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- Il nuovo schema di decreto prevede incentivi per l'idrogeno rinnovabile e il bioidrogeno con una finalizzazione attesa entro la fine dell'anno, fondamentale per colmare il gap rispetto ad altre fonti.
- Secondo il Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec), saranno necessari circa 330 ktep di idrogeno rinnovabile per l'industria e circa 390 ktep per i trasporti entro il 2030.
- Il mercato dell'idrogeno potrebbe valere 140 miliardi di dollari entro il 2030, con l'Hydrogen Council che stima che l'idrogeno rappresenterà il 18% della domanda mondiale di energia entro il 2050.
Entro la fine di luglio, l’Italia vedrà la finalizzazione della strategia nazionale sull’idrogeno, un piano ambizioso promosso dal ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica, Gilberto Pichetto Fratin. Questo piano mira a valorizzare le potenzialità nazionali nella produzione di idrogeno e a sviluppare una filiera collegata, colmando un vuoto lasciato dai precedenti governi. L’ultimo tentativo significativo risale al governo Conte II, con l’allora ministro dello Sviluppo economico, Stefano Patuanelli, che nel 2020 aveva elaborato delle linee guida ad hoc.
Il nuovo schema di decreto prevede incentivi per l’idrogeno rinnovabile e il bioidrogeno, con una finalizzazione attesa entro la fine dell’anno. Questo è uno snodo cruciale per la competitività futura del vettore energetico, poiché i costi dell’idrogeno rinnovabile non sono ancora vantaggiosi rispetto ad altre fonti. La necessità di calibrare gli incentivi è fondamentale per consentire il pieno decollo dell’idrogeno, il cui contributo è cruciale per la decarbonizzazione.
Nel Piano nazionale integrato energia e clima (Pniec) trasmesso a Bruxelles a fine giugno, sono delineate le previsioni e gli obiettivi sull’idrogeno rinnovabile e sui combustibili rinnovabili di origine non biologica, in linea con la direttiva Red III. Le proposte di regolamento RefuelEU Aviation e FuelEU Maritime mirano ad aumentare il ricorso a carburanti sostenibili per aerei e navi. Secondo il Pniec, per raggiungere i target settoriali al 2030, saranno necessari circa 330 ktep (migliaia di tonnellate equivalenti petrolio) di idrogeno rinnovabile, bio e non bio, per l’industria, e circa 390 ktep di idrogeno rinnovabile per i trasporti.
Carburanti Alternativi: Gli Alti e Bassi dell’Idrogeno e dei Suoi Derivati
L’idrogeno, nonostante le sue potenzialità, presenta numerose complessità tecniche e logistiche. La sua leggerezza estrema e la difficoltà di stoccaggio rappresentano sfide significative. Un metro cubo di idrogeno a pressione atmosferica contiene appena 80 grammi di gas, con un contenuto energetico di soli 4 kWh, contro gli 11 kWh del metano e i 10.000 kWh della benzina. Per stoccarlo in quantità utili, sono necessari serbatoi con gas compresso a centinaia di atmosfere o gas liquefatto a -250 °C.
L’idrogeno corrode i metalli ed è altamente esplosivo, rendendo il suo accumulo problematico. I serbatoi ad alta pressione di polimeri impermeabili al gas sono costosi, con un prezzo di circa 400 dollari per kg di idrogeno accumulato. Inoltre, l’idrogeno liquido, mantenuto a temperature bassissime, bolle continuamente, perdendosi nell’aria.
Nonostante queste sfide, l’idrogeno è considerato indispensabile per l’aviazione sostenibile. Gli aerei a batteria ad elica hanno autonomie, velocità e capacità limitate, mentre i biocarburanti per jet non possono essere prodotti in quantità sufficienti senza impatti ambientali significativi. Gli idrocarburi sintetici, ottenuti combinando CO2 e H2, hanno prezzi elevati. L’idrogeno, quindi, rappresenta una soluzione promettente per i produttori di aeromobili come Airbus.
Un passo avanti significativo è stato annunciato da Tomas Grönstedt, ingegnere della Chalmers University of Technology, che ha sviluppato un nuovo scambiatore di calore per uso aeronautico. Questo dispositivo potrebbe rendere possibili i primi voli di jet a idrogeno entro pochi anni, aumentando l’efficienza della combustione e l’autonomia dei jet a idrogeno.
Il Potenziale Inespresso dell’Idrogeno in Italia
L’Italia sta cercando di sfruttare al massimo il potenziale dell’idrogeno attraverso una serie di incentivi e sussidi per il fotovoltaico e altre fonti rinnovabili. Tra questi, il Reddito Energetico, che prevede l’installazione gratuita di pannelli fotovoltaici per le famiglie a basso reddito, con un budget di 200 milioni di euro per il biennio 2024-2025. Inoltre, il Bonus Casa 50% e il Superbonus 70% offrono detrazioni fiscali significative per l’installazione di impianti fotovoltaici residenziali.
Le Regioni italiane stanno anche promuovendo incentivi specifici. Ad esempio, il Friuli Venezia Giulia offre contributi a fondo perduto per l’installazione di impianti fotovoltaici con sistemi di accumulo a batteria, mentre l’Emilia Romagna ha lanciato un bando da 6 milioni di euro per favorire lo sviluppo delle Comunità Energetiche Rinnovabili (CER). La Toscana ha stanziato 6 milioni di euro per la sostituzione di generatori di calore con pompe di calore ad alta efficienza e impianti fotovoltaici con accumulo a batterie.
In Basilicata, sono stati stanziati 15 milioni di euro per incentivare il fotovoltaico residenziale e altri impianti rinnovabili domestici, con ulteriori 24 milioni di euro previsti per il 2025. Questi incentivi sono cumulabili con misure di supporto nazionale, offrendo un’opportunità significativa per la crescita del fotovoltaico residenziale in Italia.
Investire nell’Idrogeno: Dalla Basilicata ai Mercati Finanziari
L’Italia ha imboccato la rotta dell’idrogeno per ridurre le emissioni di gas serra e rendersi energeticamente autonoma nei prossimi decenni. La produzione di idrogeno in Italia ha ricevuto un incentivo di 100 milioni di euro dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), finanziato dall’Unione Europea. Di questi, 18,5 milioni di euro sono destinati alla Regione Basilicata per costruire impianti di compressione, stoccaggio e purificazione dell’idrogeno, con l’obiettivo di abbattere le emissioni del 73,4% rispetto agli impianti di produzione da combustibili fossili.
Gli investimenti in idrogeno non riguardano solo le regioni italiane. In Europa, è stata adottata la Hydrogen Strategy, e in altre parti del mondo sono in corso programmi di sviluppo di una rete di trasporto dell’idrogeno. Un esempio significativo è l’impegno di Maire Tecnimont in India.
Società italiane come Snam, quotata alla Borsa di Milano, stanno preparando la rete nazionale del gas per l’immissione di idrogeno senza creare ulteriori gasdotti. Attualmente, il 70% della rete gas nazionale gestita da Snam è pronta ad accogliere l’idrogeno. Per gli investitori, l’idrogeno non è inafferrabile: società come Snam, Maire Tecnimont, Hera, Air Liquide e Linde sono accessibili attraverso piattaforme di trading online come MetaTrader 5.
Il mercato dell’idrogeno potrebbe valere 140 miliardi di dollari entro il 2030, secondo una ricerca del New York Times. L’Hydrogen Council stima che l’idrogeno rappresenterà il 18% della domanda mondiale di energia entro il 2050, una crescita di otto volte rispetto ai livelli attuali. Molte industrie, in particolare il comparto del trasporto pesante, sono interessate all’idrogeno come combustibile alternativo. Ad esempio, Alstom ha progettato e avviato la commercializzazione di un treno all’idrogeno, mentre Airbus sta sviluppando aerei di linea all’idrogeno con i primi voli di prova previsti per il 2035.
Bullet Executive Summary
In conclusione, l’idrogeno rappresenta una delle soluzioni più promettenti per la decarbonizzazione e la transizione energetica. Tuttavia, le sfide tecniche e logistiche rimangono significative. La strategia nazionale sull’idrogeno dell’Italia, insieme agli incentivi per il fotovoltaico e altre fonti rinnovabili, offre un’opportunità unica per sfruttare il potenziale di questo vettore energetico. Gli investimenti in idrogeno, sia a livello nazionale che internazionale, stanno crescendo, con il mercato che potrebbe valere 140 miliardi di dollari entro il 2030.
Nozione base di economia e finanza: La decarbonizzazione è il processo di riduzione delle emissioni di carbonio, principalmente attraverso l’uso di energie rinnovabili e tecnologie a basse emissioni di carbonio. Questo è fondamentale per combattere il cambiamento climatico e raggiungere gli obiettivi di sostenibilità.
Nozione avanzata di economia e finanza: Il costo opportunità è un concetto chiave in economia che si riferisce al valore della migliore alternativa non scelta quando si prende una decisione. Nel contesto degli investimenti in idrogeno, il costo opportunità potrebbe includere i benefici potenziali persi investendo in altre tecnologie energetiche rinnovabili o in settori diversi.
Speriamo che questo articolo vi abbia fornito una visione approfondita e stimolante sull’importanza e le sfide dell’idrogeno nel panorama energetico moderno. Continuate a seguirci per ulteriori aggiornamenti e analisi su questo tema cruciale.
- Sito ufficiale del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica, sezione Energia e Clima 2030, per approfondire sugli obiettivi e strategie nazionali sull'energia e il clima
- Pagina ufficiale del Ministero dello Sviluppo economico sull'avvio della consultazione pubblica della Strategia nazionale sull'idrogeno.
- Sito ufficiale del Ministero dell'Ambiente e della Sicurezza Energetica sulla Strategia Nazionale Idrogeno