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Analisi shock: italia scivola al 21esimo posto per salari medi nella classifica ocse

L'italia è al 21esimo posto nella classifica OCSE per salari medi annui, con disparità significative tra Nord e Sud, CEO e operai. Scopri i dettagli e le implicazioni di questa classifica.
  • L'Italia si posiziona al 21esimo posto nella classifica OCSE per salari medi annui, con una RAL di 44.893 euro.
  • La retribuzione tra Nord e Sud differisce di circa 3.700 euro, evidenziando una disparità significativa.
  • I CEO guadagnano in media 9 volte più degli operai, un divario che sottolinea le disuguaglianze salariali.
  • Il gender pay gap persiste, con gli uomini che guadagnano il 7,3% in più rispetto alle donne.

L’Italia si posiziona al 21esimo posto nella classifica dei 36 Paesi OCSE per salari medi annui, con una Retribuzione Annuale Lorda (RAL) di 44.893 euro. Questo dato la colloca ben lontana dal podio, dominato da Islanda, Lussemburgo e Stati Uniti, e al di sotto di nazioni come Austria, Germania e Francia. Tuttavia, è importante notare che rispetto al 2022, la RAL italiana è cresciuta dell’1,8%.

Questo aumento deve essere considerato nel contesto di numerosi elementi che influenzano le variazioni salariali. I dati del rapporto OCSE, analizzati dall’Osservatorio Job Pricing, rivelano informazioni significative riguardanti le differenze di stipendio tra Nord e Sud, tra CEO e dipendenti, lo stato del gender pay gap e l’aumento della retribuzione degli under 35.

Differenze Salariali tra Nord e Sud e tra CEO e Dipendenti

Gli operai hanno registrato l’aumento di RAL più consistente lo scorso anno, secondo il report JP Salary Outlook dell’Osservatorio JobPricing. Questo documento permette di analizzare l’andamento delle retribuzioni in Italia in modo oggettivo e trasparente.

Un elemento di rilievo nel 2023 è la disparità tra i CEO più pagati del mercato e gli operai. I CEO guadagnano in media nove volte di più rispetto agli operai. Inoltre, esiste una significativa differenza salariale tra il Nord e il Sud dell’Italia, con gli stipendi dei primi superiori ai secondi di circa 3.700 euro. Questo fenomeno può essere interpretato attraverso la teoria del catching-up tra le regioni italiane, secondo cui i redditi pro capite delle economie tendono a convergere.

Le retribuzioni più alte in Italia si trovano in Trentino, Lombardia, Lazio, Liguria e Piemonte, mentre la RAL più bassa è registrata in Basilicata. Gli stipendi cresciuti meno sono quelli delle grandi aziende, mentre i più alti si trovano nell’ambito dei servizi finanziari. Il gender pay gap rimane un problema: gli uomini guadagnano il 7,3% in più rispetto alle donne, con una differenza più ampia tra gli impiegati e una percentuale che si abbassa tra quadri e dirigenti.

Settori con Maggiori Incrementi Salariali

Gli stipendi stagnano, i talenti fuggono e i professionisti sono introvabili. Queste sono le piaghe del sistema del lavoro italiano evidenziate nel rapporto JP Salary Outlook 2024 pubblicato dall’Osservatorio JobPricing. Tuttavia, alcuni settori mostrano un maggiore movimento in termini di crescita degli stipendi.

Tra il 2015 e il 2023, il costo della vita in Italia è cresciuto del 19,6%, mentre le retribuzioni lorde sono aumentate dello 0,5% per i dirigenti d’impresa, del 5,6% per i quadri, del 5,9% per gli impiegati e del 7,1% per gli operai. Un dirigente guadagna in media poco più di 100.000 euro lordi l’anno (104.778), un quadro poco più di 56.000 euro, gli impiegati si fermano a una media di oltre 30.000 euro e gli operai sulla soglia dei 26.000 euro.

Le retribuzioni variano da settore a settore. Il settore che guadagna di più è quello dei servizi finanziari, con una RAL media di quasi 46.000 euro l’anno, a fronte di una media nazionale di 30.838 euro. Viaggiano sopra la media anche i settori delle utility (33.459 euro), dell’industria di processo (32.259 euro) e manifatturiera (31.475 euro). I settori con le retribuzioni più basse sono i servizi (29.564 euro), il commercio (29.926 euro), l’edilizia (27.896 euro) e l’agricoltura (25.198 euro).

La Fuga dei Talenti e le Difficoltà di Reclutamento

Un laureato su due in Italia risulta “introvabile”, secondo l’ultimo rapporto di Unioncamere. Questo trend è aggravato dal fatto che all’estero si guadagna di più e il costo della vita è spesso inferiore, spingendo migliaia di giovani a emigrare ogni anno.

Il tema delle specializzazioni mancanti è cruciale. Molte aziende non riescono a trovare i profili giusti, ritoccando al rialzo gli stipendi e adottando altre strategie di corteggiamento. Un esempio di realtà dinamica è Comoli Ferrari, un gruppo con sede a Novara, leader in Italia nello sviluppo di soluzioni per l’impiantistica elettrica e idrotermosanitaria. Con 1.110 dipendenti e un fatturato annuo di 660 milioni di euro, l’azienda potrebbe assumere altri 100 dipendenti se riuscisse a trovarli.

Bullet Executive Summary

In sintesi, il panorama salariale italiano presenta numerose sfide e opportunità. Le differenze salariali tra Nord e Sud, tra CEO e operai, e il persistente gender pay gap sono temi centrali. Alcuni settori mostrano una maggiore crescita salariale, ma la fuga dei talenti e le difficoltà di reclutamento rimangono problemi significativi.

Nozione base di economia e finanza: La teoria del catching-up suggerisce che le economie meno sviluppate tendono a crescere più rapidamente di quelle più ricche, portando a una convergenza dei redditi pro capite.

Nozione avanzata di economia e finanza: La curva di Phillips descrive la relazione inversa tra disoccupazione e inflazione. In un contesto di mercato del lavoro rigido come quello italiano, comprendere questa dinamica può aiutare a formulare politiche economiche più efficaci.

Queste riflessioni ci invitano a considerare come le politiche salariali e le strategie di reclutamento possano essere migliorate per creare un mercato del lavoro più equo e dinamico.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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