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- Sequestro di 463 milioni di euro deciso dalla Corte di Arbitrato di San Pietroburgo.
- Riduzione dell'esposizione cross-border verso la Russia di Unicredit pari al 91% negli ultimi due anni.
- BCE ha chiesto a Unicredit e altre banche europee di disimpegnarsi dalla Russia entro fine 2025.
- Decreto di Putin del 2022 ha classificato alcune banche estere come di importanza sistemica per la Russia, sospendendo il controllo degli azionisti esteri.
La notizia del sequestro di 463 milioni di euro sui conti della controllata russa di Unicredit ha scosso il panorama finanziario europeo. La decisione è stata presa dalla Corte di Arbitrato di San Pietroburgo su istanza di Ruskhimalyans, una partecipata del gigante statale dell’energia Gazprom. Questo evento si inserisce in un contesto di tensioni geopolitiche e sanzioni economiche tra l’Unione Europea e la Russia, a seguito dell’invasione dell’Ucraina da parte di Vladimir Putin.
La vicenda ha origine da un contenzioso commerciale legato a un contratto tra Ruskhimalyans e un consorzio tedesco per la costruzione di un impianto di trattamento del gas nel porto baltico di Ust-Luga. A causa delle sanzioni europee, il progetto è stato fermato e Unicredit, insieme a Commerzbank e Deutsche Bank, ha rifiutato di pagare le garanzie bancarie. Questo rifiuto ha portato Ruskhimalyans a intentare una causa contro Unicredit, che ha cercato di spostare la disputa alla Corte Suprema Britannica, citando una clausola contrattuale che prevede la risoluzione delle controversie davanti alla Camera di Commercio Internazionale di Parigi.
La risposta della Banca Centrale Europea e le pressioni su Unicredit
La Banca Centrale Europea (BCE) ha espresso preoccupazione per le attività di Unicredit in Russia, sollecitando l’istituto a ridurre la propria esposizione nel paese entro la fine del 2025. L’amministratore delegato di Unicredit, Andrea Orcel, ha dichiarato che la banca ha già ridotto del 91% l’esposizione cross-border verso la Russia negli ultimi due anni e prevede di azzerarla nei prossimi 15-18 mesi. Anche l’esposizione locale è stata ridotta del 67%.
La BCE ha esteso la stessa richiesta ad altre banche europee come Raiffeisen Bank, Intesa Sanpaolo, Commerzbank e Deutsche Bank. Tuttavia, queste banche si trovano a dover affrontare pressioni opposte: da un lato, la BCE chiede un disimpegno rapido dalla Russia, mentre dall’altro, Mosca minaccia l’esproprio delle controllate estere se queste smettono di assicurare i pagamenti in euro.
Le implicazioni del decreto presidenziale di Putin
Il decreto presidenziale firmato da Vladimir Putin nel 2022 ha classificato alcune banche estere, tra cui Unicredit e Raiffeisenbank, come “di importanza sistemica” per la Russia. Questo decreto ha sospeso il controllo degli azionisti esteri sulle loro controllate russe e ha autorizzato la Banca Centrale di Mosca a espropriare tali controllate se ritenuto necessario. Inoltre, se una controllata estera blocca le sue funzioni in Russia, i manager locali potrebbero essere arrestati.
Queste misure hanno creato un contesto legale complesso e conflittuale, in cui le banche europee devono navigare tra le richieste della BCE e le minacce del Cremlino. La situazione è ulteriormente complicata dal fatto che alcune potenziali cessioni delle controllate russe sono state bloccate dalle sanzioni occidentali o dal veto russo.
Bullet Executive Summary
In conclusione, la vicenda di Unicredit in Russia rappresenta un caso emblematico delle sfide che le banche europee devono affrontare in un contesto di tensioni geopolitiche e sanzioni economiche. La Banca Centrale Europea chiede un disimpegno rapido, mentre Mosca minaccia l’esproprio delle controllate estere. Questo scenario mette in luce l’importanza della gestione del rischio geopolitico e della compliance normativa per le istituzioni finanziarie.
Una nozione base di economia e finanza correlata a questo tema è il concetto di rischio geopolitico, che si riferisce all’incertezza derivante da eventi politici internazionali che possono influenzare negativamente le operazioni e le performance finanziarie di un’azienda.
Una nozione avanzata applicabile è il risk-adjusted return, che misura la performance di un investimento tenendo conto del rischio associato. In questo contesto, le banche devono valutare attentamente il trade-off tra il mantenimento delle operazioni in Russia e il rispetto delle sanzioni internazionali, cercando di massimizzare i rendimenti aggiustati per il rischio.
Questa vicenda ci invita a riflettere sull’importanza di una gestione prudente e strategica delle operazioni internazionali, soprattutto in contesti geopolitici instabili.