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Flotte aziendali in trasformazione: come affrontare la frenata dei rinnovi?

L'aumento dell'imposizione fiscale e l'incertezza normativa spingono le aziende a rivedere le proprie politiche auto. Scopriamo le strategie per navigare in questo scenario complesso e cogliere le opportunità della transizione verso l'elettrico.
  • 4 imprese su 10 rinviano il rinnovo flotte per tasse.
  • L'11% rivede i contratti di noleggio per contenere i costi.
  • Il 60% cambierà car list e car policy aziendale.

Freno ai rinnovi: un’analisi dell’attuale situazione

Il recente aggiornamento sulle disposizioni concernenti i fringe benefit, che saranno applicabili da gennaio del *2025, ha provocato uno sviluppo inatteso all’interno dell’ambito delle flotte aziendali. Sorprendentemente, sono circa 4 imprese su 10 quelle che hanno optato per un rinvio rispetto al rinnovamento della loro flotta automobilistica; tale decisione risulta fortemente influenzata dall’aumento dell’imposizione fiscale nonché dall’incertezza giuridica persistente nel settore automobilistico stesso. Questa tendenza è emersa chiaramente attraverso uno studio realizzato durante l’undicesima edizione del Fleet Motor Day e basato su un’indagine rivolta a un campione significativo di 98 fleet e mobility manager collegati con circa 83.000 autovetture complessive. I potenziali effetti collaterali comprendono non solo l’inevitabile obsolescenza della flotta automobilistica d’impresa – una questione cruciale per la sicurezza stradale – ma anche ripercussioni sul mercato automotive generale, specialmente per quanto concerne i veicoli convenzionali alimentati da combustibili fossili. L’ascesa vertiginosa dei costi prevista nella misura compresa fra il +20% e il +30%*, spinge molte organizzazioni verso misure drastiche per contenere gli investimenti destinati al welfare lavorativo, ostacolando quindi la capacità d’offrire benefit quali quelli legati all’utilizzo delle automobili aziendali. Dall’analisi condotta emerge un elemento significativo: l’11% delle imprese ha deciso di rivedere i contratti legati al noleggio con l’obiettivo primario del contenimento economico. Questo fenomeno indica una maggiore attenzione verso la gestione finanziaria, spingendo gli attori del settore ad adottare approcci più accessibili, anche se ciò comporta sacrificare modelli tecnologicamente avanzati. La dinamica attuale appare fluida e le organizzazioni sono impegnate nella considerazione di vari piani strategici in risposta alle crescenti complessità normative. Una significativa porzione pari al 60%, infatti, intende apportare cambiamenti nelle proprie car list, così come nelle relative politiche auto (car policy). Inoltre, un 10%, sta contemplando la possibilità di dismettere i veicoli alimentati da motori termici in favore dell’adozione esclusiva di soluzioni elettriche o ibride. Tuttavia, desta seria preoccupazione il fatto che le autovetture ibride denominate “full hybrid”, stiano subendo degli svantaggi dovuti all’introduzione delle nuove normative; addirittura circa un terzo dei fleet manager si appresta a non includerle nei prossimi piani d’acquisto.

L’elettrico e l’ibrido plug-in: un’alternativa sostenibile e fiscalmente vantaggiosa?

All’interno dell’attuale panorama caratterizzato da incertezze crescenti, le automobili elettriche e ibride plug-in emergono come soluzioni plausibili grazie agli incentivi fiscali forniti dalla legislazione vigente. In particolare, la legge di bilancio 2025 ha attuato modifiche significative al regime fiscale applicabile a tali mezzi con l’intento esplicito di promuovere una mobilità maggiormente ecologica. Le vetture totalmente elettriche godono infatti non solo di una diminuzione rilevante dei fringe benefit, ma anche della possibilità di accedere a diverse forme di incentivazione sia nazionali che regionali che contribuiscono ad abbatterne i costi all’origine. Detto ciò, risulta imperativo condurre una disamina approfondita riguardo ai vantaggi economici e ai possibili svantaggi associati a questa scelta: mentre l’investimento iniziale per acquistare un’auto elettrica si presenta tuttora più elevato rispetto a uno a combustione interna, dall’altro lato si devono prendere in considerazione le spese ridotte nell’ambito della gestione operativa nel tempo; queste ultime includono fattori quali rifornimento energetico (carburante), assistenza meccanica (manutenzione) ed eventuale tassa automobilistica (bollo). Infine emerge con prepotenza la necessità di un’analisi ponderata sul valore residuo del mezzo al termine del ciclo d’utilizzo: tale parametro può svolgere un ruolo determinante nel complesso quadro finanziario personale o aziendale dell’individuo o della società proprietaria dell’autovettura stessa. Relativamente alle automobili ibride plug-in, il panorama si rivela particolarmente intricato. Sebbene possano usufruire di agevolazioni fiscali rispetto ai modelli alimentati a benzina o diesel, le auto definite come full hybrid appaiono svantaggiate dalla nuova normativa per via delle loro emissioni di CO2 che superano quelle dei modelli plug-in. Pertanto, nella scelta fra un’autovettura totalmente elettrica piuttosto che una ibrida plug-in, oppure ancora una convenzionale, occorre considerare svariati fattori: dal tipo d’uso quotidiano alla percorrenza annuale del veicolo; dalla disponibilità di infrastrutture per la ricarica fino alle preferenze soggettive dell’utilizzatore stesso.

Le resistenze e le sfide del settore auto italiano

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Il panorama dell’industria automobilistica italiana si trova di fronte a una sfida epocale. Le normative europee, che impongono un passaggio accelerato verso l’elettrico entro il 2035, hanno suscitato forti resistenze da parte del governo italiano, che teme per la competitività del settore e per la perdita di posti di lavoro. Il Ministro delle Imprese e del Made in Italy ha apertamente criticato quella che ha definito una “follia ideologica” e ha annunciato una proposta per rivedere i tempi e le modalità della transizione. Il governo italiano intende chiedere all’Unione Europea di anticipare la revisione delle norme, al fine di valutare l’impatto reale della transizione sull’industria automobilistica e di individuare soluzioni che possano mitigare gli effetti negativi. In particolare, si chiede un sostegno finanziario adeguato per le case automobilistiche e per i consumatori, al fine di incentivare l’acquisto di veicoli elettrici e di supportare la riconversione industriale del settore. Il passaggio verso l’elettrificazione comporta una necessità impellente di capitali significativi da destinare a nuove tecnologie e alla ristrutturazione dei processi produttivi. In tale scenario, le imprese italiane si trovano a dover affrontare la sfida posta da concorrenti emergenti nel panorama commerciale globale, tra cui spiccano Tesla e diverse case automobilistiche provenienti dalla Cina. Queste realtà non solo stanno effettuando ingenti investimenti nel settore elettrico, ma possono anche avvalersi di un vantaggio competitivo rappresentato da costi di produzione più contenuti. Per prosperare in questa arena competitiva, è dunque essenziale per i produttori italiani riuscire a mettere in risalto il proprio know-how, enfatizzando la loro expertise attraverso l’adozione dell’innovazione tecnologica unita a una ferma attenzione alla qualità dei loro beni.

Navigare le acque agitate: come affrontare il cambiamento con successo

Le recenti disposizioni in merito ai fringe benefit, insieme alla spinta verso l’elettrificazione della mobilità aziendale, offrono un’interessante occasione per le compagnie intenzionate a modernizzare la loro flotta automobilistica. L’adozione di veicoli più ecologici non solo può contribuire alla sostenibilità ambientale ma anche comportare significativi risparmi economici nel lungo termine. Detto ciò, un approccio metodico si rivela essenziale quando si tratta di implementare tali cambiamenti; è indispensabile esaminare dettagliatamente le necessità aziendali specifiche prima del processo decisionale. Gli aspetti da valutare includono l’impiego previsto delle vetture destinate all’uso aziendale, la distanza percorsa annualmente dalle stesse, oltre che l’accesso a strutture idonee per la ricarica degli autoveicoli elettrici o ibridi; anche gli orientamenti dei dipendenti devono essere presi in considerazione nella pianificazione della transizione. A questo punto, si rende necessario approfondire le possibilità offerte dagli incentivi fiscali sia a livello nazionale che locale: questi possono significativamente alleviare gli oneri associati all’acquisto dei nuovi mezzi ecocompatibili. Infine, dopo aver selezionato l’alternativa migliore in relazione alle specifiche richieste dell’azienda, sarà cruciale mantenere una linea comunicativa aperta con il personale coinvolto; esplicitando chiaramente i benefici derivanti dall’introduzione dei nuovi veicoli ed assicurandosi al contempo che venga fornita una preparazione adeguata all’utilizzo efficiente degli stessi. Coinvolgere attivamente i dipendenti nei processi decisionali risulta vitale per promuovere un’atmosfera basata sulla fiducia e facilitare l’accettazione dei cambiamenti necessari. La transizione verso modelli sostenibili nella mobilità non deve essere vista solo come una complicata sfida: essa offre alle aziende spunti significativi per innovarsi (riducendo al contempo costi) e affinando la propria immagine pubblica.
Ma qual è il modo migliore per affrontare questa marea informativa? Cominciamo col chiarire l’importanza del concetto noto come costo opportunità. Ogni decisione implica inevitabilmente la perdita rispetto ad altre scelte disponibili; pertanto, questo costo rappresenta della scelta fatta. Nel contesto delle automobili aziendali, ad esempio, scegliere modelli elettrici o ibridi vuol dire abbandonare le proprietà estese delle automobili a benzina ma apre pur sempre la strada a vantaggi fiscali, oltre che contribuire positivamente all’ambiente circostante. Un aspetto più avanzato riguarda invece il concetto legato al ciclo di vita del prodotto, poiché anche le auto elettriche possono risultare vulnerabili all’obsolescenza tecnologica col passare del tempo. È essenziale dunque analizzare non solo il costo iniziale, bensì anche il valore residuo del veicolo insieme ai costi associati allo smaltimento delle batterie. Per questo motivo, è opportuno ponderare le tue priorità con la massima cura e adottare scelte ben informate, considerando ogni elemento presente nella situazione.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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