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5 motivi per cui il PCE core cambierà il panorama economico USA nel 2024

Scopri come l'indice PCE core influenzerà le decisioni della Fed e il mercato di Wall Street nei prossimi mesi.
  • Il valore del PCE core previsto per aprile 2024 è 2,8% su base annua, con un incremento mensile dello 0,2%.
  • I redditi personali sono attesi aumentare dello 0,3%, una decelerazione rispetto al precedente +0,5% di marzo.
  • La divisione RBC prevede che, senza tagli dei tassi, l'S&P 500 potrebbe scendere fino a 4.900-5.100 punti.

Il parametro preferito della Fed per valutare i trend dell’inflazione negli Stati Uniti è tra i dati macro più attenzionati dai mercati per anticipare la direzione futura dei tassi sui fed funds Usa: il PCE core, la componente core dell’indice dei prezzi delle spese per consumi personali, depurato dalle componenti volatili come i prezzi energetici e i beni alimentari. Questo dato macro Usa sarà pubblicato nel rapporto relativo ai redditi e alle spese personali comunicato venerdì prossimo, 31 maggio, alle 14:30 ora italiana, fornendo informazioni cruciali alla Fed e ai mercati sull’andamento dei prezzi negli Stati Uniti.

Se l’andamento dei prezzi non sarà all’altezza delle aspettative, le speranze della banca centrale americana guidata da Jerome Powell e dei trader potrebbero subire una battuta d’arresto nel processo di disinflazione, che nel 2023 è andato avanti spedito. La Fed di Powell rischia di non tagliare i tassi di interesse Usa nel 2024, e la flebile speranza su una sforbiciata del costo del denaro permane. Gli stessi funzionari della Federal Reserve ammettono che i tassi potrebbero tornare ad essere alzati.

Il PCE core: mercati in attesa del parametro inflazione preferito dalla Fed

Il PCE core, parte dell’indice generale PCE delle spese per consumi personali, riflette i cambiamenti dei prezzi dei beni e servizi acquistati dai consumatori americani. I prossimi PCE headline e PCE core saranno annunciati venerdì 31 maggio e relativi al mese di aprile. Il consensus degli analisti interpellati da Bloomberg stima dati alti: il PCE headline è atteso salire mensilmente dello 0,3%, come a marzo, e del 2,7% su base annua, come il mese precedente. Il parametro preferito dalla Fed, il PCE core, è stimato in crescita annua del 2,8%, come a marzo, e dello 0,2% mensile, un lieve rallentamento rispetto al rialzo dello 0,3% mensile registrato in precedenza.

Se l’indebolimento del dato previsto sarà confermato, resta da vedere se basterà alla Fed per mostrarsi ottimista sul trend dell’inflazione. I numeri relativi al PCE headline e al PCE core saranno annunciati insieme al rapporto sui redditi personali e le spese per consumi: queste ultime sono attese aumentare dello 0,3%, rispetto al precedente rialzo dello 0,8%. È stimato un indebolimento dei redditi personali, con un consensus che stima un incremento pari a +0,3%, inferiore alla crescita del +0,5% di marzo. Se si confermasse un deterioramento delle spese personali e dei redditi, il rapporto farebbe gioco alle colombe, avallando la prospettiva di una Fed propensa ad allentare la politica monetaria restrittiva.

Fed con piedi di piombo, Kashkari su rialzi: niente escluso

Rimane, tuttavia, la rassicurazione su eventuali tagli dei tassi Usa in arrivo, con i banchieri della Fed che fanno notare per sedare l’ansia dei mercati il rischio di una nuova stretta monetaria. Ieri è stato il turno del presidente della Fed di Minneapolis, Neel Kashkari, che ha dichiarato che è improbabile che la Fed torni a varare strette monetarie, ma che “nessuna opzione è esclusa”. Ha sottolineato che “non c’è fretta di tagliare i tassi” e che è necessario attendere per avere maggiore fiducia nell’outlook dei prezzi.

Non basterà un solo dato o pochi dati per convincere la Fed che il tasso di inflazione stia seguendo il percorso giusto, avvicinandosi al ritmo di crescita annuo del 2%, obiettivo della banca centrale americana. Per il numero uno della Fed, sono necessari “molti mesi di dati positivi sull’inflazione” prima che la Fed possa ridurre il costo del denaro. Queste e altre dichiarazioni dai funzionari della Federal Reserve hanno convinto gli operatori di mercato che un taglio dei tassi sui fed funds Usa – al record degli ultimi 23 anni, nel range tra 5,25% e 5,5% – non avverrà né a giugno, né a luglio. Forse a settembre, o a novembre.

Inflazione più alta niente taglio tassi Fed: cosa rischia Wall Street

La divisione di ricerca di RBC ha presentato uno scenario peggiore, uno stress scenario del trend dello S&P 500 nel caso in cui la Fed decidesse di non tagliare i tassi nel 2024 a causa di un’inflazione più elevata delle attese. Gli analisti hanno pronosticato un dietrofront del listino benchmark di Wall Street dai 5.300 punti attuali a un range tra 4.900 e 5.100 punti. Secondo RBC, l’S&P 500 rischierebbe di concludere l’anno al di sotto della soglia dei 5.000 punti se l’incubo “no tagli dei tassi nel 2024” si confermasse realtà, con un P/E ratio in calo fino a 20,8 volte.

Questo scenario peggiore si oppone allo scenario di base di RBC, secondo cui l’S&P 500 dovrebbe essere scambiato a un valore attorno a 21,5 volte gli utili entro la fine dell’anno, oscillando nel range tra 5.100 e 5.300 punti, nel caso in cui l’outlook di RBC sull’eps in media delle società quotate sull’indice, pari a 237 dollari nel 2024, si concretizzasse. Indicazioni non confortanti sono arrivate dall’ultima riunione del Fomc sulla politica monetaria della Federal Reserve. Nei verbali si legge che “i recenti dati mensili hanno indicato aumenti significativi delle componenti dell’inflazione dei beni e dei servizi”.

Nell’ultima riunione del Fomc, la decisione della Banca centrale americana di lasciare i tassi fermi al range tra 5,25% e 5,5% è stata accompagnata dalle rassicurazioni di Powell ai mercati, secondo cui è improbabile che la Fed torni ad alzare i tassi. Tuttavia, il timoniere della Fed è stato smentito da un esponente della banca centrale.

Bullet Executive Summary

In conclusione, il panorama economico e finanziario attuale è caratterizzato da un’incertezza significativa riguardo alla direzione futura dei tassi di interesse negli Stati Uniti. La Federal Reserve, guidata da Jerome Powell, si trova di fronte a una sfida complessa: bilanciare la necessità di controllare l’inflazione con il rischio di frenare la crescita economica. Il PCE core, parametro preferito dalla Fed per valutare l’inflazione, sarà cruciale per determinare le prossime mosse della banca centrale.

Nozione base: L’inflazione è un aumento generalizzato dei prezzi dei beni e dei servizi in un’economia. La Federal Reserve monitora attentamente l’inflazione per decidere la politica monetaria, con l’obiettivo di mantenere la stabilità dei prezzi e sostenere la crescita economica.

Nozione avanzata: Il P/E ratio (Price-to-Earnings ratio) è un indicatore finanziario che misura il rapporto tra il prezzo di un’azione e gli utili per azione (EPS) dell’azienda. Un P/E ratio elevato può indicare che il mercato ha aspettative di crescita elevata per l’azienda, ma può anche suggerire che l’azione è sopravvalutata. In un contesto di tassi di interesse elevati, il P/E ratio tende a diminuire poiché i costi di finanziamento aumentano e le aspettative di crescita si riducono.

Riflettere su questi aspetti può aiutare a comprendere meglio le dinamiche economiche e finanziarie che influenzano i mercati globali e le decisioni di investimento.

Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)

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