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- La procedura di infrazione riguarda sette Paesi membri dell'UE: Italia, Francia, Belgio, Ungheria, Malta, Polonia e Slovacchia.
- Il rapporto debito pubblico/PIL dell'Italia è oltre il 137% nel 2023, con previsioni di un aumento nel prossimo anno.
- La correzione dei conti pubblici per l'Italia sarà di circa 10-11 miliardi di euro all'anno per ridurre il deficit sotto il 3% del PIL nel medio termine.
La Commissione Europea ha avviato una procedura di infrazione per deficit eccessivo nei confronti di sette Paesi membri dell’Unione Europea, tra cui l’Italia, la Francia, il Belgio, l’Ungheria, Malta, la Polonia e la Slovacchia. Questa decisione, sebbene non sorprendente, rappresenta un passo significativo verso una gestione più rigorosa delle finanze pubbliche all’interno dell’UE. Il ministro dell’Economia italiano, Giancarlo Giorgetti, ha sottolineato che il boom del deficit dovuto a misure eccezionali rendeva inevitabile il superamento del limite del 3% del PIL.
Motivi della Procedura di Infrazione
La Commissione Europea ha valutato che l’Italia si trova in una situazione di “squilibrio”, sebbene migliorata rispetto allo “squilibrio macroeconomico eccessivo” dello scorso anno. Le vulnerabilità principali includono l’elevato debito pubblico, la debole crescita della produttività, le fragilità del mercato del lavoro e le debolezze nel settore finanziario. Il rapporto debito pubblico/PIL, sebbene diminuito dal picco del Covid-19, rimane elevato, attestandosi a oltre il 137% del PIL nel 2023. La Commissione prevede che questa tendenza al ribasso si invertirà nel prossimo anno a causa di vari fattori, tra cui l’ampio aggiustamento stock-flussi e i disavanzi pubblici consistenti.
Le condizioni del mercato del lavoro sono migliorate, ma non si sono tradotte in pressioni salariali significative. I tassi di partecipazione al lavoro sono saliti a livelli record, ma rimangono relativamente bassi. Il settore finanziario ha mostrato segni di rafforzamento, con miglioramenti nella qualità degli attivi bancari e nella redditività. Tuttavia, le banche italiane rimangono esposte ai prestiti sovrani garantiti dallo Stato.
L’azione politica favorevole, attraverso l’attuazione del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (Pnrr), mira a promuovere la produttività e la crescita potenziale del PIL, riducendo il rapporto debito pubblico nel lungo periodo. Il commissario all’economia dell’UE, Paolo Gentiloni, ha affermato che le nuove regole fiscali europee aiuteranno a realizzare un migliore equilibrio tra gli obiettivi di bilancio e di crescita.
Implicazioni della Procedura di Infrazione
La procedura di infrazione avviata dalla Commissione Europea contro l’Italia non è una novità. Già lo scorso anno, l’Italia era stata oggetto di una procedura simile per l’uso dei precari stagionali nella Pubblica Amministrazione. La prossima mossa è attesa per novembre, quando la Commissione fisserà nuove “raccomandazioni” per il percorso di rientro, con l’eventuale correzione dei conti pubblici. I governi dovranno preparare piani strutturali di bilancio a medio termine con l’obiettivo finale di portare il debito pubblico su un percorso di riduzione “plausibile” e su livelli “prudenti” al di sotto del 60% nel medio termine.
Per l’Italia, la procedura di infrazione implica una correzione dei conti per lo 0,5-0,6% del PIL ogni anno, pari a circa 10-11 miliardi di euro, fino a quando il rapporto tra deficit e PIL non scenderà sotto il 3% nel medio termine. La Commissione Europea ha reso nota la lista dei sette Paesi il cui deficit pubblico supererà il 3% del PIL quest’anno, rendendoli “sorvegliati speciali”. Oltre all’Italia, anche la Francia, il Belgio, l’Ungheria, Malta, la Polonia e la Slovacchia sono inclusi in questa lista.
Le Nuove Regole Fiscali Europee
Le nuove regole fiscali europee, grazie al lavoro del commissario europeo Paolo Gentiloni e del ministro dell’economia Giancarlo Giorgetti, sono state progettate per essere meno “stupide” rispetto alle precedenti. I Paesi sotto sorveglianza devono ridurre il rapporto debito-PIL di almeno lo 0,5% l’anno, con alcune deroghe per la spesa per interessi e le spese militari. Nelle prossime settimane, si aprirà una discussione con l’Europa su come l’Italia intende soddisfare questo vincolo, con particolare attenzione alla traiettoria della spesa pubblica per i prossimi sette anni.
L’Ufficio parlamentare di bilancio calcola che l’aggiustamento richiesto all’Italia per rispettare il nuovo quadro di regole sarà di 0,5-0,6 punti percentuali di PIL all’anno, su un sentiero di aggiustamento settennale. La correzione dei conti pubblici sarà di circa 10-12 miliardi di euro l’anno, a cui si dovranno aggiungere circa 20 miliardi di euro per rifinanziare misure varate nel 2023 non coperte, come sgravi per contribuzioni e alcune spese indifferibili. La manovra lorda per il 2025 sarà quindi pari a 32 miliardi di euro, di cui 20 da reperire con tagli equivalenti e risparmi, e 10 di taglio del deficit.
Bullet Executive Summary
In conclusione, la procedura di infrazione avviata dalla Commissione Europea contro l’Italia e altri sei Paesi membri rappresenta un passo cruciale verso una gestione più rigorosa delle finanze pubbliche. Questa decisione, sebbene attesa, sottolinea l’importanza di politiche di bilancio prudenti e di investimenti pubblici mirati per ridurre il debito pubblico e promuovere la crescita economica. La nozione base di economia e finanza correlata a questo tema è il concetto di deficit pubblico, che rappresenta la differenza tra le entrate e le spese di un governo in un dato periodo. Un deficit eccessivo può portare a un aumento del debito pubblico, con conseguenze negative per la stabilità economica di un Paese.
Una nozione avanzata di economia e finanza applicabile a questo tema è il moltiplicatore fiscale, che misura l’effetto di una variazione della spesa pubblica o delle tasse sul prodotto interno lordo (PIL). Un moltiplicatore fiscale elevato implica che un aumento della spesa pubblica o una riduzione delle tasse avrà un impatto significativo sulla crescita economica. Tuttavia, in un contesto di elevato debito pubblico, l’efficacia del moltiplicatore fiscale può essere ridotta, rendendo necessarie politiche di bilancio più prudenti e mirate.
Riflettendo su questi concetti, è evidente che la gestione delle finanze pubbliche richiede un equilibrio delicato tra la necessità di stimolare la crescita economica e l’obbligo di mantenere la sostenibilità del debito pubblico. Questo equilibrio è cruciale per garantire la stabilità economica a lungo termine e la prosperità dei cittadini.