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- La direttiva Csddd entrerà in vigore il 25 luglio 2024, imponendo nuove responsabilità ambientali e sociali alle grandi imprese.
- Le PMI italiane potrebbero trarre vantaggio, diventando fornitori preferiti rispetto a quelli esteri con alti profili di rischio.
- Il principio della doppia materialità richiede di rendicontare sia l'impatto ambientale delle imprese che le loro performance aziendali.
La direttiva europea sulla sostenibilità delle filiere, nota come Corporate Sustainability Due Diligence Directive (Csddd), è stata pubblicata nella Gazzetta Ufficiale Europea il 5 luglio 2024. Questa normativa, identificata come direttiva (UE) 2024/1760 del 13 giugno 2024, entrerà in vigore il 25 luglio 2024, segnando un passo significativo verso una maggiore responsabilità ambientale e sociale delle imprese.
Gli Stati membri avranno due anni di tempo per implementare i regolamenti e le procedure amministrative necessarie per conformarsi al testo giuridico dell’UE. La Csddd si affianca alla Corporate Sustainability Reporting Directive (Csrd) e ai principi Esrs, rafforzando le norme di rendicontazione sulla sostenibilità, con particolare attenzione agli aspetti ambientali, sociali e di governance.
Implicazioni per Grandi Imprese e PMI
La Csddd impone alle grandi imprese di tutti i settori di essere responsabili per gli impatti negativi, reali o potenziali, sull’ambiente e sui diritti umani derivanti dalle loro attività e dalle relazioni commerciali con fornitori e subfornitori. Ad esempio, un’azienda che utilizza legno, cacao, litio, cotone o principi attivi per la farmaceutica deve garantire che tali materiali non contribuiscano alla deforestazione, all’inquinamento o allo sfruttamento del lavoro minorile.
Le grandi società dovranno attivarsi per collaborare con imprese italiane virtuose che hanno già adottato misure per limitare tali rischi. Questo potrebbe rappresentare un’opportunità per le PMI italiane, che potrebbero essere preferite rispetto ai fornitori esteri a basso costo ma con profili di rischio elevati.
Il tema è particolarmente rilevante dal punto di vista reputazionale, come dimostrano recenti inchieste e provvedimenti restrittivi che hanno coinvolto aziende del settore della moda come Manufactures Dior, Giorgio Armani e Alviero Martini.
La Battaglia Politica sulla Csddd
Il testo della direttiva è il risultato di una lunga battaglia politica che ha visto divisi i Paesi europei e le associazioni di categoria, preoccupati per le ricadute delle nuove norme sui costi di approvvigionamento industriale e per le possibili spinte inflazionistiche. Queste preoccupazioni sono state in parte mitigate grazie all’applicazione graduale e proporzionale della Csddd, ottenuta anche grazie all’intervento del Governo italiano.
La soglia dimensionale delle imprese soggette a compliance è stata negoziata e innalzata, consentendo un approccio più graduale e proporzionale. Questo cambiamento ha permesso di ottenere un voto favorevole in Consiglio, nonostante le iniziali resistenze.
Bilancio di Sostenibilità e Nuove Regole
Il governo italiano sta lavorando per recepire a livello nazionale le nuove regole europee sui bilanci di sostenibilità, come previsto dalla direttiva Csrd (UE 2464 del 2022). Entro luglio dovrebbe essere approvato lo schema di decreto legislativo che recepisce questa direttiva, con nuove regole di rendicontazione applicabili a partire dai report pubblicati nel 2025, relativi all’esercizio 2024.
Il bilancio di sostenibilità diventerà un elemento centrale nella transizione verde delle imprese, integrando misure dell’Accordo di Parigi del 2015, del Sustainable Action Plan del 2018 e del Green Deal europeo del 2019. Le nuove regole si applicheranno alle imprese quotate di grandi dimensioni, ma anche alle piccole e medie imprese, escludendo solo le microimprese.
Una delle principali novità è l’introduzione del principio della doppia materialità, che richiede di rendicontare sia l’impatto delle imprese sulle questioni ambientali sia gli aspetti legati alle performance aziendali.
Punti Critici e Richieste dei Revisori
L’Associazione dei revisori (Assirevi) ha sollevato diverse criticità riguardo all’assenza di standard specifici per i vari settori e alla difficoltà di verificare la completezza delle informazioni lungo l’intera catena del valore. Inoltre, i revisori hanno richiesto trattamenti sanzionatori proporzionati e coerenti.
Il decreto 254/2016, che recepisce la Nfrd, prevede sanzioni amministrative per amministratori e sindaci, con importi che variano da 20 mila a 150 mila euro. Tuttavia, le richieste di revisione del regime sanzionatorio avanzate da Abi, Ania, Assonime, Confindustria e altre associazioni sono state accolte solo parzialmente.
Il governo ha inserito la possibilità di considerare le procedure adottate dall’organo amministrativo per la redazione della rendicontazione di sostenibilità tra i parametri che incidono sul regime sanzionatorio. Tuttavia, resta una disparità di trattamento tra società, organi di amministrazione e controllo, e revisori.
Bullet Executive Summary
La direttiva Csddd rappresenta un passo significativo verso una maggiore responsabilità ambientale e sociale delle imprese. Le grandi società dovranno collaborare con fornitori virtuosi, mentre le PMI italiane potrebbero trarre vantaggio da questa nuova normativa. Tuttavia, restano diverse criticità da affrontare, in particolare riguardo agli standard settoriali e al regime sanzionatorio.
Nozione base di economia e finanza: La sostenibilità aziendale non riguarda solo l’ambiente, ma anche la gestione responsabile delle risorse umane e finanziarie, che può migliorare la reputazione aziendale e ridurre i rischi operativi.
Nozione avanzata di economia e finanza: Il principio della doppia materialità introduce una nuova dimensione nella rendicontazione aziendale, richiedendo di valutare non solo l’impatto delle attività aziendali sull’ambiente e sulla società, ma anche come le questioni ambientali e sociali influenzano le performance finanziarie dell’azienda.
In conclusione, la Csddd e le nuove regole di rendicontazione rappresentano una sfida e un’opportunità per le imprese. Adottare un approccio sostenibile non è solo una questione di conformità normativa, ma può diventare un vero e proprio vantaggio competitivo.