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- La Banca d'Italia ha annunciato l'introduzione di un buffer di capitale dell'1,0% sulle esposizioni ponderate per il rischio, da implementarsi gradualmente entro il 30 giugno 2025.
- Questo buffer di capitale di alta qualità, specificatamente common equity tier 1 (CET1), mira a prevenire e mitigare rischi sistemici non coperti da altri strumenti macroprudenziali.
- La misura si applica a livello consolidato per i gruppi bancari e a livello individuale per le banche non appartenenti a gruppi, assicurando che tutte le entità contribuiscano alla creazione di un cuscinetto finanziario adeguato.
La Banca d’Italia ha annunciato un’importante misura macroprudenziale, la riserva per il rischio sistemico (SyRB), che mira a rafforzare la resilienza del sistema bancario italiano di fronte a potenziali crisi. Questa decisione prevede l’applicazione di un buffer di capitale dell’1,0% sulle esposizioni ponderate per il rischio di credito e di controparte verso i residenti in Italia. Il processo di implementazione sarà graduale, con una prima tranche dello 0,5% delle esposizioni rilevanti da costituire entro il 31 dicembre 2024 e il rimanente 0,5% entro il 30 giugno 2025.
Dettagli sull’Implementazione e Obiettivi
La misura, che si basa sull’articolo 133 della direttiva UE/2019/878 (CRD5), conferisce alle autorità nazionali la facoltà di imporre una riserva di capitale per fronteggiare il rischio sistemico. Questo buffer deve essere costituito da capitale di elevata qualità, specificatamente common equity tier 1 (CET1). L’obiettivo è quello di prevenire e mitigare rischi sistemici non altrimenti coperti da altri strumenti macroprudenziali, rafforzando così la capacità delle banche di assorbire perdite e sostenere l’offerta di credito all’economia anche in scenari avversi.
La Banca d’Italia ha sottolineato che la costituzione della riserva rafforzerà la capacità del sistema bancario italiano di affrontare possibili eventi avversi, anche quelli indipendenti dal ciclo economico-finanziario. Inoltre, al verificarsi di tali eventi, il rilascio del buffer fornirà alle banche risorse utili per assorbire le perdite. La Banca d’Italia ha anche annunciato che rivaluterà il livello della riserva almeno ogni due anni, o prima se le circostanze lo richiederanno.
Implicazioni per il Sistema Bancario Italiano
L’introduzione della riserva per il rischio sistemico rappresenta un passo significativo verso il rafforzamento della stabilità finanziaria in Italia. Applicandosi a livello consolidato per i gruppi bancari e a livello individuale per le banche non appartenenti a gruppi, questa misura incide su un ampio spettro del sistema bancario, assicurando che tutte le entità autorizzate contribuiscano alla creazione di un cuscinetto finanziario adeguato.
La gradualità nell’applicazione della riserva permette alle banche di adeguarsi senza subire impatti immediati significativi sulla loro capacità di erogazione del credito, bilanciando così la necessità di sicurezza finanziaria con quella di sostenere l’economia. Questa strategia dimostra un approccio ponderato e flessibile da parte della Banca d’Italia, che tiene conto delle dinamiche economiche e delle specificità del contesto italiano.
Bullet Executive Summary
In conclusione, l’introduzione della riserva per il rischio sistemico da parte della Banca d’Italia rappresenta una misura proattiva per rafforzare la stabilità finanziaria del sistema bancario italiano. Con un’implementazione graduale e mirata, questa iniziativa mira a prevenire e mitigare rischi sistemici, aumentando la capacità delle banche di affrontare scenari avversi. Questa strategia evidenzia l’importanza di un approccio macroprudenziale nella gestione della stabilità finanziaria, riconoscendo che la resilienza del sistema bancario è fondamentale per sostenere l’economia in tempi di incertezza.
Da un punto di vista finanziario, la nozione base correlata a questa misura è l’importanza del capitale di qualità elevata (CET1) come strumento per assorbire perdite. Mentre, su un piano più avanzato, si evidenzia l’uso degli strumenti macroprudenziali, come il SyRB, per affrontare rischi sistemici specifici, dimostrando come la regolamentazione e la supervisione possano essere adattate per rispondere a sfide complesse, stimolando una riflessione sulla resilienza e l’adattabilità del sistema bancario nell’era moderna.