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- Introduzione di pene detentive da 6 mesi a 2 anni per chi ha debiti fiscali superiori a 150mila euro.
- Nuove norme per l'evasione dell'Iva con penalità detentive per importi superiori a 250mila euro.
- Riduzione delle sanzioni fiscali dal 240% al 120% dell'importo dovuto, con un impatto negativo del 10% sul totale di 2,27 miliardi di euro di entrate statali.
- Le sanzioni per dichiarazioni infedeli saranno ridotte dal 90-180% al 70%.
- Allineamento delle sanzioni tributarie ai parametri europei, con una media intorno al 60% dell'importo dovuto.
Il Consiglio dei ministri, riunitosi il 23 maggio 2024, ha approvato una serie di misure significative nell’ambito della riforma fiscale delegata dal Parlamento. Tra queste, spicca la proposta di introdurre pene detentive per chi ha debiti con il fisco superiori a determinate soglie. La norma, nota come “decreto Leo” dal nome del viceministro dell’Economia, prevede pene da 6 mesi a 2 anni di carcere per chi non versa debiti fiscali superiori a 150mila euro entro il 31 dicembre dell’anno successivo alla presentazione della dichiarazione dei sostituti d’imposta.
Un’altra misura specifica riguarda l’evasione dell’Iva. Chi evade l’imposta sul valore aggiunto per un importo superiore a 250mila euro rischia pene detentive simili. Questa proposta arriva in un contesto di rafforzamento delle misure contro l’evasione fiscale, dopo la reintroduzione del redditometro, uno strumento che permette all’Agenzia delle Entrate di confrontare le tasse dichiarate con lo stile di vita del contribuente.
Revisione del Sistema Sanzionatorio Tributario
Il Consiglio dei ministri ha anche approvato un decreto legislativo per la revisione del sistema sanzionatorio tributario. Le nuove norme prevedono una riduzione delle multe, che passeranno da un massimo del 240% al 120% dell’importo dovuto. Questo taglio delle sanzioni, pari al 10% del totale di 2,27 miliardi di euro, avrà un “effetto negativo” sulle casse dello Stato, ma si spera che venga compensato da una maggiore adesione all’accertamento fiscale.
Le novità riguardano anche le dichiarazioni fiscali omesse o infedeli. Le sanzioni per la mancata presentazione della dichiarazione dei redditi o dell’Irap saranno ridotte al 120%, mentre quelle per dichiarazioni infedeli passeranno dal 90-180% al 70%. Per le partite Iva, il tetto delle sanzioni sarà del 60% dell’importo dovuto, e non si andrà sul penale in caso di mancato versamento dell’Iva o delle ritenute per cause di forza maggiore, come crisi di liquidità.
Proporzionalità delle Sanzioni e Allineamento ai Parametri Europei
Il decreto approvato dal Consiglio dei ministri rappresenta un ulteriore passo verso un sistema fiscale più equo e giusto. Il viceministro dell’Economia e delle Finanze, Maurizio Leo, ha sottolineato che il decreto interviene su vari punti, tra cui la distinzione tra crediti inesistenti e non spettanti, e garantisce una maggiore integrazione tra il sistema sanzionatorio amministrativo e penale. È stato inoltre assicurato il principio del ne bis in idem, per evitare la duplicazione dei procedimenti sanzionatori per lo stesso fatto materiale.
Un punto cruciale riguarda la proporzionalità delle sanzioni, che saranno avvicinate ai parametri europei. La media europea delle sanzioni si attesta intorno al 60% dell’importo dovuto al fisco, significativamente inferiore rispetto all’Italia, dove l’evasione fiscale ammonta a 192 miliardi di euro di economia non osservata nel 2021, di cui 84 miliardi tra tasse e contributi non versati.
Bullet Executive Summary
In conclusione, le nuove misure fiscali approvate dal Consiglio dei ministri rappresentano un tentativo di rendere il sistema fiscale italiano più equo e giusto, allineandolo ai parametri europei. La proposta di pene detentive per chi ha debiti con il fisco superiori a determinate soglie e la revisione del sistema sanzionatorio tributario sono passi significativi in questa direzione.
Una nozione base di economia e finanza correlata al tema principale dell’articolo è il concetto di evasione fiscale, che rappresenta la mancata dichiarazione o il mancato pagamento delle imposte dovute. Questo fenomeno ha un impatto significativo sulle entrate dello Stato e sulla distribuzione equa delle risorse.
Una nozione avanzata di economia e finanza applicabile al tema dell’articolo è il principio di proporzionalità delle sanzioni. Questo principio prevede che le sanzioni siano commisurate alla gravità dell’infrazione, evitando così punizioni eccessive che potrebbero risultare controproducenti. L’allineamento delle sanzioni ai parametri europei mira a garantire una maggiore equità e a incentivare l’adesione volontaria alle norme fiscali.
Queste misure stimolano una riflessione personale sul ruolo delle sanzioni fiscali e sull’importanza di un sistema fiscale equo e proporzionato. La speranza è che queste riforme possano contribuire a una maggiore trasparenza e responsabilità fiscale, promuovendo al contempo la giustizia sociale e l’equità economica.