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- Guidò la Fortitudo Bologna dal 2007 al 2012, un periodo segnato da successi sportivi e controversie legali.
- Il progetto 'Parco delle stelle' e il fallimento della società immobiliare Ripresa hanno lasciato un vuoto economico e emotivo nella comunità di Bologna.
- Al momento della sua morte, Sacrati si trovava in detenzione domiciliare, con la sua salute precaria ma stabile dopo la visita delle figlie giovedì sera.
La notizia della morte di Gilberto Sacrati ha colpito la città di Bologna e il mondo dello sport italiano, lasciando dietro di sé un’eredità complessa e controversa. Venerdì, all’età di 63 anni, l’ex patron della Fortitudo Bologna, una figura emblematica nel panorama del basket italiano, è venuto a mancare. Sacrati, che aveva guidato la squadra dal 2007 al 2012, era al centro di vicende giudiziarie che avevano portato al fallimento della storica società sportiva e della sua impresa immobiliare, Ripresa.
Un progetto ambizioso e il suo tragico epilogo
Il sogno di Sacrati era quello di realizzare il “Parco delle stelle”, un progetto immobiliare di grande envergatura in zona Caab a Bologna. Tuttavia, l’ambizione si è trasformata in tragedia quando sia la Fortitudo che la società immobiliare Ripresa sono fallite, lasciando un vuoto non solo economico ma anche emotivo nella comunità bolognese e nel mondo del basket.
Al momento della sua morte, Sacrati si trovava in detenzione domiciliare, a seguito delle condanne ricevute per i fallimenti delle sue società. La sua salute era precaria, affetto da diverse patologie, ma sembrava stabile dopo la visita delle figlie giovedì sera. Il giorno successivo, il silenzio del suo telefono ha allarmato i familiari e le autorità, che hanno poi confermato il decesso, presumibilmente per cause naturali, anche se il suo avvocato, Gabriele Bordoni, ha richiesto ulteriori accertamenti sulla salma.
Il ricordo di una figura controversa
La figura di Gilberto Sacrati rimarrà impressa nella memoria collettiva come quella di un uomo che ha vissuto per il basket e che ha visto crollare il suo mondo a causa di ambizioni forse troppo grandi. Il suo contributo allo sport italiano, seppur macchiato da scandali finanziari, ha lasciato un segno indelebile, testimoniando come la passione possa a volte condurre a scelte audaci, con conseguenze imprevedibili.
La sua scomparsa segna la fine di un’era per la Fortitudo Bologna e apre un capitolo di riflessione sulle responsabilità legate alla gestione delle società sportive e sull’impatto delle ambizioni personali sul destino di comunità e istituzioni. La storia di Gilberto Sacrati, con le sue luci e ombre, rimarrà un monito per il futuro, un ricordo di come il sogno dello sport possa trasformarsi in una lezione di vita.
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