E-Mail: [email protected]
- Deflussi netti dai fondi ESG statunitensi hanno raggiunto quasi 5 miliardi di dollari nell'ultimo trimestre del 2023, con un totale annuo di 13 miliardi.
- Importanti gestori patrimoniali come JPMorgan Asset Management e BlackRock hanno ridotto il loro impegno o si sono ritirati da iniziative chiave come la Climate Action 100+, che rappresenta oltre 700 investitori istituzionali.
- La crescente politicizzazione e le pressioni macroeconomiche hanno contribuito alla sotto-performance dei fondi sostenibili, alimentando i deflussi e sollevando preoccupazioni sul futuro della finanza sostenibile.
In un mondo in cui l’attenzione per l’ambiente e la sostenibilità sembrava aver finalmente trovato un posto di rilievo nelle agende delle grandi corporazioni e dei fondi di investimento, assistiamo ora a un’inversione di tendenza che sta sollevando non poche preoccupazioni. La fuga dei grandi gruppi dagli accordi sul climate change e il ritiro di ingenti somme dai progetti di transizione green delineano uno scenario in cui il futuro della finanza sostenibile appare incerto. Questo articolo esplorerà in dettaglio le dinamiche dietro questa crisi degli investimenti ESG (Environmental, Social, and Governance) a Wall Street, analizzando le cause, le implicazioni e le possibili prospettive future.
Il Ritiro dei Giganti della Finanza
Negli ultimi mesi, abbiamo assistito a un vero e proprio esodo dei colossi finanziari americani dagli accordi e dagli impegni assunti in materia di sostenibilità ambientale. JPMorgan Asset Management, State Street Global Advisors, PIMCO e BlackRock, alcuni dei nomi più influenti nel panorama finanziario globale, hanno ridotto significativamente il loro impegno o si sono completamente ritirati da iniziative chiave come la Climate Action 100+. Quest’ultima, un’alleanza che rappresenta oltre 700 investitori istituzionali con asset totali per circa 68mila miliardi di dollari, ha subito un duro colpo con la defezione di questi attori chiave.
Il fenomeno non è isolato. Secondo un rapporto di Morningstar, nel solo ultimo trimestre del 2023, i fondi ESG statunitensi hanno registrato deflussi netti per quasi 5 miliardi di dollari, portando il totale annuo a 13 miliardi. Questa tendenza al ribasso è stata accompagnata da dichiarazioni piuttosto esplicite da parte delle società coinvolte. PIMCO, ad esempio, ha affermato che la propria partecipazione in Climate Action 100+ non era più allineata con il suo approccio alla sostenibilità, mentre State Street ha citato i requisiti rafforzati dell’alleanza come non coerenti con il proprio approccio indipendente.
Le Cause dietro la Crisi
Le ragioni dietro questa fuga dal verde sono molteplici e complesse. Da un lato, vi è la crescente politicizzazione degli investimenti ESG negli Stati Uniti, con una polarizzazione tale da rendere difficile per gli asset manager posizionare i propri prodotti. Dall’altro, le pressioni macroeconomiche, come gli alti tassi di interesse e le interruzioni della catena di fornitura, hanno contribuito alla sotto-performance dei fondi sostenibili, alimentando ulteriormente i deflussi.
Inoltre, la preoccupazione per i rischi legali legati alla nuova strategia di Climate Action 100+, che spinge per una riduzione concreta delle emissioni da parte delle aziende, ha giocato un ruolo non trascurabile. Le società finanziarie temono che l’adozione di tale strategia possa esporle a rischi legali, in particolare negli Stati Uniti, dove il dovere fiduciario dei gestori patrimoniali di agire nell’interesse dei loro clienti potrebbe entrare in conflitto con iniziative di pressione su aziende per politiche ambientali più stringenti.
Implicazioni e Prospettive Future
La crisi degli investimenti ESG a Wall Street solleva interrogativi significativi sul futuro della finanza sostenibile, soprattutto in un contesto globale in cui l’Europa sembra sempre più isolata nel suo impegno per il green. Con la maggior parte dei fondi green marchiati UE, e le elezioni europee che potrebbero influenzare il futuro del Green Deal, il timore è che senza un supporto globale e condiviso, la transizione verso un’economia più sostenibile possa rallentare o addirittura invertire la rotta.
Tuttavia, nonostante questo scenario apparentemente cupo, vi sono ancora spazi di azione e di speranza. Alcune delle aziende che si sono ritirate da Climate Action 100+ hanno dichiarato di continuare a impegnarsi sul tema del cambiamento climatico, evidenziando come, nonostante le pressioni politiche e i rischi legali, l’importanza di affrontare i rischi climatici rimanga una priorità. Inoltre, l’adattamento a un ambiente in cambiamento potrebbe portare allo sviluppo di nuove strategie e approcci che consentano di perseguire obiettivi di sostenibilità in modo più efficace e meno controverso.
In conclusione, la crisi degli investimenti ESG a Wall Street rappresenta una sfida significativa per il futuro della finanza sostenibile, ma anche un’opportunità per ripensare gli approcci e le strategie in questo campo. Sarà fondamentale trovare un equilibrio tra le esigenze economiche, le pressioni politiche e l’urgenza di affrontare il cambiamento climatico, per garantire che la transizione verso un’economia più verde non solo continui, ma si acceleri.
- I big della finanza abbandonano gli investimenti verdi - Tiscali Risparmio analisi
- È iniziata la crisi degli Esg a Wall Street. Report Nyt
- Investimenti e tassi alti, l’allarme del Ft sulla banche di Wall Street
- La crisi del 1929: le cause e le conseguenze del crollo più grave dell'economia
- Le crisi economiche nella storia: dal '29 alla Grande Recessione