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- La produzione di Stellantis in Italia è diminuita del 31,7% nei primi nove mesi del 2024.
- Nel polo di Mirafiori, la produzione è crollata del 68,4% con sole 22.240 auto prodotte, di cui 20.210 sono Fiat 500 elettriche.
- Le previsioni per il 2024 indicano una produzione totale inferiore a 500.000 unità, rispetto alle 751.000 del 2023.
La situazione attuale di Stellantis, nata dalla fusione tra Fiat Chrysler Automobiles (FCA) e il gruppo francese PSA, rappresenta un punto critico nel panorama industriale italiano e globale. La produzione automobilistica in Italia ha subito un drastico calo, con una diminuzione del 31,7% nei primi nove mesi del 2024. Questo declino è particolarmente evidente nel polo produttivo di Torino, Mirafiori, dove la produzione è scesa del 68,4%, con sole 22.240 auto prodotte. Di queste, 20.210 sono Fiat 500 elettriche e 2.030 Maserati. Questo segna un record negativo senza precedenti, considerando che nel 2019, sotto la gestione di FCA, la produzione era significativamente più bassa, ma comunque più stabile.
Un Confronto con il Passato
Il confronto con gli anni precedenti evidenzia una situazione di profondo rosso per Stellantis. Nel 2023, la produzione totale del gruppo in Italia era di 751.000 unità, mentre le previsioni per il 2024 indicano un totale inferiore a 500.000 unità, considerando anche i veicoli commerciali. Questo rappresenta un allontanamento significativo dall’obiettivo di produrre un milione di unità entro il 2030. La crisi è accentuata dal fatto che tutti gli stabilimenti italiani di Stellantis, inclusi Pomigliano d’Arco e Atessa, hanno registrato performance negative. A Modena, la produzione di Maserati si è fermata a 220 vetture nei primi nove mesi del 2024, un calo del 75,8% rispetto all’anno precedente.
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Le Reazioni Politiche e Sindacali
La crisi di Stellantis ha suscitato reazioni forti sia dal mondo politico che sindacale. Carlo Calenda, senatore e segretario nazionale di Azione, ha criticato duramente il governo per la mancanza di un piano di politica industriale per il settore automobilistico. Ha definito la situazione attuale come un “atto di noncuranza criminale” da parte della politica italiana, che sembra più concentrata su divisioni interne piuttosto che su soluzioni concrete per un settore strategico come l’automotive. I sindacati, nel frattempo, hanno indetto uno sciopero per il 18 ottobre, chiedendo risposte concrete e immediate per affrontare la crisi.
Prospettive Future e Riflessioni
La crisi di Stellantis solleva interrogativi importanti sul futuro dell’industria automobilistica in Italia e in Europa. La scelta di puntare sull’auto elettrica, sebbene vista come una necessità per la transizione ecologica, ha incontrato resistenze e difficoltà di mercato. La concorrenza delle auto cinesi, più economiche, ha ulteriormente complicato la situazione. Le proposte di Calenda, che includono dazi sulle auto cinesi e incentivi per lo svecchiamento del parco auto, mirano a proteggere l’industria europea, ma richiedono un’azione concertata a livello politico e industriale.
In conclusione, la crisi di Stellantis ci offre l’opportunità di riflettere su alcune nozioni fondamentali di economia e finanza. In primo luogo, il concetto di economia di scala è cruciale: la capacità di un’azienda di ridurre i costi aumentando la produzione è essenziale per mantenere la competitività. Tuttavia, quando la domanda cala, come nel caso di Stellantis, le economie di scala possono trasformarsi in un fardello. In secondo luogo, la diversificazione del rischio è una strategia avanzata che le aziende possono adottare per mitigare gli effetti di una crisi in un settore specifico. Stellantis potrebbe esplorare nuove opportunità di mercato o innovazioni tecnologiche per diversificare il proprio portafoglio e ridurre la dipendenza da un singolo segmento di mercato. Queste riflessioni ci invitano a considerare come le dinamiche economiche e finanziarie influenzino le decisioni aziendali e, in ultima analisi, il benessere economico di intere nazioni.