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- Il prezzo del cacao ha raggiunto livelli mai visti da quasi mezzo secolo, con quotazioni che hanno sfiorato i 6mila dollari a tonnellata.
- La Costa d'Avorio e il Ghana forniscono il 70% dei semi di cacao a livello mondiale, ma sono stati gravemente colpiti da maltempo e pratiche di coltivazione obsolete.
- I piccoli coltivatori di cacao dell'Africa occidentale pagano il prezzo più alto, nonostante l'aumento dei prezzi sul mercato internazionale.
Negli ultimi mesi, il mondo ha assistito a un fenomeno che ha messo in allarme l’industria del cioccolato e i consumatori: il prezzo del cacao ha raggiunto livelli mai visti da quasi mezzo secolo, con quotazioni che hanno sfiorato i 6mila dollari a tonnellata, più del doppio rispetto a un anno fa. Questo aumento ha radici profonde, legate non solo a fattori climatici avversi ma anche a decenni di sfruttamento e bassi investimenti nel settore, rendendo il cacao una materia prima particolarmente vulnerabile alle crisi.
Le Cause dell’Aumento dei Prezzi
Il drastico aumento dei prezzi del cacao è il risultato di una tempesta perfetta di fattori. Da un lato, abbiamo il maltempo, con il fenomeno di El Niño che ha provocato piogge irregolari e un clima caldo e secco nell’Africa occidentale, principale zona di produzione del cacao. Queste condizioni hanno danneggiato i raccolti in paesi come la Costa d’Avorio e il Ghana, che insieme forniscono il 70% dei semi di cacao a livello mondiale. Dall’altro lato, il settore è stato colpito da decenni di sfruttamento e bassi investimenti, con piantagioni vecchie e poco produttive, tecniche di coltivazione obsolete e una scarsa adozione di fertilizzanti e pesticidi.
Il risultato è un’offerta insufficiente a soddisfare una domanda in crescita, spingendo i prezzi alle stelle. A ciò si aggiunge l’azione dei fondi speculativi che, sfruttando la bassa liquidità del mercato, hanno amplificato il fenomeno con investimenti miliardari in contratti futures sul cacao, aggravando ulteriormente la situazione.
Le Conseguenze sul Mercato e per i Produttori
Le ripercussioni di questo aumento dei prezzi sono molteplici. Per i consumatori, si traduce in un probabile aumento del costo del cioccolato e una riduzione delle dimensioni delle tavolette e delle confezioni. Per i produttori di cioccolato, come il gruppo statunitense Hershey, si prevede una riduzione dei profitti a causa dell’aumento dei costi della materia prima. Ma sono i piccoli coltivatori di cacao dell’Africa occidentale a pagare il prezzo più alto: nonostante l’aumento dei prezzi sul mercato internazionale, i coltivatori continuano a ricevere compensi bassi, che riflettono contratti conclusi mesi o anni prima.
Questo scenario sottolinea l’urgenza di riforme nel settore del cacao, per garantire pratiche più eque e sostenibili. L’Unione Europea sta cercando di intervenire con proposte legislative per aumentare le entrate dei paesi produttori di cacao, ma il cammino verso un cambiamento reale è ancora lungo. La crisi attuale potrebbe però fungere da catalizzatore per accelerare questi processi, spingendo verso investimenti in nuove piantagioni, l’adozione di tecniche di coltivazione più moderne e un rallentamento della domanda insostenibile degli ultimi anni.
In conclusione, la crisi del cacao è un campanello d’allarme che richiama l’attenzione su problemi strutturali di lungo periodo, legati non solo al cambiamento climatico ma anche a pratiche di sfruttamento e a modelli di business insostenibili. Affrontare queste sfide sarà fondamentale non solo per garantire la sopravvivenza dell’industria del cioccolato ma anche per promuovere un futuro più equo e sostenibile per i piccoli produttori di cacao.