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Inflazione USA in calo, ecco come reagiscono i mercati azionari e la Fed

L'inflazione USA di giugno scende al 3%, superando le aspettative e spingendo i mercati a prevedere un taglio dei tassi da parte della Fed a settembre.
  • I principali indici azionari statunitensi hanno registrato variazioni miste: il Dow Jones è salito dello 0,1%, mentre l'S&P 500 ha perso lo 0,6% e il Nasdaq è calato dell'1,34%.
  • L'inflazione USA di giugno è scesa al 3%, al di sotto delle attese degli economisti del 3,1% e del 3,3% di maggio.
  • Con la probabilità di un taglio dei tassi a settembre salito al 93%, i mercati prevedono ulteriori interventi della Fed entro fine anno.

I principali indici azionari statunitensi hanno registrato variazioni miste dopo la pubblicazione dei dati sull’inflazione di giugno 2024. Alle ore 17:25, il Dow Jones era in rialzo dello 0,1% a 39.794 punti, mentre l’S&P 500 perdeva lo 0,6% a 5.600 punti, dopo aver raggiunto un nuovo massimo storico di 5.642 punti. La performance peggiore è stata quella del Nasdaq, che ha chiuso in calo dell’1,34% a 18.397 punti, al di sotto del massimo storico di 18.671 punti.

La giornata è stata particolarmente negativa per Delta Air Lines, che ha visto un ribasso del 6,03% a 44,04 dollari, dopo la diffusione dei risultati finanziari del secondo trimestre 2024, che hanno mostrato un utile inferiore al consensus. Anche Amazon.com e Apple hanno registrato ribassi significativi, rispettivamente del 2,35% e del 2,58%.

L’inflazione USA cala oltre le attese al 3%

L’inflazione negli Stati Uniti è scesa al 3% a giugno, una flessione maggiore rispetto alle attese degli economisti, che si aspettavano un dato al 3,1%. A maggio, l’indice CPI (Consumer Price Index) era al 3,3%. Il dato core, che esclude cibo ed energia, è calato al 3,3%, mentre gli operatori prevedevano lo stesso valore di maggio (3,4%).

Su base mensile, l’inflazione complessiva è calata dello 0,1% a giugno, contro un aumento dello 0,1% atteso, mentre la parte core è salita dello 0,1%, invece dello 0,2% previsto. Gli analisti ora prevedono un taglio dei tassi da parte della Federal Reserve a settembre con una probabilità del 93%, in rialzo rispetto al 72% prima della pubblicazione del dato sull’inflazione. I mercati scommettono anche su un secondo taglio a dicembre e un terzo a gennaio.

Il presidente della Fed, Jerome Powell, ha aperto la strada a un taglio dei tassi al Congresso, indicando che il raffreddamento del mercato del lavoro è un segnale di minore pressione inflazionistica. Powell ha affermato che la banca centrale ha compiuto “notevoli progressi” nella discesa dell’inflazione verso l’obiettivo del 2%, ma serviranno “ulteriori dati positivi” prima di ridurre i tassi, attualmente al 5,25-5,5%, il livello massimo da 23 anni.

L’inflazione USA si raffredda: un assist per la nuova stagione della Fed

Il rallentamento dell’inflazione statunitense a giugno offre alla Fed un sostegno per un cambio della politica monetaria. La nuova stagione vedrà la banca centrale statunitense avviare l’atteso taglio dei tassi a settembre. Le attese del mercato sono per due interventi nell’ultimo trimestre del 2024, rafforzando l’aspettativa di un terzo taglio, con una probabilità del 25% di verificarsi, seguito dai dati sull’inflazione migliori delle attese.

La crescita dei prezzi a giugno si è attestata al 3%, in decelerazione rispetto al 3,3% di maggio e al di sotto delle stime di consensus, che prevedevano una crescita del 3,1%. Su base mensile, i prezzi al consumo hanno registrato una variazione pari a -0,1%, contro il +0,1% stimato dagli analisti. L’indice core, al netto di energia e alimentari, ha mostrato una crescita più lenta, pari al 3,3% rispetto al 3,4% precedente.

Richard Flax, Chief Investment Officer di Moneyfarm, commenta che “i dati incoraggianti per la Fed stanno valutando quando avviare il programma di riduzione dei tassi dai massimi di 23 anni del 5,25-5,5%, un processo che potrebbe iniziare già a settembre”. Filippo Diodovich, Senior Market Strategist di IG Italia, ritiene probabile un taglio dei tassi di interesse da parte della Federal Reserve nel meeting di settembre, con la prossima riunione di fine luglio propedeutica per anticipare il prossimo cambio di politica monetaria.

Bret Kenwell, US market analyst di eToro, sottolinea che “è probabile che la Fed stia preparando un taglio dei tassi, con la prospettiva di settembre più probabile”. Gli investitori aspettavano una buona notizia e l’hanno avuta, il che potrebbe dare un ulteriore impulso all’S&P 500, che è salito per sette sessioni consecutive segnando sei record. Tuttavia, nel breve termine potrebbero verificarsi prese di profitto.

Reazione dei mercati

L’uscita del dato sull’inflazione USA ha provocato un sussulto positivo sui mercati europei, che hanno confermato una performance positiva nella mattinata (Dax e Cac-40 +0,7%, FTSE 100 +0,3%). Tuttavia, Wall Street ha aperto in rosso, scontando una serie di prese di profitto dopo aver aggiornato i record storici su S&P 500 e Nasdaq.

Diversa è stata la situazione sul mercato dei cambi, dove il dollaro si è deprezzato, scontando una politica monetaria più accomodante da parte della Federal Reserve. Il cross euro/dollaro ha registrato un sobbalzo da 1,09 USD a 1,0871 USD (+0,38%), mentre il cambio sterlina/dollaro è passato a 1,295 per poi tornare a 1,2921 (+0,55%). Una variazione forte si è verificata anche sul cambio con lo yen, a 158,53 (-1,9%).

Sul mercato obbligazionario, il rendimento dei Treasury a 10 anni è sceso al 4,174%, con una differenza di -10,2 punti rispetto alla vigilia.

Bullet Executive Summary

In conclusione, il rallentamento dell’inflazione negli Stati Uniti a giugno 2024 ha avuto un impatto significativo sui mercati finanziari, influenzando le aspettative di politica monetaria della Federal Reserve. Con una probabilità del 93% di un taglio dei tassi a settembre e ulteriori tagli previsti entro la fine dell’anno, gli investitori stanno monitorando attentamente i dati economici per anticipare le mosse della banca centrale.

Una nozione base di economia e finanza correlata al tema principale dell’articolo è il concetto di inflazione, che rappresenta l’aumento generale dei prezzi dei beni e dei servizi in un’economia. Un’inflazione moderata è considerata normale e può stimolare la crescita economica, ma un’inflazione troppo alta può erodere il potere d’acquisto e destabilizzare l’economia.

Una nozione avanzata di economia e finanza applicabile al tema dell’articolo è la politica monetaria accomodante, che si riferisce alle azioni intraprese da una banca centrale per stimolare l’economia, come il taglio dei tassi di interesse. Questa politica può incentivare gli investimenti e i consumi, ma deve essere bilanciata per evitare un surriscaldamento dell’economia e un aumento eccessivo dell’inflazione.

La situazione attuale offre spunti di riflessione su come le decisioni di politica monetaria influenzino non solo i mercati finanziari, ma anche l’economia reale e il benessere dei cittadini.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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