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- La leggendaria nave spagnola San José, affondata nel 1708, porta con sé un tesoro valutato fino a 20 miliardi di dollari.
- La spedizione di recupero, dal costo di 4,5 milioni di dollari, si svolgerà tra aprile e maggio, impiegando un sottomarino a guida autonoma per esplorare il sito a 600 metri di profondità.
- La scoperta del relitto del San José è stata annunciata nel 2015, scatenando dispute internazionali tra la Colombia, la Spagna, il popolo indigeno Qhara Qhara e una compagnia navale statunitense.
La Colombia si appresta a intraprendere una delle più ambiziose e discusse spedizioni sottomarine della storia recente, con l’obiettivo di recuperare il tesoro del galeone San José, affondato più di tre secoli fa. Questa imponente nave spagnola, scomparsa nelle acque al largo della penisola di Baru nel 1708, è diventata leggendaria per il suo carico stimato in oro, argento e smeraldi, valutato fino a 20 miliardi di dollari. La missione di recupero, annunciata dal governo colombiano, ha sollevato non solo grande interesse ma anche controversie internazionali, con la Spagna e il popolo indigeno Qhara Qhara che rivendicano i diritti sul tesoro.
La Storia del Galeone San José
Il galeone San José era la nave ammiraglia di una flotta della Marina spagnola, composta da altre tre navi militari e 14 navi mercantili. La sua missione era quella di trasportare le ricchezze accumulate nelle colonie americane fino in Spagna, attraversando l’Atlantico. Tuttavia, il suo viaggio fu interrotto da un attacco durato più di dieci ore da parte di quattro navi da guerra britanniche capitanate dall’ammiraglio Charles Wager. Il San José affondò al largo di Baru, portando con sé un tesoro che oggi alimenta sogni e controversie.
La Missione di Recupero
Il governo colombiano, sotto la guida del ministro della Cultura Juan David Correa, ha annunciato una spedizione di recupero che si svolgerà tra aprile e maggio, impiegando un sottomarino a guida autonoma. Questa operazione, del costo di 4,5 milioni di dollari, mira a esplorare il sito del relitto a una profondità di 600 metri, con l’obiettivo di recuperare gli oggetti di valore senza danneggiare il patrimonio archeologico sommerso. La Colombia insiste sul fatto che il recupero ha un interesse archeologico e culturale, oltre che scientifico, e che il tesoro del San José dovrebbe essere considerato un patrimonio culturale piuttosto che un mero bottino.
Tuttavia, la decisione di procedere al recupero ha suscitato critiche. Ricardo Borrero, un archeologo nautico di Bogotà, ha definito i piani del governo “sconsiderati” e potenzialmente dannosi per il relitto, che ha raggiunto un equilibrio con l’ambiente circostante nel corso di tre secoli. Inoltre, la questione del valore effettivo del tesoro rimane oggetto di speculazione, con alcuni che sostengono che le stime siano esagerate.
Controversie e Rivendicazioni Internazionali
La scoperta del relitto del San José, annunciata dal governo colombiano nel 2015, ha scatenato una serie di dispute internazionali. La Spagna ha rivendicato la proprietà del galeone, sostenendo che, essendo una nave battente bandiera spagnola, è protetta dalle norme internazionali sulla proprietà. D’altra parte, il popolo indigeno Qhara Qhara ha chiesto che il contenuto del galeone gli venga restituito, poiché le ricchezze furono originariamente prelevate dalle loro terre. Inoltre, una compagnia navale statunitense, Sea Search Armada, sostiene di avere individuato il relitto più di 40 anni fa, prima dell’annuncio ufficiale del governo colombiano.
Nonostante le controversie, la Colombia procede con i suoi piani di esplorazione, sottolineando l’importanza di preservare il patrimonio culturale e archeologico rappresentato dal San José. La spedizione promette di aprire un nuovo capitolo nella storia del galeone, forse svelando finalmente i segreti che giacciono nelle profondità marine da oltre tre secoli.