E-Mail: [email protected]
- La cessione dell'infrastruttura di Telecom Italia al consorzio guidato da Kkr per un corrispettivo base di 18,8 miliardi di euro rappresenta un punto di svolta significativo.
- L'assemblea del 23 aprile per il rinnovo degli organi sociali di Telecom Italia evidenzia l'importanza della stabilità nella governance.
- Il Mef si impegna a entrare nella Netco della rete con una quota del 20%, mentre F2i raccoglie 1 miliardo per un altro 10%, sottolineando le mosse strategiche per la riduzione del debito.
Il 2 aprile, una data post-pasquale segnata da un importante incontro a Roma, ha visto protagonisti i vertici di Telecom Italia (Tim) e del suo primo azionista francese, Vivendi. La convocazione, orchestrata dal comitato golden power, mirava a un supplemento di indagine sulla cessione della rete di Tim, un’operazione che ha già ricevuto il via libera ma che solleva interrogativi cruciali per il governo. La cessione dell’infrastruttura al consorzio guidato dal fondo statunitense Kkr, per un corrispettivo base di 18,8 miliardi di euro, rappresenta un punto di svolta per l’azienda, con la possibilità di raggiungere fino a 22 miliardi di euro in base alla realizzazione della “rete unica” con Open Fiber.
Le Mosse degli Azionisti e le Candidature per il Rinnovo del Cda
In vista dell’assemblea del 23 aprile per il rinnovo degli organi sociali, il panorama si complica con l’entrata in scena di diversi attori. Da una parte, il fondo Merlyn ha presentato una lista di dieci candidati, tra cui spiccano l’ex presidente di Microsoft, Umberto Paolucci, per la presidenza, e Stefano Siragusa per l’amministratore delegato. Dall’altra, Vivendi, con una quota del 23,75%, ha depositato le sue azioni senza rivelare le sue intenzioni per il consiglio di amministrazione, mantenendo un atteggiamento critico verso la decisione di cedere la rete senza consultare l’assemblea. Questo scenario di incertezza sottolinea l’importanza della stabilità nella governance per gestire un’operazione così complessa.
Le Implicazioni Finanziarie e Strategiche della Cessione della Rete
La cessione della rete a Kkr, con il Mef che si impegna a entrare nella Netco della rete con una quota del 20% e F2i che raccoglie 1 miliardo per un altro 10%, rappresenta una mossa strategica di grande rilievo. Per Telecom Italia, significa un’opportunità di ridurre significativamente il debito, un fattore che oggi contribuisce in modo rilevante a bruciare cassa. Tuttavia, l’operazione è ancora in attesa del parere dell’Antitrust Ue, una condizione sospensiva per il closing previsto entro l’estate.
Bullet Executive Summary
La convocazione di Tim e Vivendi da parte del governo italiano per discutere della cessione della rete a Kkr rappresenta un momento cruciale nel panorama finanziario e delle telecomunicazioni del Paese. La nozione base di finanza correlata a questo tema è l’importanza del debito aziendale e del suo impatto sulla liquidità e sulla capacità di investimento di un’azienda. A un livello più avanzato, l’operazione evidenzia l’importanza della governance aziendale e della stabilità nella gestione di operazioni complesse, specialmente quando sono coinvolte infrastrutture critiche nazionali. Questa situazione invita i lettori a riflettere sulla delicatezza delle decisioni strategiche in contesti aziendali di grande scala e sull’interazione tra interessi privati e pubblici nel settore delle telecomunicazioni.
- Comunicato stampa di Vivendi riguardante la cessione della rete di Telecom Italia a Kkr.
- Approvazione del governo italiano per la vendita della rete di Telecom Italia a Kkr.
- Vivendi pronta a contestare la vendita della rete di Telecom Italia a Kkr in tribunale.
- Approvazione della vendita della rete di Telecom Italia a Kkr da parte del Consiglio di Amministrazione.
- Comunicato di TIM riguardante l'approvazione dell'offerta di Kkr sulla NetCo.