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Il ritardo dell’Italia nell’energia eolica: una sfida tra burocrazia e proteste locali

Scopri come l'Italia è rimasta indietro nello sviluppo dell'energia eolica rispetto ad altri Paesi europei e le proposte di Legambiente per colmare il gap.
  • L'Italia ha aggiunto solo 487 MW di eolico a terra nel 2023, contro i 3.296 MW della Germania.
  • Con una capacità eolica offshore di soli 30 MW, l'Italia è al quartultimo posto tra undici Paesi europei.
  • La Sardegna ha richieste per 56 GW di capacità eolica, ma le esigenze energetiche dell'isola sono solo di 2,5 GW.

L’Italia si trova in una posizione di netto svantaggio rispetto ad altri Paesi europei nello sviluppo dell’energia eolica, sia a terra che in mare. Secondo un rapporto di Legambiente pubblicato in occasione del “Global Wind Day”, l’Italia è al decimo posto tra i Paesi europei per nuove installazioni di eolico a terra nel 2023, con solo 487 megawatt (MW) aggiunti. Questo dato è particolarmente preoccupante se confrontato con la Germania, che ha installato 3.296 MW, i Paesi Bassi con 1.994 MW e la Svezia con 1.973 MW.

In termini di capacità totale installata per abitante, l’Italia è al diciottesimo posto con 0,21 kilowatt per abitante, molto lontana dalla media dei Paesi del nord Europa che superano 1 kilowatt per abitante. La situazione è ancora più critica per quanto riguarda l’energia eolica offshore. L’Italia ha una sola installazione attiva, il parco eolico di Taranto, con una capacità di 30 MW. Questo la pone al quartultimo posto tra undici Paesi europei, ben lontana dai leader come la Germania (8.536 MW) e i Paesi Bassi (4.739 MW).

Le proteste in Sardegna

Il ritardo nello sviluppo dell’energia eolica in Italia non è solo una questione di capacità installata, ma anche di resistenze locali. In Sardegna, ad esempio, ci sono state forti proteste contro l’installazione di nuove pale eoliche. Sabato scorso, centinaia di persone si sono radunate intorno alla basilica di Saccargia, a Codrongianos, per manifestare contro quella che definiscono “l’invasione energetica dell’isola”. La scelta del luogo non è casuale: a Codrongianos è prevista l’installazione di nuove pale eoliche, e la Regione ha presentato un ricorso al Consiglio di Stato per la vicinanza con la basilica e altri siti archeologici.

I manifestanti contestano i nuovi impianti, parlando di speculazione e di un impatto negativo sul paesaggio e sui monumenti storici. Le torri eoliche previste, infatti, superano i 200 metri d’altezza e sono visibili a distanza di decine di chilometri. La Sardegna ha richieste per 56 GW di capacità eolica, mentre le esigenze energetiche dell’isola arrivano solo a 2,5 GW. Questo ha alimentato accuse di speculazione e ha portato la giunta regionale, guidata da Alessandra Todde (M5s), ad approvare un disegno di legge che sospende per 18 mesi la realizzazione di nuovi impianti per la produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili.

Le proposte di Legambiente

Legambiente ha sottolineato la necessità di scelte politiche energetiche più coraggiose per facilitare lo sviluppo delle rinnovabili in Italia. L’associazione ha presentato quattro proposte principali per promuovere l’energia eolica offshore:

1. *Promuovere il ruolo di Terna: Implementare un piano di sviluppo dell’infrastruttura di rete, sia offshore che onshore, coerente con la Pianificazione dello Spazio Marittimo.
2.
Attivare una cabina di regia: Organizzare le richieste di connessione e prevedere un dialogo costante tra Terna, gli operatori del settore eolico offshore e il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica.
3.
Definire la Pianificazione dello Spazio Marittimo (PSM): Organizzare le interazioni tra i vari usi del mare, conciliando la domanda di sviluppo con la salvaguardia degli ecosistemi marini.
4.
Più dialogo e coinvolgimento dei territori: Attraverso un dibattito pubblico costante, come avviene in Francia, per ogni progetto di parco eolico offshore.

Secondo Stefano Ciafani, presidente nazionale di Legambiente, l’approvazione del decreto aree idonee per impianti rinnovabili da parte del Ministero dell’Ambiente è un grave errore, poiché lascia carta bianca alle Regioni nella selezione delle aree idonee, complicando ulteriormente il quadro autorizzativo.

Le sfide burocratiche e politiche

Le basse performance dell’Italia nello sviluppo dell’energia eolica sono legate a una serie di ostacoli burocratici e politici. Tra questi, ritardi, lungaggini burocratiche, iter autorizzativi lenti, norme obsolete e conflitti territoriali. Anche i ministeri della Cultura e la Presidenza del Consiglio hanno contribuito ai ritardi. Le politiche energetiche sulle rinnovabili sono state poco coraggiose e gli obiettivi al 2030 nel Piano Nazionale Integrato Energia e Clima (PNIEC) sono poco ambiziosi.

L’Italia è uno dei pochi Paesi a non aver adottato una pianificazione dello spazio marittimo, il che ha portato la Commissione europea ad avviare una procedura di infrazione contro il Paese. Secondo Legambiente, l’Italia rischia di raggiungere gli obiettivi al 2030 con 16 anni di ritardo, nel 2046. È quindi fondamentale che il Paese acceleri il passo e riveda i processi autorizzativi, promuovendo percorsi partecipati e trasparenti.

Bullet Executive Summary

In conclusione, l’Italia si trova in una posizione di netto svantaggio nello sviluppo dell’energia eolica rispetto ad altri Paesi europei. Questo ritardo è dovuto a una serie di ostacoli burocratici, politici e locali. Le proteste in Sardegna evidenziano le resistenze locali, mentre le proposte di Legambiente sottolineano la necessità di scelte politiche più coraggiose e di una migliore pianificazione dello spazio marittimo.

Nozione base di economia e finanza: Diversificazione energetica. La diversificazione delle fonti di energia è fondamentale per ridurre la dipendenza da una singola fonte e aumentare la sicurezza energetica. L’energia eolica rappresenta una delle opzioni più promettenti per diversificare il mix energetico di un Paese.

Nozione avanzata di economia e finanza: Economia delle esternalità*. Le esternalità sono costi o benefici non riflessi nei prezzi di mercato. Nel caso dell’energia eolica, le esternalità positive includono la riduzione delle emissioni di gas serra e l’abbattimento dell’inquinamento atmosferico. Tuttavia, le esternalità negative possono includere l’impatto visivo e ambientale delle turbine eoliche. È fondamentale che le politiche energetiche tengano conto di entrambe le esternalità per promuovere uno sviluppo sostenibile.

Riflettendo su questi aspetti, è evidente che l’Italia ha bisogno di un approccio più integrato e coraggioso per sfruttare appieno il suo potenziale eolico, contribuendo così alla transizione energetica e alla lotta contro il cambiamento climatico.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano.(scopri di più)

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