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- Il Bonus Ristrutturazione permette una detrazione fiscale del 50% con un limite di 96.000 euro per unità immobiliare.
- A partire dal 17 febbraio 2023, con il decreto legge 11/2023, non è più possibile optare per lo "sconto in fattura" o la cessione del credito d'imposta.
- La detrazione è applicabile alle spese sostenute dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2024.
In un panorama economico e fiscale in continua evoluzione, la questione delle detrazioni per lavori di ristrutturazione rappresenta un tema di grande interesse per molti cittadini. La possibilità di accedere a incentivi fiscali per la riqualificazione del patrimonio edilizio nazionale non solo stimola l’economia, ma contribuisce anche a migliorare la qualità della vita nelle abitazioni italiane. In questo contesto, emerge una domanda frequente: è possibile ottenere detrazioni per i lavori di ristrutturazione effettuati su un immobile non di propria proprietà, ad esempio, se si è un familiare convivente del proprietario? La risposta, fornita dall’Agenzia delle Entrate, apre a scenari interessanti che meritano di essere esplorati.
Chi può beneficiare del Bonus Ristrutturazione?
Il Bonus Ristrutturazione è una misura che consente di ottenere una detrazione fiscale del 50% sulle spese sostenute per interventi di ristrutturazione, con un limite massimo di 96.000 euro per unità immobiliare. La normativa prevede che non solo i proprietari degli immobili, ma anche i familiari conviventi possano accedere a queste agevolazioni. Tra questi, rientrano il coniuge, i parenti entro il terzo grado e gli affini entro il secondo grado. La condizione fondamentale è che lo status di convivenza sia già in atto al momento della presentazione della domanda per il Bonus o all’avvio dei lavori e che permanga per tutto il periodo di pagamento delle spese.
Le condizioni per l’accesso alle detrazioni
Per poter usufruire delle detrazioni, è necessario che i titoli abilitativi e le autorizzazioni necessarie, come la CILA, siano intestati al proprietario dell’immobile. Tuttavia, ciò non preclude al familiare convivente la possibilità di richiedere le detrazioni, purché siano soddisfatti tutti gli altri requisiti previsti dalla normativa. È importante sottolineare che, a partire dal 17 febbraio 2023, con l’entrata in vigore del decreto legge 11/2023, non è più possibile optare per lo “sconto in fattura” o la cessione del credito d’imposta per gli interventi di restauro del patrimonio edilizio contemplati dall’articolo 16-bis del Tuir.
Detrazioni e limiti di spesa
La detrazione Irpef del 50% è suddivisa in dieci quote annuali di pari importo, con un limite massimo di spesa di 96.000 euro per ogni unità immobiliare. Questo beneficio è applicabile alle spese sostenute dal 26 giugno 2012 al 31 dicembre 2024. È rilevante notare che, per gli acquisti di immobili a uso abitativo inclusi in edifici completamente ristrutturati, la detrazione si calcola su una somma forfettaria, corrispondente al 25% del prezzo di vendita o di assegnazione dell’abitazione, IVA inclusa.
In conclusione, l’accesso alle detrazioni per lavori di ristrutturazione da parte dei familiari conviventi rappresenta un’opportunità significativa per sostenere il miglioramento del patrimonio immobiliare italiano. La chiarezza fornita dall’Agenzia delle Entrate su questo tema è fondamentale per permettere ai cittadini di navigare con sicurezza nel complesso mondo delle agevolazioni fiscali, contribuendo così allo sviluppo di un ambiente abitativo più sicuro, efficiente e confortevole.