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Stellantis ferma gli impianti: cassa integrazione e ferie anticipate a mirafiori

scopri come la crisi del mercato auto elettriche sta influenzando la produzione negli stabilimenti italiani di stellantis, con nuove sospensioni produttive e cassa integrazione.
  • Stellantis ha annunciato due nuovi stop produttivi in Italia, coinvolgendo gli impianti di Melfi, Potenza e Mirafiori.
  • Nel primo mese di Ecobonus, è stato utilizzato il 61% delle risorse stanziate, pari a 421 milioni di euro, con 25.273 prenotazioni per auto elettriche in meno di 9 ore.
  • Gli operai di Mirafiori smetteranno di lavorare 20 giorni prima del consueto stop estivo, con la cassa integrazione dal 15 luglio al 4 agosto.

Stellantis ha annunciato due nuovi stop produttivi in Italia, coinvolgendo gli impianti di Melfi, Potenza e Mirafiori. In Basilicata, la produzione sarà bloccata per una settimana, mentre nello storico stabilimento piemontese l’attività subirà uno stop da metà luglio fino alla fine di agosto. Secondo un comunicato sindacale, a Mirafiori scatteranno tre settimane di cassa integrazione dal lunedì 15 luglio a domenica 4 agosto. Il lunedì successivo, l’impianto torinese fermerà per tre settimane di pausa estiva.

Edi Lazzi, segretario generale della Fiom Cgil di Torino, e Gianni Mannori, responsabile Fiom per Mirafiori, hanno commentato: «Non ci aspettavamo nulla di diverso. Nonostante gli incentivi, senza nuovi modelli da produrre, non c’è continuità».

In Italia, il Ministero delle Imprese ha comunicato i dati sul primo mese di Ecobonus. A maggio, è stato utilizzato il 61% delle risorse stanziate, pari a 421 milioni di euro. Su 118.015 prenotazioni, l’80% prevede la rottamazione e gli incentivi sono stati richiesti dall’84% delle persone fisiche. Per le auto elettriche, il bonus di oltre 200 milioni è stato esaurito in meno di 9 ore, con 25.273 prenotazioni. Il 44% delle rottamazioni ha riguardato auto da Euro 0 a Euro 3. Oltre un quarto delle risorse, il 26,7%, è stato richiesto da soggetti con un ISEE inferiore a 30mila euro.

La Situazione di Mirafiori

L’agonia di Mirafiori continua, nonostante gli incentivi. La storica fabbrica torinese, ora in mano a Stellantis, chiuderà con 20 giorni di anticipo rispetto alla fermata estiva. Dopo un maggio deserto, il reparto Carrozzerie, cuore della produzione, terrà gli impianti fermi dal 15 luglio al 25 agosto. Gli operai smetteranno di lavorare venti giorni prima del consueto 4 agosto, data in cui lo stabilimento chiude per ferie.

Questo è l’ultimo schiaffo della casa automobilistica franco-italiana alle porte di Torino, diventata ormai una periferia dell’impero. Dopo l’accordo su oltre mille uscite incentivate a marzo, Stellantis ha comunicato il prolungamento della cassa integrazione per i lavoratori di Mirafiori, con un contratto di solidarietà per 1.174 dipendenti dal 23 aprile al 4 agosto, giorno dello stop estivo anticipato.

La causa principale è il mercato asfittico della 500e, l’unico modello di larga scala prodotto a Torino. «Non ci aspettavamo nulla di diverso», hanno commentato Edi Lazzi e Gianni Mannori. Per tranquillizzare il governo Meloni, Carlos Tavares ha annunciato l’arrivo della 500 ibrida dalla seconda metà del 2026, senza spostare le condizioni. Il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, ha dichiarato che entro giugno ci sarà un accordo definitivo sull’obiettivo di 1 milione di veicoli prodotti in Italia.

Le Sfide del Settore Automotive

Stellantis ha confermato il fermo delle Carrozzerie di Mirafiori dal 15 luglio al 25 agosto. A settembre, la ripresa sarà in salita, con l’arrivo di contratti di solidarietà fino a fine anno anche sulla linea della 500 elettrica. Le «ferie anticipate» per le Carrozzerie di Mirafiori sono state anticipate dal Corriere Torino. La nuova cassa integrazione scatterà dal 15 luglio al 4 agosto, con giorni di festa per i 125 anni di Fiat (l’11 luglio) e il lancio della Nuova Panda elettrica.

Sara Rinaudo, segretario territoriale Fismic Confsal di Torino, ha dichiarato: «Comprendiamo le sfide che il settore automotive sta affrontando a livello globale. I rapidi cambiamenti tecnologici, le nuove regolamentazioni ambientali e le fluttuazioni del mercato stanno mettendo alla prova la resilienza di tutti i soggetti coinvolti, dalle aziende ai lavoratori. In questo contesto complesso, è fondamentale non dimenticare l’importanza del capitale umano. I lavoratori di Mirafiori hanno contribuito al successo dell’azienda e rappresentano una risorsa inestimabile di competenze e dedizione».

Il 26 luglio è previsto un nuovo incontro tra l’azienda e le parti sociali per valutare l’estensione dei contratti di solidarietà fino a fine anno sulla linea della 500 elettrica. L’avvio della produzione della 500 ibrida, che garantirà maggiori volumi di produzione, è atteso per aprile 2026. Per gli operai di Mirafiori, complice la crisi della mobilità elettrica, si profilano 18 mesi di passione.

Il Futuro di Mirafiori

Lo stop per le Carrozzerie di Mirafiori è stato comunicato ai sindacati metalmeccanici torinesi. L’interruzione produttiva dei modelli Bev500 e Maserati dal 15 luglio fino al 4 agosto sarà seguita dalla chiusura per la pausa estiva dal 5 al 25 agosto, per un totale di sei settimane di chiusura, 42 giorni, dopo la sospensione produttiva di maggio.

Secondo Edi Lazzi e Gianni Mannori, la situazione è preoccupante, con un aumento delle richieste di utilizzo degli ammortizzatori sociali anche in altre aziende metalmeccaniche. Nel mese di riapertura delle Carrozzerie, non si è lavorato a pieno ritmo, con l’utilizzo della cassa integrazione a turni alternati.

Rocco Cutrì, segretario generale della Fim-Cisl torinese, ha confermato la tragica situazione, richiamando tutti, azienda e istituzioni, alle proprie responsabilità. Igor Albera, responsabile di Mirafiori della Fim-Cisl provinciale, ha sottolineato che la situazione di Mirafiori è delicata nel contesto più ampio del settore auto, che attraversa una fase critica, frutto di scelte industriali.

Un portavoce dell’azienda ha dichiarato: «La Fiat 500e sta ottenendo ottimi risultati in Europa. Nei primi 5 mesi del 2024, nel segmento delle city car BEV, completamente elettriche, 4 auto acquistate su 10 sono 500e. Tuttavia, il segmento delle city car BEV in Europa nei primi 5 mesi si è ridotto del 37% rispetto allo stesso periodo del 2023. In Italia, il mix BEV è su livelli bassi intorno al 4%, nonostante gli incentivi. Questo non è sufficiente a mantenere la continuità della produzione. La scelta di produrre la nuova 500 Ibrida a Mirafiori è coerente con la responsabilità sociale del brand».

Sara Rinaudo ha aggiunto: «È indispensabile discutere un piano strategico che tuteli i posti di lavoro e stimoli prospettive di crescita e sviluppo con l’arrivo di nuovi modelli. La preoccupazione è che la 500e e la 500 ibrida (attesa per l’avvio della produzione) non siano sufficienti per una piena transizione di Mirafiori».

Edi Lazzi e Gianni Mannori hanno concluso: «Assisteremo a Torino all’inaugurazione della Grande Panda, l’erede di una vettura venduta in milioni di esemplari, ma non prodotta nella nostra città. Festeggeranno i 125 anni di Fiat, ma cambieranno l’acronimo in Fa, poiché la I di Italia e la T di Torino non ci sono più».

Bullet Executive Summary

In conclusione, la situazione di Mirafiori e degli altri stabilimenti Stellantis in Italia è un riflesso delle sfide globali che il settore automotive sta affrontando. La transizione verso l’elettrico, le nuove regolamentazioni ambientali e le fluttuazioni del mercato stanno mettendo alla prova la resilienza delle aziende e dei lavoratori. Nonostante gli incentivi, senza nuovi modelli da produrre, la continuità della produzione è a rischio. È fondamentale discutere un piano strategico che tuteli i posti di lavoro e stimoli prospettive di crescita e sviluppo.

Una nozione base di economia e finanza correlata al tema principale dell’articolo è il concetto di domanda e offerta. La domanda di veicoli elettrici è influenzata da vari fattori, tra cui gli incentivi governativi, le preferenze dei consumatori e le condizioni economiche generali. Quando la domanda è bassa, come nel caso delle city car BEV in Italia, le aziende possono trovarsi costrette a ridurre la produzione.

Una nozione avanzata di economia e finanza applicabile al tema dell’articolo è il concetto di economia di scala. Le economie di scala si verificano quando un’azienda può ridurre i costi di produzione aumentando la quantità di produzione. Tuttavia, se la domanda di un prodotto è bassa, l’azienda non può beneficiare delle economie di scala, il che può portare a costi più elevati per unità prodotta e, in ultima analisi, a decisioni come la riduzione della produzione o la chiusura temporanea degli impianti.

Questa situazione ci invita a riflettere sull’importanza di un approccio strategico e lungimirante nella gestione delle risorse e delle capacità produttive, nonché sulla necessità di politiche governative che supportino una transizione sostenibile e inclusiva verso nuove tecnologie e modelli di business.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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