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Scopri come gli ETF stanno rivoluzionando la pensione integrativa in Italia

Una ricerca di Trade Republic e Università La Sapienza svela l'efficacia degli ETF come strumento di risparmio a lungo termine per garantire una pensione più sicura e dignitosa.
  • Il 97% degli italiani ritiene necessario integrare la pensione pubblica.
  • Gli ETF azionari globali hanno generato rendimenti annui superiori di 1,8 punti percentuali rispetto ai fondi pensione in 20 anni.
  • Il 50% delle persone con redditi inferiori a 1000 euro al mese non ha forme di previdenza complementare.

La questione della pensione integrativa è diventata sempre più rilevante nel panorama economico e finanziario moderno. Con l’aumento dell’età pensionabile e l’incertezza riguardo alla sostenibilità del sistema pensionistico pubblico, molti italiani stanno considerando alternative per garantire una vita dignitosa dopo il pensionamento. Questo articolo esplora i risultati di una ricerca commissionata da Trade Republic e condotta dai professori Michele Raitano e Marco Di Pietro dell’Università La Sapienza di Roma, che analizza la convenienza della previdenza integrativa e l’efficacia degli ETF (Exchange Traded Funds) come strumento di risparmio a lungo termine.

Il Contesto Normativo e la Convenienza della Previdenza Integrativa

Nell’attuale cornice normativa, la possibilità di conteggiare per il pensionamento anticipato sia la pensione pubblica che quella privata è limitata. Questo ha portato a una perdita del ratio originale delle pensioni integrative private, che sono diventate principalmente uno strumento di risparmio a lungo termine, fiscalmente agevolato, per i lavoratori abbienti. Secondo Michele Raitano, “chi ha una vita lavorativa stabile e dignitosa, con le età pensionabili attuali attese in crescita e l’adeguamento automatico con l’aspettativa di vita, riceverà una pensione contributiva adeguata.”

Tuttavia, per molti individui, la convenienza a investire nella previdenza integrativa non risiede tanto nel contributo aggiuntivo previsto dai contratti collettivi o nei fondi negoziali, quanto negli sgravi fiscali. Questo è particolarmente vero per i lavoratori ad alto reddito, che beneficiano maggiormente degli incentivi fiscali rispetto ai lavoratori a basso reddito o precari, che spesso non hanno le risorse adeguate per partecipare alla previdenza integrativa.

La Propensione all’Investimento in ETF

Un dato preoccupante emerso dallo studio è che il 97% degli italiani pensa che sia necessario integrare la pensione pubblica una volta smesso di lavorare, e il 65% è convinto che la pensione pubblica da sola non permetterà di vivere dignitosamente. Questo timore è particolarmente fondato per le fasce più giovani, con l’età pensionabile prevista che potrebbe aumentare oltre i 70 anni.

Gli ETF azionari globali sono stati identificati come un potente complemento ai fondi pensione a lungo termine. Storicamente, questi strumenti hanno generato rendimenti annui superiori di 1,8 punti percentuali in 20 anni rispetto alla media dei fondi pensione. Emanuele Agueci, regional manager per l’Italia, l’Irlanda e i Paesi Baltici di Trade Republic, sottolinea che “gli italiani sono consapevoli che il sistema pensionistico pubblico da solo non consentirà una pensione serena, e quindi è necessario integrarlo con risparmio e investimento privato.”

Le Fasce Più a Rischio e le Raccomandazioni per il Futuro

Lo studio evidenzia che le fasce più a rischio di condizioni finanziarie sfavorevoli dopo il pensionamento sono quelle senza impiego e con redditi bassi. Il 68% di chi è senza impiego e il 50% di chi guadagna meno di 1000 euro al mese non ha alcuna forma di investimento o previdenza complementare. Questo crea un circolo vizioso, dove i lavoratori a basso reddito e precari non hanno accesso ai fondi pensione e alle agevolazioni fiscali, aumentando il rischio di povertà dopo il pensionamento.

Le generazioni più giovani, tuttavia, mostrano una maggiore propensione all’investimento autonomo, in particolare negli ETF. Gli intervistati con età inferiore ai 34 anni hanno una più alta probabilità di combinare un fondo pensione privato con l’investimento in ETF (44%) e una maggiore probabilità di scegliere ETF invece di un fondo pensione (18%).

Bullet Executive Summary

In conclusione, la ricerca commissionata da Trade Republic e condotta dai professori Michele Raitano e Marco Di Pietro evidenzia l’importanza di integrare la pensione pubblica con strumenti di risparmio e investimento privato, come gli ETF azionari globali. Questi strumenti hanno dimostrato di essere un potente complemento ai fondi pensione a lungo termine, generando rendimenti superiori e offrendo una soluzione efficace per colmare il gap pensionistico.

Nozione base di economia e finanza: La diversificazione degli investimenti è una strategia fondamentale per ridurre il rischio e aumentare i rendimenti a lungo termine. Investire in una varietà di asset, come ETF azionari globali, può aiutare a mitigare le fluttuazioni del mercato e garantire una crescita più stabile del capitale.

Nozione avanzata di economia e finanza: Il concetto di regressività fiscale si riferisce a un sistema in cui gli sgravi fiscali o i benefici sono più vantaggiosi per i redditi più alti rispetto a quelli più bassi. Questo può creare disuguaglianze economiche, poiché i lavoratori a basso reddito hanno meno accesso a strumenti di risparmio e investimento agevolati, aumentando il rischio di povertà dopo il pensionamento.

La riflessione personale che emerge da questa analisi è la necessità di una pianificazione finanziaria attenta e consapevole, che consideri non solo le opportunità di investimento ma anche le implicazioni fiscali e sociali. Investire presto e diversificare le proprie risorse può fare la differenza tra una pensione serena e una vita di incertezze economiche.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano.(scopri di più)

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