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Diritto a riparare il frigo o lo smartphone rotto: l’Europa rottama l’obsolescenza programmata

Dal 30 luglio 2024, il diritto alla riparazione è ufficialmente in vigore nell'UE. Scopri come questa direttiva cambierà il mercato, l'ambiente e le opportunità per le imprese.
  • La direttiva UE 2024/1799 è entrata in vigore il 30 luglio 2024, obbligando i produttori a rendere i prodotti riparabili.
  • In Italia, ci sono 68mila imprese nell’autoriparazione e 3.900 nella riparazione di elettrodomestici, pronte a trarre vantaggio da questa direttiva.
  • I consumatori avranno diritto a un'estensione di un anno della garanzia legale se scelgono di riparare il prodotto difettoso.

Il 30 luglio 2024 è entrato ufficialmente in vigore nell’Unione Europea il “diritto alla riparazione” che va a contrastare l’obsolescenza programmata, cioè l’invecchiamento imposto dai produttori agli elettrodomestici.

Un passo significativo verso la realizzazione del Green Deal europeo. Questa direttiva, approvata dal Parlamento europeo alla fine di aprile, mira a rendere la nostra società e la nostra economia più sostenibili a livello ambientale, concentrandosi sulla possibilità di riparare un bene già in nostro possesso, al posto di sostituirlo con uno nuovo. I 27 Paesi membri dell’UE hanno tempo fino al 31 luglio 2026 per adeguarsi e recepire le disposizioni della direttiva nella loro normativa nazionale.

L’impatto dell’obbligo di riparazione degli elettrodomestici su mercato e imprese

A livello pratico, molto dipenderà da come la direttiva sarà recepita in Italia e da come il mercato si adatterà alle nuove regole. Secondo Davide Rossi, direttore generale dell’Aires (Associazione italiana retailers elettrodomestici specializzati), le imprese del retail vedono la direttiva come un’opportunità per diventare centri di assistenza e non solo venditori. Se si apre il mercato della riparazione, ne avrà un vantaggio l’economia, l’ambiente e i posti di lavoro, disseminati in maniera uniforme sui territori. L’Aires ha seguito la direttiva fin dall’inizio ed è pronta a lavorare con il Mimit per il recepimento, insistendo su due punti cruciali: la disponibilità delle parti di ricambio a prezzi di costo e incentivi fiscali per le imprese che si attivano per diventare riparatori, come un’Iva agevolata sul costo della riparazione e un supporto per la formazione.

Anche il settore delle riparazioni spera che il Governo sia proattivo. Secondo Confartigianato, in Italia ci sono 68mila imprese nell’autoriparazione, 106mila nell’installazione di impianti, 3.900 nella riparazione di elettrodomestici, 12mila nella sartoria e 3mila laboratori di riparazione di orologi. Si apre la prospettiva di rilanciare l’attività dei piccoli riparatori indipendenti, spiega Marco Granelli, presidente di Confartigianato. Tuttavia, il testo approvato rimane ambiguo sull’accesso ai pezzi di ricambio, un punto che Confartigianato spera venga chiarito in fase di recepimento.

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Dettagli della Direttiva

La direttiva Ue 2024/1799, in vigore dal 30 luglio 2024, mira a favorire la riparazione dei prodotti come lavatrici, frigoriferi, cellulari, per ridurre i rifiuti e le emissioni di gas serra. L’obiettivo è rendere obbligatoria la progettazione di prodotti riparabili, per far sì che vengano usati più a lungo, invece di sostituirli e comprarne di nuovi. Le nuove norme renderanno le riparazioni una realtà, e non più solo per la durata della garanzia legale, ha dichiarato Didier Reynders, commissario alla Giustizia.

Secondo la nuova direttiva, i produttori di determinati prodotti saranno tenuti a offrire servizi di riparazione tempestivi ai consumatori a un prezzo ragionevole. Le nuove regole impongono ai produttori di offrire pezzi di ricambio a un prezzo ragionevole e vietano loro di rifiutarsi di riparare o di utilizzare pratiche che impediscano la riparazione. I produttori dovranno inoltre rendere disponibili ai consumatori informazioni sui loro servizi di riparazione in modo facilmente accessibile, per esempio sul loro sito web o nei manuali di istruzioni. Una piattaforma europea online di riparazione sarà istituita come estensione del portale “La tua Europa”, per aiutare i consumatori a trovare facilmente i riparatori.

Recepimento e sanzioni

I 27 Stati membri dell’UE hanno tempo fino al 31 luglio 2026 per adeguarsi e recepire le disposizioni della direttiva nella loro normativa nazionale. I produttori che non apporranno le necessarie modifiche alla loro struttura di vendita e sostituzione del bene venduto andranno incontro a sanzioni. Gli Stati membri stabiliscono le norme relative alle sanzioni applicabili in caso di violazione delle disposizioni nazionali adottate per adeguarsi alla norma. Le sanzioni devono essere effettive, proporzionate e dissuasive.

La direttiva dà inoltre ai consumatori un nuovo diritto ad un’estensione di un anno della loro garanzia legale, se scelgono di far riparare il prodotto difettoso invece di farlo sostituire dal venditore. Gli Stati membri dovranno adottare almeno una misura che promuova la riparazione sul loro territorio, che può includere misure finanziarie e non finanziarie, come campagne informative, buoni di riparazione, corsi di formazione sulle competenze di riparazione.

Bullet Executive Summary

In conclusione, il “diritto alla riparazione” rappresenta un passo significativo verso un consumo più sostenibile e responsabile. Questa direttiva non solo favorirà i consumatori, evitando i costi di acquisto di nuovi beni, ma contribuirà anche alla riduzione dei rifiuti e delle emissioni di gas serra. Le imprese del settore retail e delle riparazioni avranno l’opportunità di espandere le loro attività, mentre i piccoli riparatori indipendenti potranno operare in condizioni più eque. Tuttavia, il successo di questa iniziativa dipenderà in gran parte da come i singoli Stati membri recepiranno e implementeranno le nuove norme.

Nozione base di economia e finanza: Il concetto di obsolescenza programmata è stato a lungo un problema nel mondo dei consumi. Questa direttiva mira a contrastare tale fenomeno, promuovendo la riparabilità dei prodotti e allungando il loro ciclo di vita.

Nozione avanzata di economia e finanza: La teoria dei “mercati contestabili” di William Baumol può essere applicata qui. Secondo questa teoria, anche un mercato con pochi concorrenti può comportarsi come un mercato perfettamente competitivo se non ci sono barriere all’entrata e all’uscita. La direttiva sul diritto alla riparazione potrebbe ridurre le barriere all’entrata per i piccoli riparatori, rendendo il mercato delle riparazioni più contestabile e, quindi, più efficiente.

In definitiva, il diritto alla riparazione non è solo una questione di sostenibilità ambientale, ma anche di equità economica e di efficienza del mercato. È un’opportunità per ripensare il nostro modello di consumo e per promuovere un’economia più circolare e inclusiva.


Articolo ibrido frutto dell’AI, ma revisionato da un essere umano.(scopri di più)
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