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- La Federal Reserve ha mantenuto invariato il costo del denaro al 5,5%, il livello più alto degli ultimi 23 anni.
- In Europa, l'inflazione annua a luglio 2024 è salita al 2,6% rispetto al 2,5% di giugno.
- Negli Stati Uniti, il costo della vita è cresciuto del 3% su base annua a giugno, inferiore al 3,1% stimato dagli analisti.
La Situazione Attuale dell’Inflazione
Il 31 luglio 2024, la Federal Reserve americana, guidata da Jerome Powell, ha deciso di mantenere invariato il costo del denaro al 5,5%, il livello più alto degli ultimi 23 anni. Questa decisione è stata presa durante l’ottava riunione consecutiva del Federal Open Market Committee (FOMC), senza alcuna riduzione dei tassi. Tuttavia, le notizie provenienti dall’Europa sono state meno favorevoli. L’Eurostat ha certificato un aumento medio dei prezzi a luglio del 2,6% rispetto al 2,5% di giugno, con l’inflazione core attestata al 2,9%.
Questi dati sollevano interrogativi sulle possibilità che la Fed e la Banca Centrale Europea (BCE) possano rinunciare alla decisione di ridurre i tassi a settembre. Gli economisti e i grandi investitori stanno osservando attentamente l’evoluzione della situazione.
Andamento dei Prezzi negli Stati Uniti e in Europa
Negli Stati Uniti, i prezzi hanno mostrato una tendenza costante al raffreddamento. A giugno, si è registrata una diminuzione mese su mese dello 0,1%, con una crescita tendenziale del costo della vita al 3% su base annua, inferiore al 3,1% stimato dagli analisti e al 3,3% di maggio. In Europa, invece, il costo della vita a luglio è tornato a crescere. L’inflazione annua è salita al 2,6% a luglio 2024, rispetto al 2,5% di giugno, secondo le stime di Eurostat.
Le principali componenti dell’inflazione nell’area euro mostrano tassi annuali elevati per i servizi (4,0% a luglio rispetto al 4,1% di giugno), seguiti da cibo, alcol e tabacco (2,3% rispetto al 2,4% di giugno), energia (1,3% rispetto allo 0,2% di giugno) e beni industriali non energetici (0,8% rispetto allo 0,7% di giugno). In Italia, l’Istat ha certificato a luglio una crescita dei prezzi dell’1,3% su base annua e dello 0,3% su base mensile.
Rallentamento dell’Economia Reale
Questi dati complicano il quadro per le banche centrali, che devono combattere l’inflazione in un contesto di rallentamento economico. Negli Stati Uniti, i dati sull’occupazione mostrano un aumento di 122.000 posti di lavoro nell’ultimo mese, inferiore alle previsioni. In Europa, la crescita del PIL nel secondo trimestre è rimasta stabile al +0,3% rispetto al trimestre precedente, con un campanello d’allarme proveniente dalla Germania, dove il PIL si è contratto dello 0,1%.
La riduzione dei tassi di interesse potrebbe rappresentare una boccata d’ossigeno necessaria per sostenere lo sviluppo dell’economia reale. Negli Stati Uniti, lo scenario probabile prevede un taglio dei tassi a settembre e uno a dicembre. Gli analisti di Pimco, leader globale nel mercato del reddito fisso, ritengono che la Federal Reserve abbia mantenuto i tassi di interesse invariati con modeste modifiche alla dichiarazione di politica monetaria, ponendo le basi per un potenziale taglio dei tassi a settembre.
Prospettive per la BCE
La BCE si trova a un bivio. I dati negativi sui prezzi nell’area euro potrebbero modificare le aspettative di un nuovo taglio del costo del denaro a settembre. Secondo Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm, a luglio l’inflazione nell’area euro ha registrato un’accelerazione inaspettata. I dati preliminari indicano che l’inflazione complessiva è salita al 2,6% dal 2,5% di giugno, mentre l’inflazione core, che esclude componenti volatili come energia, alcolici e alimentari, si è attestata al 2,9%, leggermente al di sopra del 2,8% atteso dal mercato.
Questo dato complica il percorso della BCE verso un secondo taglio dei tassi di interesse, atteso per la prossima riunione del 12 settembre. I mercati avevano previsto un’80% di possibilità che la BCE tagliasse i tassi di 25 punti base, ma queste probabilità potrebbero ridursi. L’indicatore decisivo sarà la prossima lettura dell’inflazione, prevista per fine agosto.
BCE: Pressioni Interne sui Prezzi
Il bollettino economico della BCE di luglio 2024 ha confermato che il Consiglio direttivo ha deciso di mantenere invariati i tre tassi di interesse di riferimento. Le nuove informazioni sono in linea con la precedente valutazione del Consiglio sulle prospettive di inflazione a medio termine. A maggio, alcune misure relative all’inflazione di fondo hanno registrato un modesto rialzo a causa di fattori una tantum, mentre a giugno le misure sono rimaste più stabili o sono lievemente diminuite.
Le aspettative indicano che l’impatto inflazionistico dell’elevata crescita salariale sarà assorbito dai profitti. La politica monetaria della BCE mantiene condizioni di finanziamento restrittive, con pressioni interne sui prezzi che restano alte. L’inflazione dei servizi è elevata e si prevede che l’inflazione complessiva rimanga al di sopra dell’obiettivo per il prossimo anno. Il Consiglio direttivo è determinato ad assicurare un ritorno tempestivo dell’inflazione all’obiettivo del 2% a medio termine e manterrà i tassi di riferimento su livelli restrittivi finché sarà necessario.
Per determinare il livello e la durata della restrizione, il Consiglio direttivo continuerà a seguire un approccio guidato dai dati, con decisioni definite di volta in volta a ogni riunione. Le decisioni sui tassi di interesse saranno basate sulla valutazione delle prospettive di inflazione, sui nuovi dati economici e finanziari, sulla dinamica dell’inflazione di fondo e sull’intensità della trasmissione della politica monetaria. Il Consiglio direttivo non intende vincolarsi a un particolare percorso dei tassi.
Bullet Executive Summary
In conclusione, la situazione attuale dell’inflazione in Europa e negli Stati Uniti presenta sfide significative per le banche centrali. Negli Stati Uniti, la Federal Reserve ha mantenuto invariati i tassi di interesse al 5,5%, mentre in Europa l’inflazione è tornata a crescere, complicando il percorso della BCE verso un possibile taglio dei tassi a settembre. Le decisioni future dipenderanno dall’evoluzione dei dati economici e finanziari, con un’attenzione particolare all’inflazione core e alle pressioni interne sui prezzi.
Una nozione base di economia e finanza correlata al tema principale dell’articolo è il concetto di inflazione core. Questa misura esclude le componenti volatili come energia, cibo e tabacco, fornendo un’indicazione più stabile dell’andamento dei prezzi. È un indicatore chiave per le banche centrali nella formulazione delle politiche monetarie.
Una nozione avanzata di economia e finanza applicabile al tema dell’articolo è il tasso di neutralità. Questo è il tasso di interesse che, in teoria, dovrebbe mantenere l’economia in equilibrio, né stimolando né frenando la crescita economica. Determinare il tasso di neutralità è complesso e richiede un’analisi approfondita delle condizioni economiche e delle aspettative future. Le banche centrali utilizzano questo concetto per calibrare le loro politiche monetarie, cercando di trovare un equilibrio tra la lotta all’inflazione e il sostegno alla crescita economica.
Riflettendo su questi concetti, è evidente come le decisioni di politica monetaria siano intricate e influenzate da molteplici fattori. La sfida per le banche centrali è trovare un equilibrio che possa sostenere l’economia senza alimentare ulteriormente l’inflazione. In questo contesto, è fondamentale monitorare costantemente i dati economici e adattare le politiche in modo flessibile e tempestivo.