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Come influirà la nuova strategia italiana sull’intelligenza artificiale sul tuo lavoro?

Scopri come il piano del governo italiano per l'IA, presentato il 22 luglio, mira a trasformare la ricerca, le imprese e la pubblica amministrazione entro il 2026.
  • 31% degli italiani non ha ancora utilizzato tecnologie basate sull'IA, con una percentuale del 43% tra gli ultra 54enni.
  • Il documento strategico identifica quattro macro-aree di intervento: ricerca, pubblica amministrazione, imprese e formazione, con particolare attenzione alla neutralità tecnologica e alle alleanze pubblico-privato.
  • Il nuovo DDL italiano sull'IA sanitaria permette l'uso dei dati personali per la ricerca senza il consenso degli interessati, se giustificato da un rilevante interesse pubblico.

Il governo italiano ha recentemente pubblicato un documento che delinea la strategia per investire e sviluppare l’intelligenza artificiale (IA) nel paese nei prossimi due anni, dal 2024 al 2026. Questo documento, rilasciato il 22 luglio, rappresenta una pianificazione integrata e coordinata per ottenere un ruolo di rilievo nello sviluppo dell’IA, in linea con i principi di affidabilità e responsabilità (Trustworthy AI) e paradigmi antropocentrici europei.

La strategia è stata elaborata da un comitato di esperti di comprovata competenza ed esperienza, guidato dal professor Gianluigi Greco, presidente dell’Associazione Italiana per l’Intelligenza Artificiale (AIxIA). Il comitato comprende figure di spicco come Viviana Acquaviva, Paolo Benanti, Guido Boella, Marco Camisani Calzolari, Virginio Cantoni, Maria Chiara Carrozza, Rita Cucchiara, Agostino La Bella, Silvestro Micera, Giuliano Noci, Edoardo Carlo Raffiotta, Ranieri Razzante e Antonio Teti.

Il documento identifica quattro macro-aree di intervento: ricerca, pubblica amministrazione, imprese e formazione. In particolare, si sottolinea l’importanza di promuovere alleanze tra pubblico e privato e di garantire la neutralità tecnologica di software e piattaforme. Inoltre, viene evidenziata la necessità di diffondere competenze digitali e di preparare la società italiana alla rivoluzione dell’IA.

Il 31% degli italiani non ha ancora usato l’IA

Secondo il quarto Rapporto Ital Communications-IISFA sull’Intelligenza Artificiale in Italia, presentato oggi al Senato, quasi un italiano su tre (il 31%) non ha ancora utilizzato tecnologie basate sull’IA. Questo dato è particolarmente significativo tra gli ultra 54enni, con una percentuale del 43%. Tuttavia, metà di coloro che non utilizzano l’IA dichiarano di avere intenzione di farlo nel prossimo futuro.

Il rapporto rivela che il 69% degli italiani ha utilizzato qualche tecnologia o applicativo basato sull’IA, con una diffusione quasi totale tra i giovani (83%). Le tecnologie più ricordate e utilizzate sono gli assistenti virtuali (53%) e le app di IA generativa (30%). Tuttavia, solo il 51% degli individui riconosce questa tipologia di IA e dichiara di aver avuto a che fare con essa.

La fiducia nei confronti dell’IA generativa è divisa a metà tra la popolazione italiana. I giovani tra i 18 e i 34 anni si dichiarano più confidenti (69%), mentre gli adulti sono più prudenti (45%). La maggioranza (86%) sostiene la necessità di controllare le notizie prima di prenderle per buone, e l’85% aspetta iniziative corroborate da enti preposti e iniziative formative.

AI e dati sanitari: cosa cambia con il nuovo DDL italiano

L’Unione Europea ha introdotto l’AI Act per armonizzare le normative sull’intelligenza artificiale e prevenire la frammentazione del mercato interno. In questo contesto, l’Italia ha presentato un disegno di legge (DDL) per introdurre norme generali per l’uso dell’IA nel settore sanitario. Questo DDL mira a definire il perimetro di legittimità dell’uso dell’IA nella ricerca sanitaria, superando gli ostacoli attuali della normativa italiana a protezione dei dati personali.

L’articolo 8 del DDL si concentra sulla ricerca e sperimentazione scientifica per la realizzazione di sistemi di intelligenza artificiale in ambito sanitario. La normativa prevede che i trattamenti di dati personali siano sorretti da una base giuridica di “rilevante interesse pubblico”, permettendo ai soggetti pubblici e privati senza scopo di lucro di utilizzare l’IA per finalità sanitarie senza il consenso degli interessati.

Tuttavia, l’articolo 8 presenta alcune criticità, come l’accomunare sotto l’egida del “rilevante interesse pubblico” sia i soggetti pubblici che quelli senza scopo di lucro. Inoltre, il comma 2 dell’articolo 8 afferma che l’obbligo di informativa dell’interessato può essere assolto mediante la messa a disposizione di un’informativa generale sul sito web del titolare del trattamento, senza ulteriore consenso dell’interessato.

Bullet Executive Summary

In conclusione, l’Italia sta facendo passi significativi per posizionarsi come leader nello sviluppo dell’intelligenza artificiale, con una strategia ben definita che coinvolge ricerca, pubblica amministrazione, imprese e formazione. Tuttavia, ci sono ancora sfide da affrontare, come la necessità di diffondere competenze digitali e di garantire la protezione dei dati personali.

Una nozione base di economia e finanza correlata al tema dell’articolo è il concetto di investimento strategico. Gli investimenti in tecnologie emergenti come l’IA possono portare a significativi ritorni economici e competitivi per un paese, aumentando il PIL e creando nuove opportunità di lavoro.

Una nozione avanzata è il concetto di economia della conoscenza. In un’economia della conoscenza, il capitale intellettuale e le competenze digitali diventano fondamentali per la crescita economica. La capacità di un paese di innovare e adattarsi rapidamente alle nuove tecnologie è cruciale per mantenere la competitività globale.

Speriamo che questo articolo vi abbia fornito una visione chiara e dettagliata della strategia italiana sull’intelligenza artificiale e delle sue implicazioni. La riflessione personale che vi invitiamo a fare è su come queste tecnologie influenzeranno il vostro settore di lavoro e la vostra vita quotidiana nei prossimi anni.


Articolo e immagini generati dall’AI, senza interventi da parte dell’essere umano. Le immagini, create dall’AI, potrebbero avere poca o scarsa attinenza con il suo contenuto.(scopri di più)
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