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Crescita economica in Italia e nel mondo: le ultime previsioni dell’OCSE

Un'analisi dettagliata delle aspettative di crescita per l'Italia e l'economia globale secondo le ultime stime dell'OCSE, tra sfide e ottimismo moderato.
  • La crescita del PIL in Italia è prevista allo 0,7% nel 2024 e all'1,2% nel 2025.
  • L'inflazione in Italia dovrebbe ridursi drasticamente all'1,1% nel 2024, dopo l'8,7% del 2022 e il 5,9% del 2023.
  • Il tasso di disoccupazione in Italia è previsto calare al 7,4% nel 2024, mostrando un miglioramento del mercato del lavoro.

Le prospettive economiche dell’Italia e del mondo sono state recentemente aggiornate dall’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE), con sede a Parigi. L’OCSE ha presentato un quadro che mescola cautela e un moderato ottimismo, delineando le aspettative di crescita per l’Italia e per l’economia globale nei prossimi anni. Secondo le ultime stime, il PIL dell’Italia dovrebbe crescere dello 0,7% nel 2024 e dell’1,2% nel 2025, mentre la crescita del PIL mondiale è prevista stabilizzarsi al 3,1% nel 2024, per poi risalire leggermente al 3,2% nel 2025.

L’OCSE sottolinea che l’attività economica in Italia resta debole, influenzata negativamente dall’elevata inflazione degli ultimi due anni che ha eroso i redditi reali, e da condizioni finanziarie che rimangono restrittive. Inoltre, il maggior peso degli aiuti eccezionali legati alla pandemia da Covid-19 e alle crisi energetiche è stato soppresso, influenzando negativamente consumi e investimenti privati. Tuttavia, è previsto un rilancio della crescita dei salari reali e un aumento dell’investimento pubblico legato ai fondi dal piano Next Generation EU (NGEU), che dovrebbero compensare parzialmente queste difficoltà.

Per quanto riguarda il debito pubblico, l’OCSE avverte che il nostro Paese vedrà il suo debito pubblico contrarsi, restando però superiore al 3% fino al 2025. In questo contesto, l’organizzazione parigina raccomanda un “aggiustamento di bilancio ampio e duraturo su diversi anni”, necessario per fronteggiare future tensioni sulla spesa e piazzando il rapporto di indebitamento su una traiettoria prudente, rispettando le nuove regole di bilancio dell’Unione Europea.

Le raccomandazioni dell’OCSE per l’Italia includono la rapida attuazione di riforme strutturali nei settori della concorrenza, della giustizia civile e dell’amministrazione pubblica, oltre all’aumento degli investimenti pubblici legati al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR). Queste misure sono essenziali per sostenere l’attività economica di breve termine e aumentare il potenziale di crescita sul medio termine.

Implicazioni per l’Economia Globale e l’Inflazione

Parallelamente alla situazione italiana, l’OCSE ha fornito un’analisi dell’economia globale, evidenziando come le politiche macroeconomiche dovrebbero rimanere restrittive in molte economie, con tassi di interesse reali che si prevede caleranno progressivamente nei prossimi due anni. Questo scenario è accompagnato da un moderato risanamento di bilancio in gran parte dei Paesi.

Nonostante l’impatto delle condizioni monetarie restrittive continui a farsi sentire, soprattutto nei mercati immobiliari e del credito, l’attività globale sta dimostrando una certa resilienza. L’inflazione sta diminuendo rapidamente e la fiducia del settore privato sta migliorando. Questi segnali di un quadro globale in miglioramento, tuttavia, non devono far abbassare la guardia, in quanto la crescita rimane modesta.

Per l’Italia, in particolare, l’OCSE vede un rischio di stop al Superbonus, considerato insostenibile per i conti pubblici, che potrebbe innescare una contrazione degli investimenti immobiliari superiore al previsto. Gli sgravi fiscali temporanei e l’aumento di spesa pubblica legata al PNRR dovrebbero compensare la riduzione del sostegno fiscale alle famiglie e alle imprese, determinando una posizione fiscale neutrale nel 2024 e un moderato inasprimento fiscale nel 2025.

Previsioni sull’Inflazione e il Mercato del Lavoro

Le previsioni sull’inflazione in Italia indicano un drastico ridimensionamento all’1,1% nel 2024, dopo l’8,7% del 2022 e il 5,9% del 2023. Per il 2025, il caro vita in Italia dovrebbe risalire al +2%. Queste stime riflettono le aspettative di un’inflazione più controllata, che dovrebbe contribuire a sostenere il potere d’acquisto delle famiglie e la crescita economica.

Per quanto riguarda il mercato del lavoro, l’OCSE prevede un calo del tasso di disoccupazione in Italia al 7,4% quest’anno, dal 7,6% del 2023, per poi scendere ulteriormente al 7,3% nel 2025. Questo miglioramento del mercato del lavoro è un segnale positivo per la resilienza dell’economia italiana.

Bullet Executive Summary

Le prospettive economiche per l’Italia e per l’economia globale delineate dall’OCSE evidenziano una fase di moderato ottimismo, nonostante le sfide persistenti. L’Italia, in particolare, deve affrontare le difficoltà derivanti dall’elevata inflazione e dalle condizioni finanziarie restrittive, ma può contare su un rilancio della crescita grazie agli investimenti pubblici e al miglioramento dei salari reali. L’OCSE sottolinea l’importanza di un aggiustamento di bilancio ampio e duraturo, accompagnato da riforme strutturali, per mettere l’economia su una traiettoria di crescita sostenibile.

Da un punto di vista di finanza di base, l’analisi dell’OCSE ricorda l’importanza di mantenere il rapporto debito/PIL su un percorso prudente, per garantire la sostenibilità fiscale a lungo termine. A livello più avanzato, l’organizzazione evidenzia come le riforme strutturali e gli investimenti pubblici, in particolare quelli legati al PNRR, siano cruciali per aumentare il potenziale di crescita dell’economia. Queste considerazioni invitano i lettori a riflettere sulla complessità delle politiche economiche e sulla necessità di bilanciare misure di breve termine con strategie di lungo periodo per la crescita e la stabilità economica.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano.(scopri di più)

Un commento

  1. È sempre la solita storia con l’OCSE che predica aggiustamenti di bilancio, ma poi in pratica questi sacrifici chi li fa? I soliti noti, la classe media e i lavoratori. #ClassicaStoria

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