Perché l’energia costa dieci volte di più in Italia rispetto alla Francia?

Il prezzo dell’energia elettrica in Italia ha raggiunto livelli allarmanti, toccando i 136 euro per megawattora (MWh), una cifra che risulta essere dieci volte superiore rispetto ai 13 euro/MWh pagati in Francia. Questa differenza abissale non può essere spiegata solo dalla presenza di centrali nucleari in Francia, che dispone di 19 centrali e una cinquantina di reattori. La questione è più complessa e coinvolge vari fattori, tra cui il costo del gas, la mancanza di impianti eolici off-shore e la riduzione delle esportazioni francesi verso i paesi confinanti per far fronte alla domanda interna e per lavori di manutenzione.

In Italia, il mix energetico è fortemente influenzato dal gas, che rappresenta una componente significativa nella formazione del prezzo sul mercato. Questo sistema di pricing, dove tutti i produttori vengono remunerati in base all’impianto che ha offerto il prezzo più caro, solitamente l’ultima centrale a gas, favorisce chi possiede impianti rinnovabili ma penalizza cittadini e imprese. Anche se le rinnovabili hanno superato per la prima volta i combustibili fossili nel soddisfare la domanda elettrica nella prima metà dell’anno, il differenziale di prezzo rimane elevato.

Il Piano Transizione 5.0: Un’Opportunità per le PMI

Il governo italiano ha introdotto il Piano Transizione 5.0, un’iniziativa che mira a rendere le imprese italiane più competitive a livello globale. Questo piano, che prevede incentivi per le transizioni green e digitali, rappresenta una grande opportunità per le piccole e medie imprese (PMI) di ridurre i costi energetici. Eleonora Rigotti, presidente di Cna Brescia, ha sottolineato l’importanza di questo piano per le PMI, evidenziando come l’autoproduzione da fonti rinnovabili possa abbassare le bollette energetiche.

Il pacchetto di aiuti 5.0, del valore di 6,3 miliardi di euro, introduce un nuovo credito d’imposta fino al 45% dei costi di investimento per le imprese. Le agevolazioni riguardano l’acquisto di beni materiali e immateriali nuovi e tecnologicamente avanzati, che assicurano una riduzione dei consumi energetici di almeno il 3% per le strutture produttive o del 5% per i processi produttivi. Inoltre, sono incentivati i progetti di autoproduzione di energia da fonti rinnovabili e i percorsi di formazione del personale per acquisire competenze digitali ed energetiche.

Rincari delle Tariffe: Un Peso per le Famiglie Italiane

Tra il primo semestre del 2024 e lo stesso periodo del 2023, il costo delle bollette della luce è diminuito del 34,2% e quello del gas del 19,6%. Tuttavia, quasi tutte le altre tariffe hanno registrato un aumento significativo, nonostante l’inflazione sia salita solo dello 0,9%. Secondo l’Ufficio studi della Cgia di Mestre, il costo medio delle tariffe per le famiglie italiane è pari a poco più di 2.900 euro all’anno, corrispondente al 12% dell’intera spesa familiare annua.

Tra il 2019 e il 2023, le bollette dell’energia elettrica sono rincarate del 108% e quelle del gas del 72,1%. Altre voci tariffarie, come le forniture dell’acqua, i servizi postali, il trasporto urbano e ferroviario, i taxi, i rifiuti e i pedaggi autostradali, hanno subito incrementi inferiori all’aumento del costo della vita, che è stato del 16,3% nello stesso periodo. L’unica voce a registrare una contrazione di costo sono stati i servizi telefonici, con una diminuzione dello 0,8%.

Bullet Executive Summary

In conclusione, il panorama energetico italiano presenta sfide significative, con prezzi dell’energia elettrica che rimangono elevati nonostante l’aumento delle fonti rinnovabili. Il Piano Transizione 5.0 offre un’opportunità per le PMI di ridurre i costi energetici attraverso incentivi e agevolazioni fiscali. Tuttavia, le famiglie italiane continuano a fare i conti con tariffe elevate, nonostante la recente diminuzione delle bollette di luce e gas.

Una nozione base di economia e finanza correlata al tema è il concetto di elasticità della domanda, che misura quanto la quantità domandata di un bene risponde a variazioni del suo prezzo. In un contesto di prezzi energetici elevati, la domanda di energia può essere meno elastica, poiché l’energia è un bene essenziale.

Una nozione avanzata è il meccanismo di formazione del prezzo marginale, che in Italia è influenzato dal costo del gas. Questo sistema, dove il prezzo è determinato dall’ultimo impianto necessario a soddisfare la domanda, spesso una centrale a gas, può portare a prezzi elevati per tutti i consumatori, favorendo chi possiede impianti rinnovabili ma penalizzando cittadini e imprese.

Riflettendo su questi temi, emerge l’importanza di riformare il sistema di formazione del prezzo dell’energia e di incentivare ulteriormente l’adozione di fonti rinnovabili per ridurre i costi energetici e migliorare la competitività delle imprese italiane.