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Privatizzazioni record la cessione di azioni Eni porta quasi 1,4 miliardi di euro

Il governo Meloni cede il 2,8% del capitale di Eni tramite un Accelerated Book Building, raccogliendo 1,4 miliardi di euro. Il controllo pubblico resta solido grazie alla Cassa Depositi e Prestiti.
  • Il Mef cede 2,8% delle azioni Eni attraverso un'operazione di Accelerated Book Building, raccogliendo quasi 1,4 miliardi di euro.
  • La cessione avviene con uno sconto dell'1,7%, inferiore alla media del 5% registrata per altre cessioni nel 2023.
  • La partecipazione del Mef scende dal 4,8% al 2%, ma la Cdp, detentrice del 28,5% di Eni, garantisce il controllo pubblico.

Il 15 maggio 2024 segna una data significativa nel panorama economico e finanziario italiano. Il Ministero dell’Economia e delle Finanze (Mef) ha annunciato la cessione del 2,8% delle azioni di Eni, una delle principali aziende energetiche del Paese. Questa operazione, che ha fruttato quasi 1,4 miliardi di euro, rappresenta un ulteriore passo nel piano di privatizzazioni del governo Meloni, che mira a raccogliere 20 miliardi di euro entro il 2026. La mossa ha suscitato un notevole interesse e dibattito, data la rilevanza di Eni nel settore energetico e l’impatto potenziale sulle finanze pubbliche.

Dettagli dell’Operazione

Il Mef ha avviato e concluso la cessione del 2,8% delle azioni di Eni tramite una procedura accelerata di raccolta ordini, nota come Accelerated Book Building. L’operazione ha coinvolto un consorzio di banche composto da Goldman Sachs, Jefferies e UBS Europe, che hanno agito come Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners. Il prezzo di vendita delle azioni è stato fissato a 14,855 euro per azione, con uno sconto dell’1,7% rispetto al prezzo di chiusura del titolo Eni il 15 maggio, pari a 15,11 euro.

Il collocamento ha avuto successo, con oltre metà della domanda proveniente da investitori americani. Questo ha permesso al Tesoro di incassare quasi 1,4 miliardi di euro, un risultato significativo considerando che lo sconto applicato è stato inferiore alla media del 5% registrata nelle cessioni dell’ultimo anno. Il Mef si è impegnato a non vendere ulteriori azioni di Eni per un periodo di 90 giorni senza il consenso dei Joint Global Coordinators e Joint Bookrunners, salvo esenzioni di mercato.

Implicazioni per il Controllo Pubblico

Nonostante la cessione, il controllo pubblico su Eni rimane solido. La partecipazione del Mef è scesa dal 4,8% al 2%, ma la Cassa Depositi e Prestiti (Cdp), che detiene il 28,5% del capitale, continua a garantire una maggioranza pubblica. Questo equilibrio è stato mantenuto anche grazie al successo del programma di buyback di Eni, che ha permesso di evitare una diluizione significativa della partecipazione statale. Il programma di buyback, chiuso a marzo con un esborso di 2,2 miliardi di euro, ha visto l’annullamento delle azioni acquistate, contribuendo a mantenere stabile la quota di controllo pubblico.

L’assemblea dei soci di Eni ha inoltre approvato un nuovo piano di buyback per un massimo di 3,5 miliardi di euro tra il 2024 e il 2025, autorizzando il consiglio di amministrazione a disporre delle azioni per remunerare gli azionisti. È stato approvato anche il bilancio 2023 e la distribuzione di un dividendo di un euro per azione.

Prospettive Future e Altre Privatizzazioni

La cessione delle azioni Eni è solo una parte del più ampio piano di privatizzazioni del governo Meloni, che prevede di raccogliere 20 miliardi di euro entro il 2026. Questo piano include anche la vendita di quote di altre aziende a controllo pubblico, come Poste Italiane e Ferrovie dello Stato. La decisione di cedere quote di Eni è stata presa in un contesto di recupero del listino milanese, con il titolo Eni tornato ai livelli di gennaio scorso.

Il governo ha già realizzato operazioni significative, come la vendita del 37,5% di Monte dei Paschi di Siena (Mps) in due tranche, che ha fruttato oltre 1,5 miliardi di euro. Resta da decidere il destino della restante quota del 26% della banca senese, con opzioni che includono la cessione totale sul mercato o la fusione con un altro gruppo bancario per creare un terzo polo bancario dopo Intesa Sanpaolo e Unicredit.

Bullet Executive Summary

La cessione del 2,8% delle azioni di Eni da parte del Mef rappresenta un passo significativo nel piano di privatizzazioni del governo Meloni. L’operazione, che ha fruttato quasi 1,4 miliardi di euro, è stata realizzata tramite una procedura accelerata di raccolta ordini e ha coinvolto un consorzio di banche internazionali. Nonostante la cessione, il controllo pubblico su Eni rimane solido grazie alla partecipazione della Cdp. Questa mossa fa parte di un piano più ampio che mira a raccogliere 20 miliardi di euro entro il 2026 e include la vendita di quote di altre aziende a controllo pubblico.

In economia e finanza, una nozione base correlata a questo tema è il concetto di privatizzazione, che si riferisce alla vendita di beni o servizi di proprietà pubblica a investitori privati. Questo processo può avere diversi obiettivi, tra cui la riduzione del debito pubblico, l’aumento dell’efficienza e la stimolazione della concorrenza.

Una nozione avanzata applicabile a questo tema è il buyback, ovvero il riacquisto di azioni proprie da parte di una società. Questo strumento può essere utilizzato per aumentare il valore delle azioni rimanenti, ridurre il numero di azioni in circolazione e migliorare gli indicatori finanziari della società. Nel caso di Eni, il buyback ha permesso di mantenere stabile la quota di controllo pubblico nonostante la cessione di una parte delle azioni.

Questa operazione solleva importanti riflessioni sulla gestione delle risorse pubbliche e sull’equilibrio tra controllo statale e partecipazione privata nel settore energetico.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)

2 commenti

  1. Ma è assurdo! Il governo vende i beni dello Stato e in cambio perde il controllo su risorse fondamentali. Non sono d’accordo con questa privatizzazione.

  2. Questo governo fa bene a vendere le azioni di Eni, così riduciamo il debito pubblico! Ma non penso sia giusto che così tanti investitori americani abbiano grossi pezzi di aziende italiane.

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