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- La cessione della rete fissa NetCo porterà nelle casse di Tim 14,2 miliardi di euro, riducendo il debito a 7,5 miliardi.
- Possibili ulteriori guadagni di 2,5 miliardi di euro come earn-out e 800 milioni di euro per la valorizzazione di Sparkle.
- Il mercato specula su una futura fusione tra NetCo e Open Fiber, con Tim pronta a incassare ulteriori 2,5 miliardi di euro.
Il 3 giugno 2024 ha segnato una giornata storica per Telecom Italia (Tim), con il titolo che ha registrato un aumento del 4,1% a Piazza Affari, chiudendo a 0,252 euro. Questo significativo rialzo è stato alimentato dall’annuncio dell’amministratore delegato Pietro Labriola riguardo la cessione della rete fissa al fondo Kkr, un’operazione che ha ricevuto il via libera dall’Antitrust. La cessione della rete fissa, nota come NetCo, porterà nelle casse di Tim 14,2 miliardi di euro, riducendo il debito della società a 7,5 miliardi. Inoltre, ulteriori 2,5 miliardi di euro potrebbero arrivare come earn-out, insieme a 800 milioni per la valorizzazione di Sparkle e 3-400 milioni dalla vendita di una quota in Inwit.
Il mercato ha accolto positivamente queste notizie, scommettendo su una possibile fusione tra NetCo e Open Fiber, la società controllata da Cdp focalizzata sull’infrastruttura di rete a banda ultra larga. Gli analisti di Intermonte hanno decretato un giudizio “buy” con un prezzo-obiettivo di 0,38 euro per azione, sottolineando che il via libera di Bruxelles alla cessione di NetCo non pone pregiudiziali a una possibile intesa con Open Fiber.
Tim brillante, mercato già guarda a combinazione NetCo-Open Fiber
Dopo l’ok dell’Antitrust europeo all’acquisizione di NetCo da parte di Kkr, il mercato guarda con interesse a una futura combinazione tra NetCo e Open Fiber. La Commissione europea ha concluso che il passaggio di NetCo al consorzio guidato da Kkr non altera la situazione concorrenziale, fotografando uno status quo con tre principali concorrenti: NetCo, Open Fiber e Fastweb. Gli analisti ritengono che una partnership commerciale tra NetCo e Open Fiber sia percorribile, con possibili rimedi nelle aree nere dove le due reti si sovrappongono.
L’eventuale cessione di asset in eccesso ad altri operatori infrastrutturali come Fastweb o operatori regionali come Unidata e Intred potrebbe ulteriormente cristallizzare il valore dell’operazione, permettendo a Tim di incassare proventi dalla vendita di questi asset. Open Fiber è vicina a finalizzare un accordo con le banche e i suoi azionisti (Cdp e Macquarie) per un rifinanziamento che dovrebbe portare 3,2 miliardi di euro di nuovi finanziamenti ed equity.
La rete telefonica esce dal perimetro di Telecom: ecco cosa succede ora
Con la cessione della rete fissa a Kkr, Tim si prepara a un futuro di consolidamento e crescita. La mossa strategica di separare la rete fissa dal resto delle operazioni aziendali consente a Tim di ridurre significativamente il proprio debito e di focalizzarsi su nuove opportunità di mercato. La dichiarazione di Pietro Labriola, amministratore delegato di Tim, durante un podcast di Bloomberg, ha rafforzato questa visione, affermando che la cessione della rete permetterà all’azienda di “giocare un ruolo attivo nel processo di consolidamento del mercato italiano nei prossimi anni”.
Questa strategia non solo migliora la posizione finanziaria di Tim, ma la sposta da una posizione difensiva a una di attacco, pronta a cogliere nuove opportunità di crescita e consolidamento nel settore delle telecomunicazioni.
Tim chiude forte (+4%) in Borsa, scambi ancora elevati
La giornata del 3 giugno 2024 ha visto Tim chiudere con un aumento del 4,1% a 0,252 euro, dopo aver toccato un massimo intraday di 0,256 euro. Gli scambi sono stati particolarmente elevati, con 600 milioni di azioni passate di mano, contro i 614 milioni di venerdì e i 953 milioni della seduta di giovedì. Questo volume di scambi riflette l’interesse del mercato per le prospettive future di Tim, alimentato dalle parole dell’amministratore delegato Pietro Labriola e dalle possibili fusioni e acquisizioni nel settore.
Gli analisti vedono nella possibile fusione tra NetCo e Open Fiber un’opportunità per Tim di incassare ulteriori 2,5 miliardi di euro da Kkr, oltre ai proventi derivanti dalla cessione di asset in eccesso. Le dichiarazioni di Labriola riguardo al ruolo attivo di Tim nel futuro consolidamento del mercato delle telecomunicazioni hanno contribuito a spingere il titolo in Borsa, riflettendo la fiducia degli investitori nelle strategie aziendali.
Bullet Executive Summary
In conclusione, la cessione della rete fissa di Tim a Kkr rappresenta un punto di svolta per l’azienda, permettendole di ridurre il debito e di posizionarsi come attore principale nel processo di consolidamento del mercato delle telecomunicazioni in Italia. La possibile fusione tra NetCo e Open Fiber, insieme alla valorizzazione di Sparkle e alla vendita di quote in Inwit, offre prospettive interessanti per gli azionisti e per il futuro dell’azienda.
Dal punto di vista economico e finanziario, è interessante notare come la cessione di asset non strategici possa migliorare significativamente la posizione finanziaria di un’azienda, permettendole di focalizzarsi su aree di crescita e di consolidamento. Questo concetto di asset stripping è una nozione base di economia e finanza che può essere applicata in vari contesti aziendali.
Inoltre, una nozione avanzata di economia e finanza correlata a questa operazione è il concetto di earn-out, che rappresenta una clausola contrattuale in cui il venditore di un’azienda riceve ulteriori compensi in base alle future performance dell’azienda venduta. Questo meccanismo può allineare gli interessi del venditore e dell’acquirente, incentivando il venditore a garantire una transizione di successo e a massimizzare il valore dell’azienda.
Questa operazione di Tim offre spunti di riflessione su come le strategie di cessione e consolidamento possano influenzare positivamente il mercato e le performance aziendali, stimolando una riflessione personale su come queste dinamiche possano essere applicate in altri contesti economici e finanziari.