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La bolla dell’AI sta per scoppiare? Ecco cosa dicono gli esperti

Le principali aziende tecnologiche stanno affrontando bilanci deludenti e licenziamenti di massa, mentre gli investitori temono una nuova bolla simile a quella delle dot com.
  • Intel ha annunciato il licenziamento del 15% dei suoi dipendenti e la sospensione del pagamento dei dividendi.
  • Il settore dell'AI dovrà generare ricavi per almeno 600 miliardi di dollari all'anno per ottenere guadagni soddisfacenti, secondo Sequoia Capital.
  • Amazon ha deluso le previsioni del mercato nonostante un incremento del 10% dei ricavi a 148 miliardi di dollari.

Negli ultimi mesi, il settore tecnologico ha subito una serie di scossoni significativi che hanno messo in discussione la sostenibilità degli investimenti miliardari nell’intelligenza artificiale (AI). Le principali aziende tecnologiche, da Apple ad Amazon, da Microsoft a Meta, hanno registrato conti in peggioramento e notizie di ingenti licenziamenti, come nel caso di Intel che ha annunciato il licenziamento del 15% dei suoi dipendenti.

L’entusiasmo iniziale per l’AI, che aveva portato a una valutazione esorbitante delle azioni delle aziende coinvolte, si è scontrato con la realtà di bilanci non all’altezza delle aspettative. Un esempio eclatante è Nvidia, che a febbraio era diventata la terza azienda di maggior valore negli Stati Uniti con una capitalizzazione di mercato salita a oltre 2.500 miliardi di dollari. Tuttavia, la prospettiva degli investitori è cambiata, portando a un calo delle azioni.

Le grandi banche e le società d’investimento hanno pubblicato report che mostrano perplessità sulla sostenibilità dell’intelligenza artificiale, sostenendo che la tecnologia potrebbe non generare abbastanza ricavi da giustificare i miliardi investiti. Sequoia Capital ha stimato che il settore dell’AI dovrà generare ricavi per almeno 600 miliardi di dollari all’anno per ottenere guadagni soddisfacenti, una cifra esorbitante anche per il ricco settore tecnologico.

Alcuni analisti parlano di una possibile nuova bolla, destinata a scoppiare e far perdere miliardi alle aziende tecnologiche e agli investitori. Il valore delle azioni delle aziende potrebbe essere gonfiato dall’entusiasmo del mercato, senza modelli di business solidi e sostenibili. La situazione attuale viene paragonata ai mesi precedenti allo scoppio della bolla delle dot com alla fine degli anni Novanta, quando molte aziende tecnologiche ottennero investimenti grazie all’entusiasmo per la diffusione di Internet, ma avevano piani di business insostenibili e fallimentari.

Un indicatore chiave è il rapporto “prezzo/utili”, che misura quanto un’azienda è profittevole rispetto al suo valore di mercato. Nel settore tecnologico, questo indicatore è attualmente in media di 31, mentre al momento del picco della bolla delle dot com era di 48. Nvidia ha un rapporto prezzo/utili di 70, mentre prima dello scoppio della bolla Cisco aveva un rapporto di circa 200.

Big Tech: da Apple ad Amazon fino a Meta, utili in rialzo ma la corsa rallenta

Nonostante i numeri positivi riportati da alcune delle principali aziende tecnologiche, il settore tech USA non ha beneficiato di questi risultati, colpito da un’ondata di vendite e da una rotazione settoriale. L’avversione al rischio e il pessimismo degli operatori hanno contribuito a questa situazione.

Amazon ha deluso le previsioni del mercato nonostante i ricavi siano cresciuti del 10% a 148 miliardi di dollari rispetto ai 134,4 miliardi dell’anno precedente. L’utile operativo è raddoppiato a 14,7 miliardi dai 7,7 miliardi del secondo trimestre 2023, e l’utile netto ha raggiunto i 13,5 miliardi. Tuttavia, le previsioni per i trimestri successivi non hanno soddisfatto il mercato, portando a un calo del 5% del titolo nella sessione after-hours.

Apple, invece, è stata sostenuta dall’andamento delle vendite di iPhone, che rappresentano il 46% del fatturato complessivo. La società ha chiuso il terzo trimestre fiscale con un fatturato in crescita del 5% a 85,78 miliardi, superando le aspettative di 84,53 miliardi. Le vendite di iPhone sono calate dello 0,2% a 39,3 miliardi di dollari, ma hanno fatto meglio del consensus di 38,81 miliardi. Anche le vendite di iPad e Mac hanno superato le aspettative, mentre i ricavi dai servizi sono stati di 24,21 miliardi contro i 24,01 miliardi attesi. Apple ha registrato un utile netto di 21,45 miliardi, superiore ai 19,88 miliardi dell’anno precedente, e ha previsioni positive per il prossimo trimestre.

Intel, invece, ha chiuso il secondo trimestre in perdita, deludendo le aspettative del mercato. Le azioni del colosso dei semiconduttori sono crollate del 20% nella sessione after-hours. Intel ha annunciato il licenziamento di oltre il 15% dei dipendenti, la sospensione del pagamento dei dividendi e la riduzione del capex del 20%. I ricavi sono diminuiti dell’1% su base annua, a 12,83 miliardi di dollari, al di sotto dei 12,94 miliardi del consensus. La società ha chiuso i conti in perdita per 1,61 miliardi di dollari, contro un utile netto di 1,48 miliardi dell’anno precedente. Anche l’outlook per il prossimo trimestre è deludente, con una perdita netta prevista di 3 centesimi per azione e ricavi tra 12,5 e 13,5 miliardi di dollari.

Cosa ne pensi?
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  • 🚫 Un'altra bolla tecnologica è inevitabile perché......
  • 🤔 È davvero possibile che l'AI sia solo una moda passeggera?......

Nei mercati si sta sgonfiando l’entusiasmo per l’intelligenza artificiale?

La causa principale dei grandi cali nelle borse delle ultime settimane ha origine nei bilanci delle principali aziende tecnologiche e nei rischiosi investimenti ingenti nel settore dell’intelligenza artificiale. Negli ultimi anni, si sono sviluppate grosse aspettative intorno al valore che l’AI avrebbe generato per il settore: più un’azienda ci puntava, più la valutazione delle azioni aumentava. Tuttavia, da qualche mese, la prospettiva degli investitori è cambiata, portando a un calo delle azioni.

Le grandi banche e le società d’investimento hanno pubblicato report che mostrano perplessità sulla sostenibilità dell’intelligenza artificiale, sostenendo che la tecnologia potrebbe non guadagnare abbastanza denaro da giustificare i miliardi investiti. Sequoia Capital ha stimato che il settore dell’AI dovrà generare ricavi per almeno 600 miliardi di dollari all’anno per ottenere guadagni soddisfacenti, una cifra esorbitante anche per il ricco settore tecnologico.

Alcuni analisti parlano di una possibile nuova bolla, destinata a scoppiare e far perdere miliardi alle aziende tecnologiche e agli investitori. Il valore delle azioni delle aziende potrebbe essere gonfiato dall’entusiasmo del mercato, senza modelli di business solidi e sostenibili. La situazione attuale viene paragonata ai mesi precedenti allo scoppio della bolla delle dot com alla fine degli anni Novanta, quando molte aziende tecnologiche ottennero investimenti grazie all’entusiasmo per la diffusione di Internet, ma avevano piani di business insostenibili e fallimentari.

Un indicatore chiave è il rapporto “prezzo/utili”, che misura quanto un’azienda è profittevole rispetto al suo valore di mercato. Nel settore tecnologico, questo indicatore è attualmente in media di 31, mentre al momento del picco della bolla delle dot com era di 48. Nvidia ha un rapporto prezzo/utili di 70, mentre prima dello scoppio della bolla Cisco aveva un rapporto di circa 200.

Bullet Executive Summary

In conclusione, il settore tecnologico si trova attualmente in una fase di incertezza e volatilità, con gli investitori che mettono in discussione la sostenibilità degli investimenti miliardari nell’intelligenza artificiale. Nonostante i numeri positivi riportati da alcune delle principali aziende tecnologiche, il mercato ha reagito con scetticismo, portando a un’ondata di vendite e a una rotazione settoriale. Le previsioni per il futuro sono contrastanti, con alcune aziende che prevedono una crescita sostenuta, mentre altre affrontano difficoltà significative.

Una nozione base di economia e finanza correlata al tema principale dell’articolo è il concetto di bolla speculativa, che si verifica quando il prezzo di un asset aumenta rapidamente e in modo insostenibile, spesso a causa di un eccessivo entusiasmo degli investitori. Quando la bolla scoppia, i prezzi crollano, causando perdite significative per gli investitori.

Una nozione avanzata di economia e finanza applicabile al tema dell’articolo è il rapporto prezzo/utili (P/E), un indicatore che misura quanto un’azienda è profittevole rispetto al suo valore di mercato. Un P/E elevato può indicare che le azioni sono sopravvalutate, mentre un P/E basso può indicare che le azioni sono sottovalutate. Nel contesto attuale, il P/E delle aziende tecnologiche è un indicatore chiave per valutare la sostenibilità degli investimenti nel settore.

In definitiva, il panorama economico e finanziario moderno richiede una valutazione attenta e ponderata degli investimenti, tenendo conto delle potenziali bolle speculative e degli indicatori chiave come il rapporto prezzo/utili. Solo così sarà possibile navigare con successo le acque turbolente dei mercati finanziari.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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