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Come la debole crescita del Pil europeo influenza il rating del debito italiano

Un'analisi dettagliata di S&P Global rivela le sfide per l'Italia: il ruolo cruciale del PNRR e i rischi di downgrade
  • 19 aprile: S&P Global conferma il rating di tripla B sul debito italiano.
  • 31%: Divario di produttività tra l'Italia e gli Stati Uniti in termini di Pil per ora lavorata.
  • 8 punti percentuali: Aumento del rapporto debito pubblico/Pil nei mercati emergenti EMEA rispetto ai livelli pre-pandemia.

L’agenzia di rating S&P Global ha recentemente pubblicato un nuovo report dedicato al trend di metà anno dei rating sovrani nei mercati dei paesi avanzati europei, con un focus particolare sull’Italia. Nell’analisi intitolata “European Developed Markets Sovereign Rating Trends Midyear 2024: Lagging Regional Growth Could Weigh On Public Finances”, S&P ha evidenziato come la debolezza della crescita del Pil del blocco europeo potrebbe pesare sui conti pubblici. Questa preoccupazione è particolarmente rilevante per l’Italia, dove il debito pubblico continua a rappresentare una spina nel fianco per il governo Meloni.

Lo scorso 19 aprile, S&P Global ha confermato il rating di tripla B sul debito italiano, reiterando un outlook stabile. Questa decisione segue quella presa nell’autunno del 2023, quando l’Italia ha superato test cruciali da parte delle agenzie di rating, evitando il temuto declassamento a “junk” da parte di Moody’s. Tuttavia, il rischio di un downgrade rimane, poiché il rating sui BTP di Moody’s è ancora all’ultimo gradino della classifica giudizi investment grade, e una sforbiciata potrebbe far diventare i BTP “spazzatura”.

La Crescita del Pil e l’Importanza del PNRR

Nel nuovo report, S&P Global ha fatto il punto sulla situazione di metà 2024 per i BTP e i titoli di stato di altri paesi europei avanzati. L’outlook stabile per il debito pubblico italiano è attribuito principalmente all’effetto dei fondi UE e all’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). L’agenzia ha sottolineato che l’equilibrio tra la proiezione di aumento del debito governativo e una crescita del Pil più forte, generata dagli stimoli economici con fondi UE, è cruciale.

S&P ha delineato sia uno scenario al ribasso che uno al rialzo per il rating dell’Italia. Potrebbe abbassare il rating se il fabbisogno del governo deviasse significativamente dalla traiettoria attuale, mettendo sotto pressione la crescita economica e i conti pubblici. Al contrario, potrebbe alzare il rating se la performance di bilancio migliorasse, con politiche di riduzione dei deficit o una crescita economica più forte che porterebbe il rapporto debito-Pil a scendere.

Le Decisioni dei Governi e il Contesto Europeo

Per i mercati sviluppati dell’Europa, il report di S&P Global evidenzia alcuni punti chiave. Dei 30 paesi europei sviluppati con rating di S&P, quattro membri del G7 e 26 mantengono un outlook stabile, nonostante i declassamenti all’inizio dell’anno. S&P ha mantenuto un outlook positivo su quattro piccoli paesi europei: Andorra, Cipro, Grecia e Portogallo.

Le decisioni sulle finanze pubbliche dei nuovi governi, in particolare in Belgio, Francia e Regno Unito, potrebbero influenzare i rating. L’Europa, con la sua unione fiscale e i mercati dei capitali non ancora completati, si trova in uno svantaggio competitivo rispetto agli Stati Uniti. Questo si manifesta con l’aumento del divario di produttività tra i due blocchi economici.

Nel contesto dei mercati emergenti dell’area EMEA (Europa, Medio Oriente e Africa), gli outlook positivi superano quelli negativi con un rapporto superiore a 3:1. Tuttavia, i rating rimangono due notch al di sotto dei livelli precedenti alla crisi finanziaria del 2008. Escludendo i grandi esportatori di energia, il rapporto debito pubblico/Pil della regione è aumentato di 8 punti percentuali rispetto ai livelli pre-pandemia e pre-conflitto tra Russia e Ucraina.

Il Divario di Produttività tra Europa e Stati Uniti

Il gap tra i redditi degli Stati Uniti e dell’Unione Europea sta salendo. Tra la fine del 1999 e la fine del 2023, il divario tra la produttività dell’area euro e degli Stati Uniti in termini di Pil per ora lavorata si è allargato dal 7% del 1999 al 23% dello scorso anno. Per l’Italia, questo divario è passato dal 3% al 31%.

L’agenzia di rating ha puntato il dito contro l’incapacità dell’Ue di far leva sul potenziale del mercato unico per creare economie di scala. Le decisioni sulle strategie di crescita sono lasciate ai governi nazionali, che spesso danno priorità a politiche che proteggono aziende e dipendenti nazionali, inibendo il corretto funzionamento del mercato unico e erigendo barriere contro la mobilità dei servizi professionali, del commercio e del lavoro.

Questa situazione ha portato a una quasi totale assenza di banche paneuropee e a poche aziende paneuropee in grado di competere con le rivali americane e asiatiche. Un altro monito lanciato all’Europa riguarda l’assenza di un asset privo di rischio paneuropeo, come gli eurobond, che potrebbe competere con i Treasury Usa.

Bullet Executive Summary

In conclusione, il report di S&P Global evidenzia come la stabilità del rating sovrano dell’Italia e di altri paesi europei dipenda fortemente dalle decisioni politiche e fiscali dei rispettivi governi. La crescita del Pil e l’attuazione del PNRR sono elementi cruciali per mantenere un outlook stabile. Tuttavia, l’Europa deve affrontare sfide significative, tra cui il divario di produttività rispetto agli Stati Uniti e la mancanza di un’integrazione fiscale completa.

Nozione base di economia e finanza: Il rating sovrano è un indicatore della capacità di un paese di ripagare il proprio debito pubblico. Un rating più alto indica una maggiore affidabilità creditizia, mentre un rating più basso può portare a tassi di interesse più elevati sui prestiti.

Nozione avanzata di economia e finanza: L’unione fiscale e l’emissione di eurobond potrebbero rappresentare una soluzione per ridurre il divario di produttività tra l’Europa e gli Stati Uniti. L’integrazione fiscale permetterebbe una redistribuzione più efficiente delle risorse, mentre gli eurobond fornirebbero un asset sicuro e liquido, migliorando la stabilità finanziaria dell’UE.

La riflessione personale che emerge da questa analisi è che, per competere efficacemente a livello globale, l’Europa deve considerare riforme strutturali profonde che vadano oltre le politiche nazionali, promuovendo una maggiore integrazione economica e fiscale.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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