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- Approvazione finale della direttiva Case Green prevista per il 12 marzo 2024, segnando un passo decisivo verso un'Europa a zero emissioni.
- Obiettivi intermedi per la riduzione dei consumi energetici fissati al 16% al 2030 e al 20-22% al 2035, stimolando un'accelerazione verso l'efficienza energetica.
- Stop definitivo ai combustibili fossili entro il 2040, con incentivi fiscali per le caldaie a gas metano che saranno cancellati già dal 2025.
Il Parlamento europeo si appresta a votare una direttiva che potrebbe rivoluzionare il panorama abitativo e energetico dell’Unione Europea. La Energy performance of buildings directive (Epbd), nota come direttiva Case Green, è giunta al suo ultimo passaggio legislativo, previsto per martedì 12 marzo 2024, dopo due anni di trattative e a un anno esatto dal primo via libera del Parlamento. Questa direttiva mira a rendere il patrimonio edilizio europeo più sostenibile e efficiente dal punto di vista energetico, con l’obiettivo finale di raggiungere un patrimonio edilizio a zero emissioni entro il 2050.
Il percorso verso l’approvazione di questa direttiva non è stato semplice, ma il voto in Plenaria a Strasburgo rappresenta l’ultimo ostacolo prima dell’adozione formale da parte del Consiglio, che rappresenta i paesi membri. Una volta adottata, la direttiva sarà pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale dell’Unione Europea e entrerà in vigore dopo venti giorni, dando ai paesi membri due anni per il recepimento e per conformarsi alle nuove norme.
Le Principali Novità della Direttiva
La direttiva introduce significative novità in termini di ristrutturazioni, obiettivi di riduzione dei consumi e abbandono dei combustibili fossili. Per quanto riguarda le ristrutturazioni, i paesi membri dovranno definire piani per la riduzione dei consumi del loro patrimonio edilizio residenziale, con obiettivi intermedi di riduzione dei consumi per il parco edilizio degli Stati Membri del 16% al 2030 e del 20-22% al 2035. Questi piani dovranno concentrarsi sul miglioramento delle medie di consumo e non più sulla classe di efficienza dei singoli edifici.
Un altro aspetto fondamentale è lo stop ai combustibili fossili dal 2040, in particolare per le caldaie a gas metano nelle abitazioni. Sebbene gli incentivi fiscali per questi apparecchi saranno cancellati a partire dal 2025, sarà possibile dare incentivi ai sistemi di riscaldamento ibridi, che combinano caldaie e pompe di calore.
Inoltre, la direttiva prevede l’obbligo di installazione di pannelli fotovoltaici per tutti gli edifici nuovi e stabilisce che, dal 2030, anche i nuovi edifici a destinazione residenziale dovranno essere ad emissioni zero.
Impatti e Sfide
La direttiva Case Green rappresenta un passo significativo verso la neutralità climatica dell’intero stock abitativo entro il 2050, ma porta con sé notevoli sfide. I paesi membri dovranno affrontare l’arduo compito di migliorare le prestazioni energetiche degli edifici, con un impegno particolare nella riduzione dei consumi energetici e nell’abbandono dei combustibili fossili. Questo richiederà investimenti significativi in ristrutturazioni e tecnologie innovative, come le pompe di calore e i pannelli solari.
La direttiva stimola anche la creazione delle comunità energetiche rinnovabili e prevede finanziamenti agevolati per i redditi bassi, oltre alla possibilità di cessione del credito con criteri selettivi. Tuttavia, i costi della riqualificazione variano molto a seconda della tipologia di intervento, e il governo ha annunciato una riforma dei bonus per l’edilizia che darà priorità proprio ai lavori di riqualificazione energetica degli edifici residenziali.
Bullet Executive Summary
In conclusione, la direttiva Case Green segna un momento decisivo per il futuro energetico e ambientale dell’Unione Europea, impegnandosi a trasformare il patrimonio edilizio in uno più sostenibile e a zero emissioni entro il 2050. Questa iniziativa non solo contribuirà significativamente alla lotta contro il cambiamento climatico ma stimolerà anche l’innovazione nel settore delle costruzioni e dell’energia rinnovabile.
Da un punto di vista finanziario, la direttiva rappresenta un esempio di investimento sostenibile, che mira a generare impatti positivi sull’ambiente oltre che rendimenti economici. In termini di finanza avanzata, si può considerare un caso di finanza climatica, che si concentra su investimenti specifici per combattere il cambiamento climatico e promuovere la transizione verso un’economia a basse emissioni di carbonio. Questo approccio evidenzia l’importanza di integrare considerazioni ambientali, sociali e di governance (ESG) nelle decisioni di investimento, per contribuire a un futuro più sostenibile.