E-Mail: [email protected]
- Le principali case automobilistiche hanno subito un tonfo medio del 12% nelle ultime cinque sedute, spazzando via 80 miliardi di dollari di valore di mercato.
- Ford ha registrato una perdita di 2,5 miliardi di dollari nella divisione veicoli elettrici nei primi sei mesi del 2024.
- General Motors ha posticipato la costruzione del secondo stabilimento per camion elettrici e ha ammesso che l'obiettivo di un milione di veicoli elettrici entro il 2025 non sarà raggiunto.
- Le vendite di auto elettriche di Mercedes-Benz sono calate del 17% e l'azienda ha ridimensionato i piani sull'elettrico per investire nei motori termici.
- Volkswagen e Mercedes stanno investendo milioni di euro nei nuovi motori termici, con una produzione di veicoli elettrici ridotta del 40-45% rispetto alle previsioni.
Nell’ultimo periodo, il settore automobilistico ha vissuto una fase di turbolenza senza precedenti. La settimana appena trascorsa è stata particolarmente difficile per i giganti dell’auto, con ribassi fragorosi in Piazza Affari e a Wall Street. Le principali case automobilistiche, tra cui Ford, General Motors (GM), Stellantis e Tesla, hanno subito un tonfo medio del 12% nelle ultime cinque sedute, spazzando via 80 miliardi di dollari di valore di mercato. Questo calo ha avuto un impatto devastante anche sulla galassia Agnelli, con Iveco crollata di oltre il 20% e Stellantis del 13%, mentre la cassaforte Exor ha arretrato del 3% ad Amsterdam. L’unica a limitare i danni è stata Ferrari, con un calo dello 0,8%.
Il mercato dell’auto sta vivendo una fase critica. Dopo le strozzature dell’offerta nel periodo post-Covid, quando i costruttori non riuscivano a soddisfare la repentina risalita della domanda, la situazione si è ora capovolta. La domanda ristagna sia in Europa che negli Stati Uniti, con crescenti scorte di veicoli invenduti. La tanto attesa svolta verso l’elettrico sta procedendo più lentamente del previsto, nonostante la forbice di prezzo con le auto termiche si stia riducendo. Un recente studio di iSeeCars ha mostrato che le vetture elettriche usate, negli Stati Uniti, oggi costano meno di quelle a benzina. Tuttavia, nonostante questo storico sorpasso, la richiesta di auto a batteria fatica a decollare.
Le difficoltà delle grandi case automobilistiche
Ford è stata particolarmente bastonata a Wall Street, con un crollo del 18% nella seduta del 25 luglio, il peggiore dal 2009. Questo è stato causato dalla diffusione di deboli utili trimestrali, spese-extra per richiami di auto e camion, e un buco legato alla divisione “Model E”, che raggruppa i veicoli elettrici e ha perso 2,5 miliardi di dollari in sei mesi. Questa cifra monstre si traduce in quasi 50mila dollari di rosso su ogni veicolo elettrico venduto. Per l’intero 2024, la perdita potrebbe lievitare a 5,5 miliardi di dollari.
Anche General Motors ha posticipato la costruzione del secondo stabilimento negli Stati Uniti per la produzione di camion elettrici. La CEO Mary Barra ha ammesso che l’obiettivo di un milione di veicoli elettrici prodotti nel 2025 non sarà centrato a causa della domanda inferiore alle aspettative. Tesla, leader della rivoluzione EV (Electric Vehicle), ha visto ricavi e margini arretrare a causa dei ripetuti tagli dei prezzi dei modelli per fronteggiare il rallentamento delle vendite e la crescente concorrenza in Cina.
In Europa, gli ingenti investimenti sull’elettrificazione non stanno dando i riscontri sperati. Mercedes-Benz ha riportato un calo del 17% delle vendite della divisione EV e ha ridimensionato i piani sull’elettrico per investire sulla gamma di auto termiche. Anche Stellantis ha annunciato un maggiore focus sulle auto ibride, con l’obiettivo di avere 36 modelli entro il 2026, mentre gli impianti italiani sono in forte difficoltà.
Il ritorno dei motori termici
Nel corso del 2024, la strategia delle case automobilistiche sulle auto green è stata ridimensionata. Volkswagen spenderà milioni di euro nei nuovi motori termici, mentre Mercedes ha annunciato grandi investimenti nella combustione interna. Altre aziende, come Porsche, Ford e GM, stanno rivedendo i piani nei confronti delle elettriche. Secondo il fornitore francese OPmobility, le aziende stanno producendo più veicoli elettrici di quanto richiesto dal mercato, a causa del calo della domanda. Questo ha portato a un netto passo indietro, con francesi, tedeschi e americani che stanno producendo il 40-45% di veicoli elettrici in meno rispetto a quanto prospettato in precedenza.
Il CEO di OPmobility, Laurent Favre, ha affermato che “stiamo adattando il modo in cui lavoriamo ai nostri clienti”. Questa nuova strategia del settore automotive vede le aziende aspettare i clienti per comprendere le loro preferenze. Ad esempio, il CEO di Alfa Romeo, Imparato, ha messo in dubbio il futuro solo elettrico, aprendo all’ipotesi delle nuove Stelvio e Giulia anche con motori ibridi. “C’è un rinnovato interesse per gli ibridi e gli ibridi plug-in”, ha detto Favre, citando le parole di Alfa Romeo. “Alcuni clienti, in particolare negli Stati Uniti, stanno pianificando di passare dai classici veicoli con motore a combustione interna ai veicoli elettrici concentrandosi sullo sviluppo degli ibridi plug-in”, considerati un ponte tra le due motorizzazioni.
Il caso Volvo: simbolo del cambio di rotta
Volvo, marchio simbolo della rivoluzione elettrica, sta muovendosi per una necessaria riprogrammazione del marchio. Volvo è stata tra i primi brand a giurare fedeltà all’elettrico, ma ora potrebbe profilarsi un cambiamento scioccante. L’imprevisto è la riduzione delle proiezioni di vendita di auto elettriche rispetto alle aspettative del 2019. Volvo, punto di riferimento, si unisce ai costruttori che stanno correggendo la rotta a causa di dubbi fastidiosi.
Lo scorso anno, Bjorn Annwall, Chief Commercial Officer di Volvo Cars, prometteva che dal 2030 la casa automobilistica svedese di proprietà cinese non avrebbe venduto un’auto globale che non fosse completamente elettrica. Tuttavia, con il calo delle vendite di veicoli elettrici nei mercati di Cina e Stati Uniti, Volvo potrebbe dover riconsiderare la sua visione. Nell’incontro con gli investitori del 18 luglio, il CEO di Volvo, Jim Rowan, ha riaffermato il sostegno alla propulsione elettrica, definendola una tecnologia superiore alle altre proposte. Tuttavia, ha riconosciuto che ci vorrà tempo per una completa elettrificazione globale.
Gli ibridi plug-in e i mild hybrid rimangono apprezzati, e Volvo continuerà a investire in queste tecnologie. La produzione di varianti ibride di XC90 e XC60 continuerà oltre il 2030. In un’epoca di grande incertezza, Volvo ha dubbi, ma non intende interrompere la produzione di modelli ibridi plug-in e mild hybrid 48 volt.
Bullet Executive Summary
In conclusione, il settore automobilistico sta attraversando una fase di grande incertezza e cambiamento. La transizione verso l’elettrico, che sembrava inevitabile, sta incontrando ostacoli significativi. Le principali case automobilistiche stanno rivedendo i loro piani e investendo nuovamente nei motori termici e nelle tecnologie ibride. Questo cambiamento di rotta è dovuto principalmente alla domanda inferiore alle aspettative per i veicoli elettrici e alle difficoltà economiche che stanno affrontando.
Una nozione base di economia e finanza correlata a questo tema è il concetto di domanda e offerta. La domanda per i veicoli elettrici non ha raggiunto i livelli previsti, portando a un eccesso di offerta e a scorte invendute. Questo ha costretto le case automobilistiche a rivedere le loro strategie e a investire nuovamente nei motori termici e nelle tecnologie ibride.
Una nozione avanzata di economia e finanza applicabile a questo tema è il concetto di costo opportunità. Le case automobilistiche devono valutare il costo opportunità di investire nell’elettrico rispetto ad altre tecnologie. Se la domanda per i veicoli elettrici non cresce come previsto, l’investimento in queste tecnologie potrebbe non essere redditizio. Pertanto, le aziende stanno riconsiderando le loro strategie per massimizzare i profitti e minimizzare i rischi.
Questa situazione ci invita a riflettere su come le dinamiche di mercato possano influenzare le decisioni aziendali e su come le aziende debbano essere pronte ad adattarsi ai cambiamenti per rimanere competitive.