eolici, rendendo difficile il raggiungimento degli ambiziosi obiettivi climatici prefissati. In controtendenza a queste difficoltà si colloca la Germania, che ha effettuato progressi rilevanti ottenendo l’approvazione per oltre 15 gigawatt di nuove installazioni onshore entro il 2024; ciò evidenzia anche un cambio significativo nella normativa favorente il preminente interesse pubblico nell’autorizzare ulteriormente progetti basati su fonti rinnovabili.
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Il ruolo delle rinnovabili nel ridurre le emissioni e i costi
Nel corso del 2024 si è registrata una temperatura senza precedenti nel nostro pianeta; tuttavia, questo periodo ha assistito anche a un significativo abbattimento delle emissioni di CO2, riconducibile principalmente alla crescente diffusione delle energie rinnovabili. I dati elaborati da Eurelectric evidenziano che tali emissioni hanno subito una contrazione pari al 59% in confronto ai valori riscontrati nel 1990, mentre il prezzo medio dell’energia elettrica sul mercato all’ingrosso ha riportato un calo del 16% rispetto all’anno precedente. Nonostante ciò, la richiesta complessiva di energia elettrica continua a presentare segni di stagnazione; questo fenomeno appare legato in modo particolare alla ridotta attività industriale. Per garantire lo sviluppo di un sistema economico competitivo e caratterizzato dalla decarbonizzazione sarà determinante implementare misure che incentivino l’elettrificazione nei settori produttivi.
Un futuro sostenibile: sfide e prospettive
Nonostante i progressi realizzati finora, l’Europa si trova a fronteggiare difficoltà considerevoli nel perseguire i propri traguardi sia in campo energetico che climatico. La proposta recentemente presentata dalla Commissione Europea mira ad aumentare significativamente la capacità produttiva interna delle batterie e a velocizzare il processo di digitalizzazione delle reti; ciò costituisce una mossa preliminare rilevante verso tali obiettivi. In questo quadro, Mario Draghi evidenzia l’urgenza non solo nella semplificazione burocratica ma anche negli investimenti necessari, unitamente al rafforzamento della cooperazione fra gli Stati membri.
Nel panorama economico in continuo mutamento odierno risulta cruciale possedere una solida comprensione dei fondamenti economici e finanziari al fine di orientarsi efficacemente nel dominio degli investimenti. Tra le nozioni chiave emerge quella della diversificazione del portafoglio; quest’idea suggerisce infatti che distribuendo gli investimenti su varie categorie patrimoniali sia possibile contenere il rischio totale associato alle oscillazioni dei mercati finanziari. Tale principio riceve supporto da rinomati studiosi in campo economico ed è concepito per tutelare gli operatori dal crollo occasionale dei mercati stessi.
Esaminando ulteriormente tale ambito possiamo soffermarci sulla teoria del portafoglio, elaborata da Markowitz, focalizzata sull’ottimizzazione dell’attesa performance diversificata all’interno dello stesso portafoglio rispetto a uno specifico profilo rischioso intrapreso dall’investitore. L’ipotesi in questione afferma che un accorto abbinamento di beni caratterizzati da correlazioni disparate consente di ottimizzare il rapporto tra rischio e rendimento all’interno di un portafoglio. Prendere in considerazione tali concetti potrebbe favorire l’elaborazione di strategie d’investimento più valide e capaci di adattarsi alle sfide del mercato, apportando così significativi benefici alla condizione finanziaria individuale nel corso del tempo.