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Quali sono le novità del concordato preventivo biennale nel nuovo decreto?

Scopri le nuove scadenze, cause di esclusione e vantaggi fiscali introdotti dal decreto correttivo approvato il 20 giugno 2024.
  • Nuove scadenze: adesione e invio dichiarazione dei redditi spostati dal 15 al 31 ottobre.
  • Cause di esclusione: partite IVA con redditi esenti superiori al 40% saranno escluse.
  • Flat tax: 15% sul differenziale tra il reddito 2024 e 2023, scende al 12% per i forfettari e al 4% per nuove attività.

Il Consiglio dei Ministri ha approvato il 20 giugno 2024 un decreto correttivo che introduce importanti novità per il concordato preventivo biennale. Questo provvedimento ridefinisce le scadenze per l’adesione e i versamenti, offrendo un nuovo calendario di appuntamenti per le partite IVA. Le procedure di adesione sono iniziate il 15 giugno per i titolari di partita IVA ISA, mentre per i forfettari l’avvio è stato posticipato al 15 luglio. La scadenza per l’adesione e l’invio della dichiarazione dei redditi è stata spostata dal 15 ottobre al 31 ottobre. Inoltre, è stata confermata la possibilità di versare il saldo e il primo acconto delle imposte con una maggiorazione dello 0,40% entro il 30 agosto.

Nuove Cause di Esclusione dal Concordato Preventivo Biennale

Il decreto correttivo introduce nuove cause di esclusione per le partite IVA che intendono aderire al concordato preventivo biennale. Le partite IVA che nel periodo d’imposta precedente hanno conseguito redditi esenti, esclusi o non concorrenti superiori al 40% del reddito dell’attività d’impresa, arti o professioni, saranno escluse dal patto con il Fisco. Inoltre, le partite IVA che hanno aderito al regime agevolato di tassazione nel 2024 saranno escluse, così come le società e gli enti coinvolti in operazioni di fusione, scissione o conferimento, e le associazioni interessate da modifiche alla compagine sociale.

Flat Tax sull’Incremento del Reddito

Una delle novità più rilevanti riguarda il calcolo del secondo acconto, con scadenza il 30 novembre. Chi sceglierà il metodo storico potrà versare l’imposta dovuta applicando una flat tax del 15% sul differenziale tra il reddito concordato per il 2024 e il reddito del 2023. Questa aliquota scende al 12% per i forfettari e al 4% per le nuove attività. Per quanto riguarda l’IRAP, l’imposta sostitutiva sarà pari al 3%. Questa mossa mira a rendere più conveniente l’adesione al concordato preventivo biennale, evitando un possibile flop dello strumento, e il governo conta di incassare risorse significative per la prossima Legge di Bilancio.

Quattro Esempi di Convenienza dell’Adesione

Per comprendere meglio la convenienza dell’adesione al concordato preventivo biennale, è utile esaminare quattro casi pratici. Questi esempi evidenziano come i risultati possano variare significativamente in base a diverse variabili.

*Primo Caso: Società Collettiva di Fabbrica di Tende da Sole
– Reddito dichiarato per il 2023: 42.118 euro
– Reddito proposto per il 2024: 62.491 euro
– Reddito proposto per il 2025: 83.437 euro
– Punteggio ISA: 7,81

Secondo Caso: Professionista Perito Industriale senza Dipendenti
– Reddito dichiarato per il 2023: 93.417 euro
– Reddito proposto per il 2024: 98.755 euro
– Reddito proposto per il 2025: 104.569 euro
– Punteggio ISA: 9,93

Terzo Caso: Società di Bar con Due Soci e Quattro Dipendenti Part-Time
– Reddito dichiarato per il 2023: 18.775 euro
– Reddito proposto per il 2024: 19.832 euro
– Reddito proposto per il 2025: 20.985 euro
– Punteggio ISA: 10

Quarto Caso: Società di Commercio
– Reddito dichiarato per il 2023: 610.585 euro
– Reddito proposto per il 2024: 19.832 euro
– Reddito proposto per il 2025: 20.985 euro
– Punteggio ISA: 10

Questi esempi mostrano come la convenienza dell’adesione al concordato preventivo biennale debba essere valutata attentamente, considerando tutte le variabili in gioco.

Le Richieste delle Associazioni delle PMI

Le associazioni delle PMI, come Confcommercio e Confesercenti, hanno accolto positivamente le modifiche fiscali introdotte dal Consiglio dei Ministri, ma ritengono necessarie ulteriori modifiche migliorative. In particolare, chiedono una fase sperimentale del concordato preventivo biennale, la possibilità di applicare un’imposta sostitutiva sul differenziale tra il reddito dichiarato e quello proposto in adesione, e il riconoscimento delle perdite su crediti fra i componenti straordinari a riduzione del reddito concordato. Inoltre, chiedono maggiore flessibilità in uscita dal concordato, riducendo lo scostamento di reddito e valore della produzione dall’attuale 50% al 30%.

Bullet Executive Summary

Il concordato preventivo biennale rappresenta un’importante opportunità per le partite IVA e le PMI di stabilizzare il proprio reddito e ottenere vantaggi fiscali. Tuttavia, è essenziale valutare attentamente la convenienza dell’adesione, considerando tutte le variabili in gioco e le possibili cause di esclusione. Le associazioni delle PMI chiedono ulteriori modifiche per rendere lo strumento ancora più efficace e flessibile.

Nozione base di economia e finanza: Il concordato preventivo biennale è uno strumento che permette alle imprese di concordare con il Fisco un reddito presunto per due anni, ottenendo in cambio una riduzione delle imposte dovute. Questo strumento può essere particolarmente utile per le imprese che desiderano stabilizzare il proprio reddito e pianificare meglio le proprie finanze.

Nozione avanzata di economia e finanza*: La flat tax applicata sul differenziale tra il reddito concordato e quello dell’anno precedente rappresenta un’innovazione fiscale significativa. Questo approccio mira a incentivare le imprese a dichiarare un reddito più alto, offrendo in cambio una tassazione agevolata. Tuttavia, è essenziale che le imprese valutino attentamente la propria capacità di raggiungere i redditi concordati, per evitare di incorrere in sanzioni o penalizzazioni future.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano.(scopri di più)

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