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La carenza di lavoratori specializzati in Italia: ecco cosa emerge dall’analisi di Confindustria

Scopri le difficoltà delle imprese italiane nel reperire competenze specifiche e le strategie adottate per colmare il gap formativo.
  • Il 69% delle aziende italiane riscontra gravi difficoltà nel reperimento di competenze specifiche.
  • Le modalità di lavoro flessibili sono state adottate dal 32% degli imprenditori, rispetto all'8,9% nel periodo pre-pandemia.
  • Il settore industriale lamenta una carenza di personale qualificato pari al 58%.
  • Gli ITS hanno ricevuto 1,5 miliardi di euro dagli investimenti del PNRR per formare tecnici e operai altamente specializzati.
  • Il placement a 12 mesi per gli studenti in apprendistato è pari all'86%.

In Italia, la questione della disoccupazione è spesso al centro del dibattito pubblico. Tuttavia, un’analisi più approfondita rivela che il problema non risiede tanto nella mancanza di lavoro, quanto nella difficoltà di reperire figure professionali altamente specializzate. Questo fenomeno è particolarmente evidente in settori come il tessile e il farmaceutico, ma anche in ambiti emergenti come l’analisi dei dati, il web marketing e il management aziendale.

Secondo un recente report del Centro Studi di Confindustria, relativo alla prima metà del 2024, oltre il 69% delle aziende italiane dichiara di riscontrare gravi difficoltà nel reperimento di competenze specifiche. Questo nonostante il 32% degli imprenditori abbia adottato modalità di lavoro flessibili, come lo smart working, che permettono ai dipendenti di lavorare da remoto per 3 o 4 giorni a settimana. Un dato significativo, soprattutto se confrontato con il periodo pre-pandemia, quando solo l’8,9% delle imprese utilizzava questa modalità.

I Ruoli Più Ricercati dalle Imprese

L’analisi di Confindustria evidenzia che le competenze tecniche sono le più difficili da trovare, segnalate da quasi il 70% delle aziende interpellate. Seguono le mansioni manuali, con il 48% delle imprese che lamenta una carenza di personale qualificato, un dato che sale al 58% nel settore industriale. Le criticità maggiori si riscontrano nella gestione della transizione digitale, un aspetto che accomuna il 66% degli intervistati, e nell’adeguamento alle nuove politiche green, che interessa il 15% del campione.

Un altro dato significativo riguarda la difficoltà nel trovare collaboratori capaci di aumentare il respiro internazionale dell’impresa, un problema segnalato dal 33% degli imprenditori. Di fronte a queste sfide, quasi un’azienda su due (49%) sceglie di rivolgersi a servizi e consulenze esterne per sopperire alla mancanza di personale qualificato.

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Le Strategie di Recruiting: ITS e Apprendistato

Una risposta concreta alla carenza di lavoratori specializzati è rappresentata dagli Istituti Tecnologici Superiori (ITS Academy), percorsi biennali post-diploma svolti in collaborazione con le imprese e altamente professionalizzanti. Grazie agli investimenti previsti dal PNRR, gli ITS hanno ricevuto circa 1,5 miliardi di euro, con l’obiettivo di formare tecnici e operai altamente specializzati. Tuttavia, nonostante questi sforzi, il 62% dei diplomati ITS risulta difficile da trovare, una percentuale che sale al 74,3% per i tecnici specializzati nell’area meccanica e al 68,8% nell’area ICT.

Un altro strumento efficace è l’apprendistato di alta formazione e ricerca, che permette alle imprese di anticipare i processi di recruiting. Questo tipo di apprendistato si configura come un contratto di lavoro vero e proprio, con una forte componente formativa e un costante monitoraggio da parte dei tutor. Secondo la ricerca Skill Alliance, il placement a 12 mesi per gli studenti che hanno svolto un periodo in apprendistato è pari all’86%, contro l’81% di chi ha intrapreso un normale tirocinio.

La Collaborazione tra Imprese e Fondazioni ITS

La collaborazione tra imprese e Fondazioni ITS è fondamentale per rispondere alle sfide del recruiting. Le imprese partecipano attivamente alla governance delle Fondazioni, contribuendo alla definizione dei programmi formativi e mettendo a disposizione spazi e macchinari per le attività laboratoriali. Questo approccio permette di curvare le professionalità in uscita in base alle esigenze del mercato del lavoro, rendendo il sistema formativo più adattabile e flessibile.

Anche i docenti provenienti dai contesti aziendali, che siano manager, dipendenti o liberi professionisti, giocano un ruolo cruciale. Durante le lezioni e le attività laboratoriali, emergono competenze trasversali come la capacità di lavorare in gruppo, la gestione degli errori e la capacità di ascolto, tutte skills fondamentali sul posto di lavoro.

Bullet Executive Summary

In conclusione, la carenza di lavoratori specializzati in Italia rappresenta una sfida significativa per le imprese, che devono adottare strategie innovative di recruiting e formazione. Gli ITS e l’apprendistato di alta formazione offrono soluzioni concrete, ma è necessaria una maggiore collaborazione tra imprese e istituzioni formative per colmare il gap di competenze.

Nozione base di economia e finanza: Il mismatch tra domanda e offerta di lavoro è un fenomeno che si verifica quando le competenze richieste dalle imprese non corrispondono a quelle possedute dai lavoratori. Questo può portare a un aumento della disoccupazione strutturale.

Nozione avanzata di economia e finanza: Il concetto di capitale umano è fondamentale per comprendere l’importanza della formazione e dello sviluppo delle competenze. Investire nel capitale umano significa migliorare le capacità e le competenze dei lavoratori, aumentando così la produttività e la competitività delle imprese.

La riflessione personale che emerge da questa analisi è che, in un mondo in continua evoluzione, la formazione continua e l’adattabilità sono elementi chiave per il successo sia delle imprese che dei lavoratori. Solo attraverso un impegno condiviso e una visione a lungo termine sarà possibile creare un mercato del lavoro più inclusivo e dinamico.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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