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- Incremento significativo dei prezzi dei generi alimentari del 5,6% su base annua e dello 0,9% in un solo mese.
- Spesa aggiuntiva fino a 466 euro all'anno per una famiglia media con due figli a causa dell'aumento dei prezzi degli alimentari.
- In alcune città come Napoli, l'inflazione ha toccato il +1,9%, comportando un aumento della spesa per una famiglia media di 419 euro all'anno.
Il recente aumento dell’inflazione, che ha toccato lo 0,8%, sta mettendo a dura prova le famiglie italiane, in particolare per quanto riguarda i costi dei generi alimentari. Questa crescita dei prezzi, che vede un incremento significativo del 5,6% su base annua e dello 0,9% in un solo mese, rappresenta una sfida notevole per il potere d’acquisto delle famiglie, con un impatto diretto sul “carrello della spesa” che cresce del 5,1%. Secondo le ultime rilevazioni dell’Istat, l’inflazione ha invertito il suo trend, registrando un aumento dallo 0,6% al 0,8%, con una crescita mensile dello 0,3%. Questa moderata accelerazione è guidata principalmente dall’aumento dei prezzi dei beni energetici regolamentati e dei beni alimentari non lavorati.
Le conseguenze per le famiglie italiane
Le famiglie italiane si trovano a fronteggiare un aumento dei costi per l’alimentazione che potrebbe tradursi in una spesa aggiuntiva fino a 466 euro all’anno per una famiglia media con due figli. Questo incremento dei prezzi degli alimentari è particolarmente allarmante, considerando che si aggiunge a due anni di inflazione pesante, erodendo ulteriormente il potere d’acquisto. Inoltre, i crescenti costi dei carburanti rischiano di determinare ulteriori aumenti dei prezzi dei prodotti trasportati, inclusi gli alimentari.
La situazione è aggravata in alcune città, come Napoli, dove l’inflazione ha toccato il +1,9%, comportando un aumento della spesa per una famiglia media di 419 euro all’anno. Anche Perugia e Trieste registrano variazioni significative con un +1,7%. Tuttavia, ci sono anche casi virtuosi come Ancona, che si posiziona al terzo posto tra le città italiane meno care a gennaio, con una diminuzione dei prezzi del -0,3%, significando un risparmio di 66 euro annui per una famiglia media.
Interventi e soluzioni proposte
Di fronte a questa situazione, gli esperti del settore sottolineano la necessità di interventi mirati per affrontare l’aumento dei prezzi. Il presidente dell’Unione Nazionale Consumatori, Massimiliano Dona, ha evidenziato l’importanza di coinvolgere l’intera catena produttiva, dalle aziende agricole ai distributori, per trovare soluzioni collaborative. È fondamentale che il governo continui a implementare misure di sostegno e agevolazioni per alleviare il peso finanziario sulle famiglie e promuovere accordi di filiera che assicurino prezzi equi e accessibili per tutti.
L’analisi dei dati dell’Istat mostra una flessione meno marcata dei prezzi dei beni, passando da -1,5% a -0,7%, mentre i servizi mantengono una crescita positiva, seppur rallentata, passando da +3,4% a +2,9%. Questa diminuzione del differenziale inflazionistico tra beni e servizi indica una pressione crescente sui consumatori, soprattutto considerando l’aumento dei costi dei beni di prima necessità come gli alimentari.
In conclusione, le famiglie italiane sono preoccupate per il futuro, soprattutto quelle con figli. La necessità di interventi efficaci per sostenere le famiglie e mantenere i prezzi dei beni primari accessibili è più pressante che mai. Le autorità sono chiamate ad agire con urgenza per mitigare l’impatto dell’inflazione e garantire che tutti possano far fronte ai crescenti costi della vita.
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