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Come la manovra da 25 miliardi influenzerà i tuoi fringe benefit?

Scopri come la nuova legge di bilancio 2025 potrebbe rimodulare i fringe benefit fino a 2.000 euro per tutti i dipendenti e quali sono le altre misure fiscali e occupazionali in arrivo.
  • Il governo sta valutando un limite uniforme per i fringe benefit, tra 1.500 e 2.000 euro per tutti i dipendenti.
  • Il settore sanitario vedrà un ulteriore finanziamento, oltre ai 5 miliardi già previsti.
  • Il piano di privatizzazioni mira a raggiungere un target complessivo di 0,7% del Pil nel periodo 2024-26.

La stesura della legge di bilancio per il 2025 si concentra su due direttrici principali: l’alleggerimento delle tasse e il sostegno all’occupazione. Il governo, guidato dal ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti, sta valutando di confermare la maxi-deduzione per le imprese che assumono, una misura in scadenza a fine anno. Allo stesso tempo, si sta esaminando una revisione dei fringe benefit, con la possibilità di stabilire un limite uniforme per tutti i dipendenti, che potrebbe variare tra 1.500 e 2.000 euro.

Sanità e bonus psicologo

Nell’ambito della manovra, il settore sanitario non subirà riduzioni di budget. Aggiungendo ai 5 miliardi già previsti nella precedente legge di bilancio, si prevede un ulteriore finanziamento, da concordiare con il ministero dell’Economia. Inoltre, si sta preparando un rifinanziamento del bonus psicologo, un sussidio per i costi della psicoterapia introdotto nel 2022 e rinnovato nella scorsa manovra. Tuttavia, per renderlo permanente, sarà necessario reperire i fondi necessari.

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Impatto stimato di 25 miliardi

Il sottosegretario all’Economia Federico Freni ha stimato un impatto di 25 miliardi per la legge di bilancio 2025. La definizione delle misure dipenderà dalle risorse disponibili, che al momento appaiono limitate. Il nuovo Piano strutturale di bilancio (Psb), che sostituirà la Nadef, sarà fondamentale per delineare la cornice finanziaria della manovra e gli obiettivi programmatici pluriennali. Questo documento dovrà essere inviato a Bruxelles entro il 20 settembre e il ministro Giorgetti intende portarlo in Consiglio dei Ministri entro metà settembre.

Il piano privatizzazioni

Il piano di privatizzazioni potrebbe subire modifiche. Nell’ultimo Def, presentato in primavera, l’obiettivo originale di raggiungere l’1% del Pil è stato rivisto, fissando un nuovo target complessivo per il periodo 2024-26 allo 0,7% (circa 14 miliardi). Al momento, il traguardo raggiunto è di circa 3 miliardi, ma non si escludono ulteriori azioni. Le entità sotto osservazione includono Mps, Fs, Enav, Eni e una possibile apertura del mercato portuale. La situazione di Poste rimane incerta: l’iniziale previsione a gennaio posizionava la quota di partecipazione statale non al di sotto del 35%, ma alla fine di maggio, questo obiettivo è stato modificato al 51%, riducendo così il possibile introito a circa 2 miliardi.

Rimodulazione dei fringe benefit

Il governo sta lavorando a una nuova impostazione per l’esenzione dei fringe benefit nel 2025. Attualmente, la soglia è fissata a 2.000 euro per i lavoratori con figli a carico e a 1.000 euro per tutti gli altri. La nuova proposta potrebbe vedere un tetto unico, compreso tra 1.500 e 2.000 euro, per tutti i dipendenti. Introdotta dal governo Draghi e ampliata dal governo Meloni, questa misura si è dimostrata efficace per il benessere economico delle famiglie. Secondo una ricerca di The European House-Ambrosetti, i fringe benefit hanno contribuito a un aumento degli acquisti dello 0,8% rispetto al 2023.

Bullet Executive Summary

La manovra da 25 miliardi per il 2025 si concentra su misure fiscali e occupazionali, con un’attenzione particolare alla rimodulazione dei fringe benefit. La sanità e il bonus psicologo saranno rifinanziati, mentre il piano di privatizzazioni potrebbe subire modifiche. La sfida principale sarà definire gli obiettivi finanziari su un orizzonte di 5 anni, con un impatto stimato di 25 miliardi.

In economia, il concetto di fringe benefit rappresenta una forma di welfare aziendale che non solo migliora il benessere dei dipendenti, ma può anche avere effetti positivi sull’economia generale. Questi benefici, esentasse entro certi limiti, sono un incentivo per le aziende a investire nel benessere dei propri lavoratori, creando un circolo virtuoso di produttività e soddisfazione.

Una nozione avanzata correlata è quella della curva di Laffer, che illustra la relazione tra aliquote fiscali e entrate fiscali totali. Secondo questa teoria, esiste un punto ottimale di tassazione che massimizza le entrate senza scoraggiare la produzione e l’occupazione. La rimodulazione dei fringe benefit potrebbe essere vista come un tentativo di trovare questo equilibrio, incentivando le aziende a offrire più benefici senza gravare eccessivamente sul bilancio dello Stato.

In conclusione, la manovra 2025 rappresenta una sfida complessa ma cruciale per il governo, che dovrà bilanciare esigenze fiscali, occupazionali e sociali. La rimodulazione dei fringe benefit potrebbe essere una mossa strategica per sostenere il benessere economico delle famiglie italiane, stimolando al contempo la crescita economica.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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