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Scopri il Dilemma Tra Industria e Finanza per l’Imprenditoria Italiana!

Un'analisi di Ferruccio de Bortoli rivela come le grandi famiglie italiane, come Benetton e Fiat, affrontano la sfida tra gestione industriale e trasformazione in rentier.
  • La famiglia Benetton ha denunciato un rosso di 230 milioni di euro dovuto a una gestione manageriale fallimentare.
  • Il rapporto tra investimenti finanziari e industriali in Italia è passato dal 30% nel 1992 al 138% nel 2007.
  • La governance aziendale richiede un difficile equilibrio tra il controllo familiare e l'affidamento a manager esterni per garantire efficienza e trasparenza.

L’analisi di Ferruccio de Bortoli, pubblicata sull’Economia del Corriere della Sera, offre una riflessione profonda sulle recenti vicende delle grandi famiglie imprenditoriali italiane, come Benetton e Fiat (ora Stellantis). De Bortoli sottolinea come l’imprenditoria italiana si trovi spesso a un bivio tra la gestione industriale e la tentazione di trasformarsi in rentier, affidandosi a family office piuttosto che innovare e gestire direttamente le imprese.

Secondo de Bortoli, gli imprenditori italiani possiedono molte qualità, ma il Paese soffre di una scarsa capacità di autocritica. Gli insuccessi vengono spesso attribuiti a fattori esterni, e c’è una sorta di “omertà di casta” che non favorisce lo sviluppo dell’imprenditorialità. La tendenza a privilegiare la dimensione finanziaria e il profitto a breve termine, a discapito dell’industrializzazione, del lavoro e dell’innovazione, è un problema ricorrente.

Un esempio emblematico è il caso di Luciano Benetton, che ha denunciato un rosso a sorpresa di 230 milioni di euro, attribuendo la colpa a una gestione manageriale fallimentare. De Bortoli si interroga su come Benetton, un tempo leader nel settore, sia stato superato da concorrenti come Zara e H&M. Anche Stellantis, nonostante l’ambizione di produrre un milione di vetture, sembra lontana dal raggiungere questo traguardo, lasciando Torino orfana della Fiat.

La Governance e la Sfida della Continuità

Il caso Benetton è particolarmente significativo per comprendere le dinamiche interne alle imprese familiari italiane. Luciano Benetton, co-fondatore del gruppo, ha recentemente lasciato la presidenza dell’azienda, sfiduciando l’amministratore delegato Massimo Renon. Benetton ha dichiarato di essersi sentito tradito dal management, sottolineando la difficoltà di trovare un equilibrio tra la famiglia imprenditoriale e i manager esterni.

La vicenda Benetton mette in luce un doppio rischio fondamentale per le imprese familiari: da un lato, la percezione che nelle aziende familiari sia impossibile lavorare perché decide tutto la famiglia; dall’altro, la diffidenza delle famiglie imprenditoriali nei confronti dei manager esterni. Luciano Benetton ha ammesso di aver sbagliato a fidarsi del management, evidenziando come la perdita di oltre 230 milioni di euro sia stata una sorpresa.

La relazione tra imprenditore e manager è spesso paragonata a una partita di tennis: quando entrambe le parti sono forti, gli scambi sono avvincenti; quando una parte è debole, la partita diventa noiosa e poco produttiva. L’imprenditore deve avere una visione a medio-lungo termine, mentre il manager deve gestire la complessità e garantire l’efficienza operativa. La complementarità dei ruoli è essenziale per il successo dell’impresa.

La Storia della Famiglia Benetton

La famiglia Benetton ha rappresentato un esempio emblematico di successo imprenditoriale italiano. Fondata a Treviso nel 1955, l’azienda è cresciuta rapidamente, diventando un colosso nel settore dell’abbigliamento. Luciano Benetton, il primogenito, è stato il visionario del gruppo, mentre i suoi fratelli Giuliana, Carlo e Gilberto hanno contribuito con le loro competenze specifiche.

Negli anni ’80, il gruppo ha vissuto un periodo di grande espansione, grazie anche alla collaborazione con il fotografo Oliviero Toscani, che ha creato campagne pubblicitarie provocatorie e innovative. Tuttavia, con il passare del tempo, la famiglia ha dovuto affrontare sfide sempre più complesse, tra cui la concorrenza di catene come Zara e H&M e la necessità di diversificare le proprie attività.

La diversificazione ha portato il gruppo a investire in settori come le infrastrutture, la ristorazione e la finanza, ma ha anche creato tensioni interne. La gestione delle autostrade, in particolare, è stata al centro di polemiche dopo il crollo del ponte di Genova nel 2018, che ha segnato un punto di svolta per la famiglia. Luciano Benetton ha cercato di riprendere il controllo dell’azienda, ma le difficoltà finanziarie e le critiche pubbliche hanno reso il compito arduo.

La Lezione di Benetton e Stellantis

Le vicende di Benetton e Stellantis offrono importanti lezioni per l’imprenditoria italiana. La tendenza alla finanziarizzazione dell’economia, come evidenziato dai dati di Mediobanca, ha portato a un aumento del rapporto tra investimenti finanziari e industriali, passando dal 30% nel 1992 al 138% nel 2007. Questo fenomeno ha avuto un impatto significativo sulla capacità delle imprese di innovare e crescere.

Claudio Sforza, nuovo amministratore delegato di Benetton, rappresenta un tentativo di ristrutturazione e rilancio del gruppo. La famiglia Benetton ha deciso di lasciare il board, affidando il timone a Sforza e a un nuovo consiglio di amministrazione composto da esterni. Questo cambiamento di governance riflette la necessità di trovare un equilibrio tra l’uso della finanza e lo sviluppo industriale.

Innocenzo Cipolletta, presidente di Aifi, ha sollecitato il governo a intervenire con una riforma del Testo Unico della Finanza, per convogliare le risorse dei fondi di private equity sull’economia reale. Questo approccio potrebbe sostenere le piccole e medie imprese non quotate, favorendo un modello di crescita più sostenibile e innovativo.

Bullet Executive Summary

La storia delle famiglie Benetton e Fiat (Stellantis) offre una riflessione profonda sulle sfide dell’imprenditoria italiana. La tentazione di trasformarsi in rentier, affidandosi alla finanza piuttosto che all’innovazione industriale, rappresenta un rischio significativo. La complementarità tra imprenditore e manager è essenziale per il successo a lungo termine delle imprese familiari. Il caso Benetton, in particolare, evidenzia l’importanza di una governance equilibrata e di una visione strategica a lungo termine.

In economia e finanza, una nozione base correlata a questo tema è il concetto di governance aziendale. La governance si riferisce al sistema di regole, pratiche e processi attraverso i quali un’azienda è diretta e controllata. Una buona governance è essenziale per garantire la trasparenza, l’efficienza e la responsabilità all’interno di un’organizzazione.

Una nozione avanzata correlata è il private equity, che rappresenta una forma di investimento in capitale di rischio in aziende non quotate in borsa. Il private equity può fornire le risorse finanziarie necessarie per sostenere la crescita e l’innovazione delle imprese, ma richiede anche una gestione attenta e strategica per massimizzare il valore a lungo termine.

Riflettendo su queste storie, è evidente che l’imprenditoria italiana deve trovare un equilibrio tra l’uso della finanza e lo sviluppo industriale, per garantire una crescita sostenibile e duratura.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)

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