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- Il primo trimestre del 2024 ha visto la scomparsa di quasi 10.000 imprese del commercio al dettaglio in Italia, con un aumento di 1.000 unità rispetto allo stesso periodo del 2023.
- Si stima che le spese online cresceranno del 13% quest'anno, con oltre 734 milioni di spedizioni e una media di 84.000 consegne di pacchi all'ora.
- Le regioni più colpite includono la Campania con un saldo negativo di 1.225 attività commerciali, seguita da Lombardia (-1.154) e Lazio (-1.063).
- La perdita di attività commerciali negli ultimi dieci anni ha portato il fisco italiano a perdere oltre 5,2 miliardi di euro di tasse, con una riduzione del 42,7% di Irpef e del 13,4% di Irap.
In Italia, il fenomeno della denatalità non riguarda solo la popolazione, ma anche il settore commerciale. Negli ultimi dieci anni, il numero di nuove attività avviate si è dimezzato, portando a una vera e propria desertificazione commerciale. Questo articolo esplora le cause e le conseguenze di questo fenomeno, con un focus particolare sulle difficoltà che le attività tradizionali affrontano nel contesto attuale.
Le Cause della Denatalità dei Negozi
Il primo trimestre del 2024 ha visto la scomparsa di quasi 10.000 imprese del commercio al dettaglio in Italia. Questo dato rappresenta un aumento di circa 1.000 unità rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente. La principale causa di questa contrazione è la crescita esponenziale dell’e-commerce. Secondo le stime di Confesercenti, le spese online lieviteranno del 13% quest’anno, generando oltre 734 milioni di spedizioni, con una media di quasi 84.000 consegne di pacchi all’ora.
Il commercio online non è l’unica ragione della contrazione del commercio al dettaglio. Le difficoltà per le nuove imprese di affrontare un mercato dominato da grandi gruppi e giganti dell’e-commerce sono evidenti. Le piattaforme online offrono una vasta gamma di prodotti, attirando sempre più consumatori e cambiando le abitudini di acquisto. Questo fenomeno ha un impatto significativo sulla morfologia delle città, riducendo la presenza di negozi fisici e contribuendo alla desertificazione commerciale.
La Situazione nelle Diverse Regioni Italiane
La desertificazione commerciale colpisce tutto il territorio nazionale, con saldi peggiori nelle regioni con un tessuto commerciale più sviluppato. La Campania, ad esempio, ha registrato un saldo negativo di 1.225 attività commerciali nel primo trimestre del 2024. Seguono la Lombardia con -1.154 e il Lazio con -1.063. In Sardegna, la provincia di Cagliari ha perso 164 attività commerciali, Sassari 79, Nuoro 37 e Oristano 30.
La provincia di Nuoro ha visto la chiusura di 67 aziende del commercio al dettaglio nei primi tre mesi del 2024, con una media di quasi un negozio al giorno. Questo crollo corrisponde a una crescita degli acquisti online, con stime che prevedono un aumento del 13% delle spedizioni nel 2024. Anche in Irpinia, la situazione è allarmante, con la chiusura di un negozio al giorno nei primi tre mesi dell’anno.
Le Conseguenze Economiche e Sociali
La riduzione del numero di negozi ha conseguenze significative non solo sull’economia locale, ma anche sul tessuto sociale. Le comunità, soprattutto quelle più piccole, perdono riferimenti utili e importanti, e le realtà urbane subiscono una trasformazione, diventando più desolate e meno sicure. Questo fenomeno determina anche una riduzione del gettito fiscale e tributario, sia a livello centrale che locale, con una minore disponibilità di risorse finanziarie per i servizi pubblici.
Negli ultimi dieci anni, la perdita di attività commerciali ha portato il fisco italiano a perdere oltre 5,2 miliardi di euro di tasse. La riduzione della base imponibile per il fisco include l’Irpef, la Tari e altri tributi come l’occupazione del suolo pubblico e la pubblicità, che sono pagati dai negozi ma non dai colossi dell’e-commerce. Questo gettito perduto rappresenta il 17,4% di Imu, il 12,6% di Tari, il 42,7% di Irpef, il 4,3% di addizionali regionale e comunale Irpef, il 13,4% di Irap e il 9,7% di altri tributi comunali.
Bullet Executive Summary
In conclusione, il fenomeno della denatalità dei negozi in Italia è un problema complesso che richiede una riflessione approfondita. Le cause principali includono la crescita dell’e-commerce e le difficoltà per le nuove imprese di competere con i grandi gruppi. Le conseguenze sono evidenti sia a livello economico che sociale, con una riduzione del gettito fiscale e una trasformazione delle realtà urbane.
Una nozione base di economia e finanza correlata a questo tema è il concetto di economia di scala. Le grandi piattaforme di e-commerce beneficiano di economie di scala, che permettono loro di offrire prezzi competitivi e una vasta gamma di prodotti, rendendo difficile per i piccoli negozi competere.
Una nozione avanzata è il concetto di esternalità negative. La chiusura dei negozi locali non solo impoverisce l’economia locale, ma crea anche esternalità negative come la riduzione della sicurezza e della qualità della vita nelle aree urbane. Questo fenomeno richiede un intervento normativo per riequilibrare le condizioni di mercato e sostenere le piccole imprese.
Riflettendo su questi aspetti, è evidente che il futuro del commercio al dettaglio richiede un approccio integrato che consideri sia le dinamiche economiche che le implicazioni sociali, per garantire un ambiente più equo e sostenibile per tutte le parti coinvolte.
- Rapporto ufficiale di Confesercenti sul commercio e consumi in Italia
- Dati sull'e-commerce e l'utilizzo delle tecnologie dell'informazione e della comunicazione nelle imprese italiane
- Sito ufficiale dell'Agenzia delle Entrate, contenente informazioni sulla tassazione e sulla gestione dei tributi in Italia.