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- La riduzione del personale bancario è del 10%, colpendo duramente le fasce più deboli.
- In Trentino, il 14% dei comuni è privo di sportelli bancari e il 45% ne ha solo uno.
- Nel Mezzogiorno e nelle isole, l'11% degli abitanti non ha uno sportello bancario nelle vicinanze.
Negli ultimi anni, il panorama bancario italiano ha subito una trasformazione significativa, caratterizzata dalla chiusura di numerosi sportelli bancari e dalla riduzione del personale.
Questo fenomeno, noto come desertificazione bancaria, sta avendo un impatto profondo sul tessuto economico e sociale del Paese.
Mariano Marasco, segretario generale della First Cisl della provincia di Livorno, ha evidenziato come la razionalizzazione dei costi sia diventata il criterio guida delle banche, portando alla chiusura di sportelli e alla diminuzione del personale del 10%.
Secondo Marasco, la digitalizzazione dei servizi bancari è vista come il futuro per molti, ma non per tutti. La chiusura degli sportelli bancari potrebbe avere conseguenze allarmanti, specialmente per le fasce di popolazione più deboli e a rischio di marginalizzazione.
La questione dell’accesso ai servizi bancari è cruciale, poiché molte persone, soprattutto anziani e coloro che vivono in aree rurali, potrebbero trovarsi in difficoltà nel gestire le proprie finanze senza un supporto fisico.
Le statistiche sulla desertificazione bancaria in Italia
Antonio Visconti, presidente della Federazione Italiana Consorzi Enti Industrializzazione (Ficei), ha evidenziato come la chiusura di 163 sportelli finanziari nei primi sei mesi del 2024 abbia lasciato 4 milioni di cittadini e 266 mila imprese senza un punto di riferimento sul territorio.
L’Osservatorio sulla desertificazione bancaria della First Cisl, basato su dati di Banca d’Italia, Istat ed Eurostat, ha elaborato le classifiche delle provincie italiane relative agli Indicatori provinciali di desertificazione (Ipd). Questi indicatori valutano la situazione dei comuni privi di sportelli bancari e quelli con un solo sportello.
A livello nazionale, il 7% della popolazione vive in territori senza agenzie bancarie, con il Piemonte che detiene il record con il 13,8%.
Questo fenomeno è particolarmente marcato nel Mezzogiorno e nelle isole dove l’11% degli abitanti non ha uno sportello bancario “sotto casa”.
Assenza di sportelli bancari nelle comunità montane e rurali
L’Unione Nazionale dei Comuni Comunità Enti Montani (Uncem) ha lanciato l’allarme sulla desertificazione bancaria, sottolineando come questo fenomeno stia colpendo duramente i comuni montani. La chiusura degli sportelli bancari sta allontanando milioni di persone dal circuito legale della finanza e dell’economia, aumentando il rischio di isolamento economico e sociale. L’Uncem ha chiesto un impegno civico e istituzionale per invertire questa tendenza, sottolineando che l’intelligenza artificiale e l’home banking non saranno sufficienti a colmare il divario digitale nelle aree alpine e appenniniche.
Questo processo di abbandono esclude fasce di popolazione, soprattutto anziana, dalla possibilità di accedere ai servizi essenziali. Solo il 51,5% degli italiani utilizza l’internet banking, una percentuale al di sotto della media europea, rendendo la chiusura degli sportelli una sfida ardua per le imprese e le comunità locali.
Desertificazione bancaria: differenze regionali e prospettive future
Le differenze tra le regioni del Nord e del Sud Italia sono evidenti. Al Settentrione, le province mostrano una situazione più stabile, con un numero inferiore di comuni desertificati e una maggiore presenza di sportelli finanziari. Province come Ravenna, Reggio Emilia e Pisa dimostrano un tessuto economico e sociale dinamico, che permette un accesso più diffuso ai servizi finanziari. Al contrario, il Meridione d’Italia è penalizzato da un processo di desertificazione bancaria più avanzato, che limita l’accesso ai servizi finanziari necessari per la vita quotidiana e contribuisce all’isolamento economico delle aree periferiche.
Visconti ha sottolineato l’importanza che i grandi gruppi bancari, nonostante la loro redditività, non perdano di vista il loro ruolo sociale e territoriale. È fondamentale che le banche considerino le esigenze dei territori e delle comunità, investendo in soluzioni che garantiscano un accesso equo ai servizi finanziari per tutti, indipendentemente dalla localizzazione geografica.
Bullet Executive Summary
La desertificazione bancaria è un fenomeno in crescita che sta trasformando il panorama economico e sociale italiano. La chiusura degli sportelli bancari e la riduzione del personale stanno avendo un impatto significativo, soprattutto sulle fasce di popolazione più deboli e nelle aree rurali e montane. La digitalizzazione dei servizi bancari, sebbene rappresenti il futuro per molti, non può sostituire completamente il supporto fisico necessario per alcune comunità. Le differenze regionali tra Nord e Sud Italia sono evidenti, con il Meridione che soffre maggiormente di questo fenomeno. È essenziale che le banche considerino le esigenze dei territori e delle comunità, investendo in soluzioni che garantiscano un accesso equo ai servizi finanziari per tutti.
In economia, un concetto base correlato a questo tema è l’importanza dell’accesso ai servizi finanziari, che è fondamentale per la crescita economica e lo sviluppo delle comunità. Senza un accesso adeguato ai servizi bancari, le imprese e i cittadini possono trovarsi in difficoltà nel gestire le proprie finanze, limitando le opportunità di crescita e sviluppo.
Un concetto avanzato correlato è quello della finanza inclusiva, che si riferisce a sforzi per rendere i servizi finanziari accessibili a tutti, specialmente a coloro che sono esclusi o svantaggiati. La finanza inclusiva è cruciale per ridurre le disuguaglianze economiche e promuovere uno sviluppo sostenibile. Le banche e le istituzioni finanziarie devono quindi adottare strategie che considerino le esigenze specifiche delle diverse comunità, garantendo che nessuno venga lasciato indietro nel processo di digitalizzazione e modernizzazione dei servizi bancari.