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- L'insediamento della nuova amministrazione Trump potrebbe trarre vantaggio nei mercati emergenti, con prospettive a lungo termine.
- Un aumento dell'indice dei prezzi al consumo nell'eurozona è stato pari al 2,24% su base annuale.
- Le pressioni inflazionistiche negli Stati Uniti superano il 2%, ma non raggiungono il 3%.
L’insediamento della nuova amministrazione Trump ha generato un amalgama di timori e speranze sui mercati finanziari a livello globale. Stando a quanto dichiarato da Christopher Preece, Macro Strategist & Investment Manager presso Pictet Asset Management, i mercati emergenti potrebbero trarre vantaggio nel lungo periodo qualora si concretizzasse una seconda era presidenziale per Trump. L’ex presidente pare orientarsi verso strategie capaci di minare la forza del dollaro americano con effetti positivi sugli investimenti nei paesi in via di sviluppo; nondimeno l’instabilità economica sarà evidente nelle fasi immediatamente successive all’insediamento della sua carica.
Preece evidenzia inoltre come l’utilizzo dei dazi doganali possa fungere inizialmente da catalizzatore per apprezzare il valore del dollaro stesso; ciò andrà verosimilmente ad infliggere danni alle nazioni emergenti gravate dal debito in valuta statunitense. D’altro canto però, nota sempre Preece, l’intenzione di Trump parrebbe quella di governare l’incremento del valore del dollaro evitando oscillazioni drastiche tali da compromettere la competitività commerciale degli Stati Uniti sul palcoscenico mondiale. Potremmo trovarci di fronte a un imminente patto per la gestione delle valute, concepito per cercare di depotenziare il dollaro.
Inflazione e Politiche Monetarie nel 2024
Nel 2024 abbiamo assistito a un significativo calo dell’inflazione tanto negli Stati Uniti quanto nell’area euro, accompagnato da una diminuzione dei tassi d’interesse. Tuttavia, sia la Banca Centrale Europea (BCE) che la Federal Reserve statunitense mantengono un atteggiamento cauto prima di dichiarare vittoria nella battaglia contro l’inflazione. In particolare per l’eurozona, a novembre si è osservato un aumento dell’indice dei prezzi al consumo pari al 2,24% su base annuale; nondimeno si registra una media negativa nelle ultime tre misurazioni mensili dell’inflazione stessa. Ciò implica che i prezzi stanno crescendo meno del target definito dalle politiche monetarie vigenti.
Sul fronte americano le statistiche indicano che le pressioni inflazionistiche superano comunque il valore del 2%, anche se non raggiungono il limite del 3%. Un aspetto preoccupante è rappresentato dalla presenza della liquidità in eccesso nei mercati finanziari, frutto prolungato delle strategie espansive come il Quantitative Easing: questa condizione potrebbe costituire non solo un potenziale rischio per la stabilità economica generale ma anche alimentare eventuali crisi o portare a rapide accelerazioni inflattive nel contesto di eventi imprevisti.
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Le Sfide della Nuova Amministrazione Trump
L’attuale amministrazione Trump si trova ad affrontare importanti difficoltà economiche e una delle più gravi è senza dubbio il potenziale incremento dell’inflazione. Le intenzioni dichiarate di ridurre le tasse e procedere con la deregulation, insieme agli sforzi per riportare l’industria negli Stati Uniti, possono provocare un balzo nei costi generali che stimola appunto l’inflazione stessa. Contestualmente, stringere i controlli sull’immigrazione può compromettere la mobilità del mercato lavorativo nazionale e contribuire ad aumentare anche gli stipendi.
In questo contesto modificato la Federal Reserve, che nel 2021 ha optato per favorire lo sviluppo economico sacrificando temporaneamente il contenimento dell’inflazione, sembra destinata a evolvere verso una posizione più prudente entro il 2025. Tale orientamento nuovo non mancherà di lasciare il proprio segno sui mercati finanziari in modo simile alle decisioni operative intraprese durante il 2018.
Prospettive Future e Riflessioni
Nel prospettiva futuro, appare imprescindibile analizzare attentamente gli effetti derivanti dalle attuali politiche monetarie ed economiche. Sarà determinante la gestione della liquidità insieme alle aspettative inflazionistiche, poiché solo così si potranno evitare improvvisi scossoni all’interno dell’economia globale. È imperativo che le banche centrali formulino con chiarezza le proprie linee guida strategiche nel medio-lungo periodo affinché possano infondere fiducia nei mercati.
In tale panorama complesso, avere padronanza sui fondamenti sia dell’economia sia della finanza assume un’importanza fondamentale; tra questi principi chiave emerge il concetto di diversificazione degli investimenti: essa riveste un ruolo cruciale nella riduzione dei rischi legati alla fluttuazione dei mercati finanziari. Assimilando insegnamenti dai luminari dell’economia italiana e internazionale, si possono acquisire strumenti utili a fronteggiare l’incertezza del contesto economico contemporaneo.
Per coloro che ambiscono a progredire nella propria comprensione, vale la pena indagare sul principio di gestione attiva del portafoglio; questo richiede un costante aggiornamento delle strategie d’investimento secondo l’evoluzione dello scenario di mercato circostante. La riflessione su tali dinamismi potrebbe favorire uno sviluppo maggiore della coscienza finanziaria personale e una gestione ottimizzata delle risorse disponibili.