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- Il mercato dei mutui in Italia ha visto un aumento di tre volte dei tassi di interesse e un calo del 12% delle compravendite a partire dal quarto trimestre del 2022.
- A settembre 2023, le compravendite hanno raggiunto le 507.879 unità, segnando un calo di quasi 70.000 rispetto all'anno precedente.
- Il costo del denaro, attualmente al 4,5%, ha portato a una riduzione dello stock dei mutui di 2,3 miliardi di euro nel 2023.
In un contesto economico in continua evoluzione, il mercato immobiliare italiano si trova ad affrontare una sfida senza precedenti. L’aumento del costo del denaro, voluto dalla Banca Centrale Europea (Bce) per combattere l’inflazione, ha avuto effetti significativi sul settore, portando a un triplicamento dei tassi di interesse e a un conseguente calo delle compravendite. Questa situazione ha reso l’acquisto di una casa una vera e propria chimera per molte famiglie italiane, demotivate da una realtà sempre più complessa per il settore immobiliare.
Il panorama attuale del mercato immobiliare
Secondo uno studio della Federazione Autonoma Bancari Italiani (Fabi), il mercato dei mutui in Italia sta vivendo un periodo di stallo, con un aumento di tre volte dei tassi di interesse e un calo del 12% delle compravendite. Questo trend negativo, che ha iniziato a consolidarsi a partire dal quarto trimestre del 2022, riguarda tutti i tipi di abitazione e l’intero territorio nazionale. A settembre 2023, le compravendite hanno raggiunto le 507.879 unità, segnando un calo di quasi 70.000 rispetto all’anno precedente. La vendita di immobili nuovi ha subito una riduzione del 15,9%, mentre quella delle abitazioni residenziali ha visto un decremento ancora più marcato, del 28%.
La situazione dei tassi di interesse
Il costo del denaro, attualmente al 4,5%, rappresenta l’ostacolo maggiore per chi desidera acquistare casa. Questo aumento dei tassi, voluto dalla Bce nella sua lotta all’inflazione, ha portato a una riduzione dello stock dei mutui di 2,3 miliardi di euro nel 2023, un netto contrasto rispetto all’incremento di 35 miliardi registrato nei due anni precedenti. A gennaio 2022, le banche applicavano un tasso dell’1,4%, ma nei mesi successivi si è assistito a una crescita graduale che ha superato la soglia psicologica del 4% a marzo 2023.
Prospettive future e speranze di ripresa
Nonostante il panorama attuale possa sembrare scoraggiante, ci sono segnali che fanno ben sperare per il futuro. L’Euribor, riferimento per i mutui a tasso variabile, ha mostrato un arresto del trend rialzista, confermando a gennaio il 3,93% di dicembre. Questo dato, unito alle prospettive di un taglio dei tassi ufficiali da parte della Bce, suggerisce che potremmo essere vicini a una svolta per il mercato dei mutui, sia a tasso fisso che variabile. La speranza è che, superata la tempesta, la Banca centrale europea possa stabilire un nuovo taglio dei tassi, riaccendendo così il mercato immobiliare. Tuttavia, è necessario accertare che la discesa dell’ultimo bimestre possa rappresentare l’avvio di un percorso strutturale verso la ripresa.
L’allentamento della politica monetaria è fondamentale per rimettere in condizione le banche di sostenere nuovamente il mercato immobiliare, un settore che rappresenta un pilastro fondamentale dell’economia italiana, coinvolgendo diversi settori collegati alla compravendita e tutto l’indotto. La ripresa di questo mercato è essenziale non solo per le famiglie che desiderano acquistare una nuova casa, ma anche per l’intero sistema economico del Paese.