Settore del lusso in crisi: le sfide imminenti per i giganti europei

Il settore del lusso sta vivendo un momento di forte pressione sui mercati europei, in seguito alla LVMH-4669/attualita/LVMH-crolla-dopo-il-terzo-trimestre-e-trascina-al-ribasso-il-settore-del-lusso-europeo-48086032/”>pubblicazione dei risultati del terzo trimestre da parte di LVMH, il colosso francese del lusso. Le vendite hanno registrato una contrazione del 2%, mantenendo tuttavia il fatturato sopra la soglia dei 60 miliardi di euro. Questo dato riflette una certa resilienza del business, nonostante il rallentamento previsto del mercato cinese. Tuttavia, il sentiment negativo ha prevalso, portando a significative perdite nel comparto. A Parigi, LVMH ha segnato un calo vicino al 3%, mentre altri giganti del lusso come Kering, L’Oreal e Hermes hanno subito perdite rispettivamente dell’1,11%, 1,12% e 0,62%. A Londra, Burberry ha registrato una flessione dello 0,22%, mentre a Piazza Affari, Moncler e Brunello Cucinelli hanno perso l’1% e lo 0,5%, rispettivamente. Salvatore Ferragamo ha chiuso i primi nove mesi dell’anno con un calo dei ricavi dell’11%.

Implicazioni Globali: La Cina e le Politiche Fiscali Francesi

Il primo calo dei ricavi per LVMH dalla pandemia è stato attribuito principalmente alla situazione in Cina. Il gruppo, che vanta circa 75 marchi tra moda, gioielleria, hotel e alcolici, ha riportato un calo del 3% nel terzo trimestre, con segnali di debolezza anche dai marchi di punta come Louis Vuitton e Dior. L’andamento delle azioni è stato timido, con il valore che ha toccato il -7% prima di ridursi al -3,7%. Inoltre, LVMH deve affrontare una nuova patrimoniale introdotta da Parigi, che rappresenta un onere tra i 700 e gli 800 milioni di euro per il gruppo nel 2025. Questa misura coinvolgerà circa 400 società, con un gettito totale di 8 miliardi di euro previsto per l’anno prossimo. LVMH, data la sua dimensione, contribuirà per circa il 10% del totale. Gli stimoli economici predisposti da Pechino non hanno ancora mostrato un impatto significativo sulla domanda di beni di lusso in Cina. Nonostante ciò, LVMH crede che la contrazione sia solo transitoria e che la voglia dei clienti cinesi per i beni di lusso riprenderà vigore senza richiedere modifiche alla politica dei prezzi.

Il Declino del Settore Wines & Spirits

Il settore Wines & Spirits di LVMH ha registrato una performance deludente nel terzo trimestre, con un fatturato di 60,7 miliardi di euro, inferiore alle aspettative. Nei primi nove mesi del 2024, i ricavi di questa divisione hanno toccato i 4,1 miliardi di euro, segnando un calo a doppia cifra dell’11%. Questo segmento ha subito la più grande flessione tra i comparti del gruppo, con una diminuzione del 6% nella domanda di vini e champagne, che ha raggiunto i 2,14 miliardi di euro. Tuttavia, i vini rosati hanno continuato a crescere, con marchi come Chateau d’Esclans e Chateau Minuty che hanno mostrato una solida performance. Le vendite del cognac Hennessy hanno subito una flessione organica dell’11%, con una riduzione dell’8% fino a settembre, a causa del riequilibrio del mercato delle bevande e delle situazioni avverse negli USA e in Cina. Nonostante ciò, Hennessy ha mostrato segnali di ripresa negli Stati Uniti nel secondo trimestre, mantenendo il suo status come quarto marchio di alcolici più grande nel paese.

Riflessioni Conclusive: La Sfida della Tenuta del Lusso

La pubblicazione dei risultati trimestrali di LVMH rappresenta solo l’ultimo capitolo di una crisi che sta attraversando il settore del lusso. La debolezza dello shopping cinese, conseguenza delle tensioni commerciali tra Cina e Unione Europea, e il cambiamento del concetto di status symbol nei consumi globali, stanno mettendo a dura prova il comparto. Si teme che, in seguito alle misure antidumping sul brandy, prossimi bersagli potrebbero essere il cognac e gli spumanti, pilastri di Louis Vuitton Moët Hennessy e della sfera del lusso.

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